Non è infrequente posticipare per ragioni di calendario e di tempo liturgico la solennità dell’Annunciazione del Signore, visto che quest’anno la sua celebrazione, il 25 marzo, cadeva di Lunedì santo, primo giorno della grande settimana che porta la Chiesa a rivivere la Pasqua del Signore. Ma tale solennità è talmente importante e significativa per la fede che non la si può sopprimere o trascurare: si tratta, infatti, dell’evento primordiale e storico-salvifico del fiat del Dio-con-noi a cui si è congiunto, nella “pienezza del tempo” (Gàlati, 4, 4), quello di una di noi, Maria di Nazaret; avvenimento trasmessoci con grande maestria letteraria, teologica e poetica dal Vangelo (cfr. Luca, 1, 26-38). Questo notissimo brano, redatto alla stregua di un formulario tipico dei riti di alleanza fra Dio e il suo popolo, allo stesso tempo è annuncio di nascita messianica e di missione.
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Nazareth, dove il Verbo si fece carne