AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II -
HOREB 64 (2013) N. 1
TRACCE DI SPIRITUALITÀ
A CURA DEI CARMELITANI
"Sono passati 50 anni dall’inizio del
Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente
quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di
coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale
da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si
dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in
piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un
evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella
comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso
dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura
europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura
di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola
veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica
trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi
orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei
credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana
per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità
e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e
della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio
Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della
comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a
sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci,
nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere
in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine
di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è
fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente
e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno
di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in
una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica
fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a
quelle del passato». ...(Editoriale)
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