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domenica 1 settembre 2024

1° settembre Giornata mondiale di preghiera per il Creato - Non siamo stati all’altezza di custodire il Creato

Mons. Allwyn D’Silva *

1° settembre Giornata mondiale di preghiera per il Creato

Non siamo stati all’altezza di custodire il Creato


La Giornata mondiale di preghiera per il Creato si svolge ogni anno il 1° settembre. Motivata dalla ricca tradizione della Chiesa orientale, per la quale tale giorno commemora la creazione del mondo, questo è sia un momento per celebrare la grande scelta di Dio di creare, sia un momento per riflettere su come abbiamo curato il grande dono della creazione. È una pietra angolare della nostra fede. Infatti la sacra Scrittura inizia con il grande mistero della creazione. Il Creatore ha dato forma alla vita da un vuoto «informe», un grande nulla senza luce né vita (Genesi, 1, 2). La decisione del Creatore di accendere una scintilla in mezzo a quel buio è generosa, al di là della nostra comprensione. Tutto ciò che ci circonda, dalla mano di una persona cara ai fiori in un campo, scaturisce da questo atto amorevole di creazione. Come ci dice Papa Francesco, «tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio» (Laudato si’, 84).

La creazione non è stata abbandonata a se stessa. Noi, che siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, siamo stati nominati suoi custodi. Siamo custodi, incaricati di coltivare e custodire il giardino (Genesi, 2, 15). Come ci ha ricordato Papa Benedetto XVI, «la terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione» (Udienza generale del 26 agosto 2009).

Mentre celebriamo la Giornata mondiale di preghiera per il Creato, ci chiediamo: siamo stati all’altezza del ruolo che ci è stato assegnato dal nostro Creatore? La risposta è chiaramente e tragicamente: no. La mia città natale, Mumbai, presenta un buon esempio delle conseguenze della mancata cura del dono della creazione di Dio. Mumbai è una megalopoli di quasi 21 milioni di persone, stretta tra le montagne e il mare. È naturalmente soggetta a monsoni, cicloni e caldo estremo. In passato, gli abitanti hanno affrontato queste sfide. Sebbene fosse difficile, hanno imparato a prepararsi a piogge e tempeste e a cercare sollievo dal caldo.

Ma il clima della Terra sta cambiando e i politici non stanno al passo. Le lezioni del passato, faticosamente acquisite, non servono più agli abitanti della città. Al contrario, il caldo estremo è in aumento. All’inizio di quest’anno, l’area metropolitana di Mumbai ha registrato diversi giorni di caldo a 39-43 gradi. Anche le ore serali e notturne ora danno meno sollievo, il che è particolarmente difficile per i poveri, che non hanno accesso all’aria condizionata. I mega-monsoni e la crescita incontrollata degli insediamenti informali sui fianchi delle montagne stanno portando a frane mortali. Allo stesso tempo, le tempeste si avvicinano dal mare e, con la scomparsa delle mangrovie che un tempo rallentavano e smorzavano la potenza delle tempeste, le persone lungo la costa sono vulnerabili alla perdita delle loro case.

Ho lavorato in due baraccopoli di Mumbai, Jerimeri e Dharavi, per ventuno anni. Posso testimoniare che i poveri sentono questi problemi molto più intensamente. Le famiglie di questi quartieri devono già affrontare la mancanza di accesso all’istruzione, alle infrastrutture e a un buon lavoro. Non hanno modo di rimanere a casa e di non andare al lavoro quando il clima è pericolosamente caldo, o di spostare le case quando tempeste e frane li minacciano. Costringere queste famiglie ad affrontare i disastri climatici oltre a tutto il resto è un fallimento morale di prim’ordine. La comunità scientifica continua a ricordarci che le azioni dell’umanità hanno determinato i cambiamenti del nostro clima. Non posso pensare che questo sia ciò che il nostro Creatore voleva che facessimo come custodi del giardino.

La celebrazione annuale della Giornata mondiale di preghiera per il Creato offre una grande opportunità. È il momento di riflettere sulla decisione amorevole di Dio di creare e di riconsiderare il nostro ruolo di protettori del Creato. Questa giornata apre il Tempo del Creato, che dura un mese. Per tutto questo periodo, lodiamo il Creatore e agiamo insieme per prenderci cura del sacro dono della creazione.

*Mons. Allwyn D’Silva Vescovo presidente dell’Ufficio per lo sviluppo umano della Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia