Mosaico di Pace
Aprile 2013
Editoriale
Il sorriso di don Tonino
di Tonio Dell'Olio
Ma non lo vedete il sorriso amorevole e rassicurante di don Tonino? Non più sulle immagini che pure a distanza di vent’anni dalla sua Pasqua continuano ad affacciarsi non solo dai muri delle sagrestie delle chiese della sua diocesi e di tante altre chiese, ma anche dalle botteghe dei molfettesi, nei libri che - numerosi - si propongono dagli scaffali delle librerie e sulle scrivanie di tanti estimatori vecchi e nuovi. Non parlo nemmeno dei sorrisi con cui il vescovo della pace e dei poveri prosegue ad accompagnare i sogni di tanti e tante – credenti e non credenti – che non hanno smesso di contribuire a costruire quel mondo migliore che egli aveva consegnato come un testimone, come impegno ed eredità della sua profezia efficace e concreta.
Questo è proprio il suo sorriso che pervade l’universo intero. È un sorriso di primavera. Primavera della natura ma anche della comunità dei credenti e delle donne e degli uomini di buona volontà. Quando erano pochissimi a pronosticarlo, il conclave ha partorito un “vescovo di Roma” che mostra con mille gesti di amare i poveri, di pregare e operare per la pace, di vestire il grembiule dell’umiltà e della speranza di cui il mondo intero ha bisogno come il pane. Francesco incarna il Vangelo di Cristo con uno stile che avevamo assaporato in un vescovo della periferia delle chiese, nel mezzogiorno d’Italia, tra i bassi delle strade di un centro storico e tra le marinerie di Puglia. Quella visione di Chiesa e di storia che vedeva don Tonino oggetto della sufficienza di coloro che lo bollavano come ingenuo o velleitario o che addirittura lo giudicavano borderline della sana dottrina se non eretico... oggi è annunciata autorevolmente e semplicemente da un Papa che arriva da un altro Sud, anzi dalla terra della “fine del mondo”. La fantasia di Dio non avrebbe potuto trovare una via migliore per festeggiare coi fatti il ventesimo anniversario della sua scomparsa. Per riproporlo vicino e attuale. Per renderlo bene comune. Per sottrarlo persino a chi in questi anni ha tentato di ridurlo a santino, di “decaffeinare” la sua santità, di ridimensionare la portata della sua originalità cristiana e pastorale...
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