Oltre 800 superiore generali hanno discusso di come esercitare l'autorità secondo il Vangelo: "Le donne devono ottenere nuovi ruoli e nuovi spazi sia nella società che nella Chiesa".
E' il volto femminile della Chiesa. Aggraziato. Ma anche determinato. Mercoledì 8 maggio, con l'udienza dal Santo Padre le circa 800 superiore generali di congregazioni e ordini di suore concludono la XIX assemblea plenaria dell’Uisg, l’Unione internazionale superiore generali, svoltasi a Roma. Da tempo i vertici delle religiose non incontravano il Pontefice: oggi, il vescovo di Roma è un gesuita, dunque anch'egli un uomo di vita consacrata, un fatto, questo, destinato ad accrescere il feeling fra Francesco e le leader religiose.
Al centro dell’assemblea di quest’anno un argomento di particolare rilievo: “Il servizio dell’autorità secondo il Vangelo”. Si tratta di un tema chiave per una vita consacrata che sta cercando strade nuove e originali per restare nel mondo globalizzato, testimoniare il Vangelo, affrontare i nodi della relazione con l’autorità all’interno stesso della Chiesa e poi nella realtà in cui si opera e vive. Religiose provenienti da oltre 70 Paesi hanno discusso di questi e altri problemi dando vita a un dibattito intenso, appassionato, non di rado ironico, raccontando così lo spaccato di una Chiesa attiva su vari fronti (assistenza, sanità, educazione, giustizia, preghiera) che ha nella presenza femminile una risorsa di prim’ordine...
Dalla XIX assemblea plenaria dell’Uisg, l’Unione internazionale superiore generali svoltasi a Roma in questi giorni, è salita una richiesta univoca e trasversale a sensibilità e realtà religiose differenti: “Le donne devono ricoprire ruoli di maggiore responsabilità nella Chiesa”. Da questo punto di vista si attende qualche segnale concreto dalla Santa Sede e per la verità papa Francesco ha già toccato la questione femminile nelle settimane scorse sottolineando che il ruolo delle donne deve crescere e la loro funzione nell’annuncio del Vangelo è centrale...
«La vita consacrata è una scelta di libertà e di dono totale. Ti viene consegnata una vita spezzata perché tu possa ricomporla di nuovo. Siamo come il vasaio che mette insieme i pezzi del vaso frantumato. A tutti i giovani cerco di trasmettere il sapore e la bellezza di questa scelta». Suor Rita Giaretta, 56 anni, vicentina di nascita ma campana d’adozione, appartiene all’ordine delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria. A Caserta, dove vive da 18 anni, è la "buona samaritana" di tante donne sfruttate e violate da criminali e aguzzini senza scrupoli...
Parlano le protagoniste dell'Assemblea
«Senza le suore alla Chiesa mancherebbero maternità, affetto, tenerezza »
... “La consacrata è madre, deve essere madre e non zitella”, ha detto anche il Papa spiegando il senso della castità come “carisma prezioso, che allarga la libertà del dono a Dio e agli altri, con la tenerezza, la misericordia, la vicinanza di Cristo”. “La castità per il Regno dei cieli - ha spiegato il Papa - mostra come l’affettività ha il suo posto nella libertà matura e diventa un segno del mondo futuro, per far risplendere sempre il primato di Dio”. “Questa gioia della fecondità spirituale - l’augurio di Papa Francesco alle suore - animi la vostra esistenza, siate madri, come figura di Maria Madre e della Chiesa”...
Leggi tutto: Il Papa alle religiose: «Siate madri, non zitelle»
Leggi il testo integrale del DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL'ASSEMBLEA PLENARIA DELL'UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORE GENERALI (U.I.S.G.)