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martedì 28 maggio 2013

Lettera di Alessandro D'Avenia a «3P». Un santo vero: carne, ossa e fuoco

Caro 3P, ti hanno fatto beato, anzi no, ti hanno proclamato beato, perché beato già lo sei. 'Santo': ti rendi conto?
Quando qualcuno ti diceva provo­catoriamente «monsignore» tu ri­spondevi con una colorita espres­sione palermitana: «A tto’ patri», «A tuo padre». Così, dalle nostre par­ti, si rimanda al mittente un’offesa. Non ti piaceva quell’epiteto, per­ché non facevi il sacerdote per ac­quisire cariche, ma per portare ca­richi, servire, sapevi che la parola sacerdote non ha gradazioni. È as­soluta. 
E se ti avessero detto «santo», chis­sà come avresti reagito... Eppure o­ra te lo posso dire. Sei santo e la tua risposta scanzonata coglierebbe pure nel segno, perché il Padre no­stro è veramente l’unico a essere santo e noi siamo solo dei poveracci vestiti da re dal più grande stilista, che se veste così l’erba del campo figuriamoci l’uomo. 
Camminiamo per strada, con i no­stri vuoti fisici e morali, con le no­stre debolezze, stanchezze, paure e dubbi, eppure siamo santi. Siamo santi tutti e non lo vogliamo capi­re, santi per immagine e somi­glianza, santi per grazia e vocazio­ne. Siamo tutti santi. I primi cri­stiani si chiamavano così fra loro: santi. Noi a queste cose non ci crediamo più, noi cristiani adulti di og­gi. Pensiamo che i santi siano solo quelli dei santini. Cose da bigotti. Invece i santi sono carne, ossa e fuoco. 
Io ho avuto la fortuna di conoscerne di persona due, fatti di questi materiali. Il primo è stato Giovan­ni Paolo II. Il secondo sei tu. Lui e­ra un gigante e del gigante aveva la voce cavernosa. Tu eri piccolo e a­vevi la voce tenue. Lui veniva dal nord Europa, con i suoi occhi az­zurri come ghiacciai, tu venivi dal sud dell’Europa, con i tuoi occhi marroni come le scarpe che tuo pa­dre riparava. Non vi assomigliava­te affatto, eppure siete beati en­trambi. Come tutti, per vocazione, ma voi più di tutti, per risposta pie­na a quella chiamata, a quella gra­zia che è Fuoco. Averti conosciuto mi mette la san­tità a portata di mano e memoria...

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