Impegniamoci per una pace fondata sull'infinita e inalienabile dignità della persona
Parte da Trieste - in vista delle settimane sociali di Luglio - l'appello dalle associazioni cattoliche ai candidati alle elezioni europee. «L’Unione Europea» si legge nel documento, «sognata sulle macerie della guerra, costruita sull’utopia della pace, ha un ruolo decisivo»
«Ci siamo incontrati, in questi giorni a Trieste» si legge nel documento delle associazioni cattoliche ai candidati alle elezioni europee firmato sabato 4 maggio «per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, dal titolo Al cuore della democrazia (dal 3 al 7 Luglio, ndr), e abbiamo condiviso l’urgenza di rivolgere insieme un appello accorato per la Pace ai leader dei Governi, ai rappresentanti delle istituzioni e, in particolare, a coloro che si candidano a guidare l’Unione Europea. Emerga con decisione un impegno condiviso per una Pace fondata sul riconoscimento dell'infinita e inalienabile dignità della persona».
Un documento che vede tra i primi firmatari Acli, Agesci, Azione cattolica italiana, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Movimento cristiano lavoratori, Movimento politico per l’unità, Rinnovamento nello Spirito. E prosegue citando le parole del Papa: «Solo pochi giorni fa papa Francesco ha ribadito in modo inequivocabile: “Non dimentichiamoci delle guerre. Preghiamo per la pace. La guerra è sempre una sconfitta, sempre!”. La guerra non è mai stata la soluzione dei conflitti e delle tensioni tra popoli e nazioni, ma ha sempre causato morte e sofferenza per tutti e, in particolare, per i più deboli che pagano e pagheranno sempre il prezzo più alto».
La guerra è una sconfitta «del diritto e della comunità internazionale e dell’umanità intera. Conflitti imperversano alle nostre porte, in Ucraina, in Terra Santa e in tanti altri posti, del mondo, con armi sempre più potenti e dagli effetti devastanti per le persone e per l’ambiente. In questa ora così terribile per il mondo sentiamo di essere chiamati a una conversione profonda e a dare un giudizio comune e chiaro: la Pace è il dovere della politica. Un ostinato e creativo dovere».
Guardando alle elezioni di Giugno coclude: «l’Unione Europea, sognata sulle macerie della guerra, costruita sull’utopia della pace, ha un ruolo decisivo. E tutti noi ci sentiamo responsabili dell’eredità di politici europei, credenti e non, che hanno anteposto la vita e le ragioni che uniscono dinanzi a ciò che divide. Lo ha ricordato recentemente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso, e l’Unione europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale”. Per questo facciamo appello alle forze politiche e a chi si candida alle imminenti elezioni europee perché si assuma esplicitamente la responsabilità di porsi come interlocutore per la Pace, proponendo senza riserve la via diplomatica e della vera politica.
Non possiamo rassegnarci al fatto che la retorica bellicistica e la non-cultura dello scontro invada la nostra vita dalle relazioni personali alle relazioni sociali e politiche. Continueremo a impegnarci sul terreno educativo e formativo, nella solidarietà concreta verso i più deboli e le vittime delle ingiustizie, nel dialogo per il bene comune con le donne e gli uomini di buona volontà. Oggi più che mai, la politica è “la più alta forma di carità” se persegue la Pace».
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Chiara Pelizzoni 05/05/2024)