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giovedì 18 aprile 2013

La preghiera «per i governanti» di Giorgio Bernardelli

Da oggi grazie al Cielo si inizia a votare per il nuovo presidente della Repubblica. Confesso che faccio molta fatica ad appassionarmi a questa corsa e spero che finisca presto, senza sfiancarci ulteriormente. Per il modo in cui si è sviluppata - infatti - mi sembra lontana anni luce dal volto più bello della politica. E poi sappiamo tutti che chiunque verrà eletto e qualunque sia la maggioranza che lo avrà votato, ci troveremo comunque all'inizio di un percorso pieno di incognite per il nostro Paese.
Per questo motivo oggi mi piacerebbe che come cattolici spostassimo il discorso su un altro piano, ponendoci questa domanda: per che cosa preghiamo quando affidiamo a Dio le sorti del nostro Paese? In questi giorni è ritornato spesso il paragone tra la corsa al Quirinale e il Conclave: era fin troppo facile e le ironie si sono sprecate (per una volta non ai danni della Chiesa). Per noi cattolici, però, in questo accostamento c'è un aspetto che dovrebbe coinvolgerci un po' di più: l'elezione di un Papa è sempre accompagnata dalla preghiera del popolo di Dio. E allora mi chiedo: in un momento in cui l'Italia fa così fatica a delineare una strada per le proprie istituzioni, non dovremmo moltiplicare la preghiera anche per chi è chiamato a compiere le scelte che riguardano il nostro Paese? In fondo è la strada che già negli anni Novanta Giovanni Paolo II ci aveva indicato con la Grande preghiera per l'Italia...

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