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mercoledì 1 maggio 2013

1° Maggio, giorno dei lavoratori.... Lavoro, la festa è finita

Un milione di famiglie vive senza un reddito proveniente da un'occupazione. 
Che senso ha, oggi, celebrare il primo maggio?



Lavoro, 
la festa è finita


La buona notizia (una delle poche), potrebbe essere la ritrovata unità, dopo anni di divisioni. Per il resto, non c’è molto da festeggiare. L’Italia sta vivendo uno dei suoi peggiori momenti dal punto di vista occupazionale. Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione media che si attesta sull’11% (quella giovanile è al 37%). Il primo maggio Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti parleranno dal palco di piazza IV novembre, a Perugia...
Leggi tutto: Le parti sociali: un nuovo patto per l'occupazione

... Perugia e l’Umbria, infatti, sono in questo 1° maggio il simbolo della disperazione del lavoro, della costante deindustrializzazione del Paese, della crisi di un modello economico formato da tante piccole e medie imprese che rischiano di chiudere i battenti per sempre...

A Cosenza il 1° maggio si festeggia eccome. Perché il sud è epicentro di una crisi nella crisi. "In Italia il tema del lavoro ha perso centralità, nel Mezzogiorno e quasi uscito dal radar. Festeggiare ha senso per ricordare a tutti questo dato". Non è una difesa d’ufficio quella di Elena Lattuada, segretario confederale della Cgil, che dal centro calabrese guiderà la più importante manifestazione sindacale del Mezzogiorno. A giustificare la necessità, quasi l'obbligo della “festa”, sono le cifre. In Italia tra il 1977 e il 2012 i disoccupati sono cresciuto da 1,4 milioni a 2,7. Ma a pagare di più è stato il Mezzogiorno: in 35 anni il tasso di disoccupazione è raddoppiato, dal 6,4% al 10,7%...

Già da cardinale papa Francesco tuonava contro “l’imperialismo del denaro che toglie di mezzo addirittura il lavoro, che è il modo in cui si esprime la dignità dell'uomo, la sua creatività, che è l'immagine della creatività di Dio”. E da Papa, non più tardi di domenica scorsa è tornato, dopo il dramma del tragico crollo della fabbrica in Bangladesh, a “rivolgere dal profondo del cuore un forte appello affinché sia sempre tutelata la dignità e la sicurezza del lavoratore”...

"Il lavoro deve tornare a essere forza di nuova democrazia".Sono chiare le parole di Gianni Bottalico, presidente delle Acli, alla vigilia del primo maggio."Il mondo del lavoro”, continua il presidente, “va inteso come alleanza dell’economia reale, non solo tra lavoratori e imprese, come dice Confindustria, ma anche tra famiglie, mondo sempre più diffuso dell’economia sociale e settore pubblico. Questi cinque soggetti devono essere il perno di una rinascita democratica capace di contrastare lo strapotere della finanza speculativa e un’idea di mercato priva di regole"... 

Re dei passaggi radiofonici di questo periodo con il brano sanremese Sotto casa, Max Gazzè non mancherà sul palco del concertone del 1° maggio a Roma, dove era stato più volte già negli scorsi anni. “Come musicista, partecipo con piacere a questa tradizione, mi piace viverla con lo spirito della festa del lavoro e dei lavoratori”, spiega. “Il clima è di festa, io non festeggerei mai in uno spirito che non fosse questo”. ..

«Ma che politica, che cultura! Sono solo canzonette!». Eh no, caro Edoardo Bennato. Il concerto del 1° maggio da piazza San Giovanni a Roma, volgarmente noto come "Il Concertone" (non si sa se per la qualità dei contenuti o per la durata da film cecoslovacco di fantozziana memoria) è una cosa seria, serissima. Basta leggere il titolo dell'edizione di quest'anno: «La musica per il nuovo mondo. Spazi, radici, frontiere». Non si capisce bene cosa voglia dire, ma si intuisce che si parla di cose importanti, impegnative. Non viene menzionata la parola "lavoro", che poi sarebbe il motivo per cui i sindacati lo organizzano dal 1990, ma forse è una raffinata provocazione per farne risaltare l'assenza nell'Italia di oggi...