Un educatore,
un poeta,
un profeta,
un amico...
di Sergio Paronetto (vicepresidente Pax Christi Italia)
Vent’anni fa, il 20 aprile 1993, attraversava il suo giorno pasquale Tonino Bello, vescovo di Molfetta (dal 1985 presidente di Pax Christi). In questo periodo mi capita spesso di parlare di lui con Salvatore Leopizzi o altri partendo da Tonino Bello maestro di nonviolenza, libro a lui dedicato "con tutto l’amore di Pax Christi Italia" . Ringrazio tutti gli amici e le amiche che mi hanno portato a lui, in primo luogo, Luigi Bettazzi, Claudio Ragaini, Giovanni Mazzillo, Tonio Dell’Olio, Gianni Novello, Giuliana Bonino, tutti i pugliesi e molti veneti. Ringrazio chi, come "Mosaico di pace", "la meridiana", "Luce e vita", le ed. San Paolo, Paoline, Insieme e Messaggero, è da anni un pulsante cantiere toniniano.
Vorrei concentrarmi brevemente su un ricordo più intimo. Ciò che di lui leggo e medito mi arriva sempre col profumo della novità, col sapore della bontà, con l’odore del suo mare, con lo sguardo di tanti testimoni di pace a partire da Giovanni XXIII, di cui stiamo celebrando il 50° della “Pacem in terris”. Sento di vivere con lui un’amicizia spirituale che mi fa crescere, respirare ed espandere. Lo “vedo” operare dentro l’azione per il disarmo, il bene comune, la costruzione della famiglia umana, la vita ecclesiale, Pax Christi.
Per don Tonino “la nonviolenza è una cultura ancora debole” ma “la pace è un’arte che si impara”: un itinerario formativo permanente che riguarda la ricerca della felicità attraverso la “convivialità delle differenze” che affonda le sue radici nel mistero trinitario: uguaglianza, differenza, relazione. Per questo siamo tutti uguali, tutti differenti, tutti in relazione. E ognuno può fare qualcosa...
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