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lunedì 20 maggio 2024

Papa Francesco a Verona 18/05/2024: Incontro "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno" (cronaca/sintesi, foto, testo e video)

VISITA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A VERONA 

Sabato, 18 maggio 2024

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9.45 Il Santo Padre si trasferisce in auto all’Arena
10.15 ARENA: Il Santo Padre presiede l’Incontro "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno"
*Il Santo Padre risponde ad alcune domande


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Un israeliano e un palestinese insieme per una testimonianza di perdono

La speranza di pace nel gesto fraterno di Maoz e Aziz


Un’immagine: l’abbraccio di Maoz Inon, israeliano, i cui genitori sono stati uccisi dell’assalto terroristico di Hamas il 7 ottobre, e di Aziz Sarah, palestinese, che nella guerra seguita a quell’attacco feroce ha perso il fratello, con Papa Francesco al termine della loro commovente testimonianza.

Un momento: il silenzio chiesto dal Pontefice subito dopo le loro parole; un silenzio rotto solo dal Santo Padre per invocare il dono e il coraggio della pace, affinché cessino la guerra in Terra Santa e tutti gli altri conflitti che insanguinano il mondo.

È quanto porteranno nel cuore e nella memoria le 12.500 persone che sabato mattina erano presenti all’interno dell’Arena per l’incontro più atteso della vista del Pontefice a Verona. Qui si sono dati appuntamento i rappresentanti di diverse realtà della società civile organizzata, dei movimenti popolari italiani e internazionali per partecipare all’“Arena di pace 2024”.

Per una volta, dunque, non sono state le arie di un’opera lirica a levarsi dall’antico e suggestivo anfiteatro romano, ma gli appelli alla pace lanciati, sul palco o in video, da quanti hanno preso la parola per portare la propria testimonianza a questo importante incontro; particolarmente emozionante quella dell’anziano filosofo Edgar Morin da un letto di ospedale.

Appelli ai quali si è aggiunto quello conclusivo, forte e accorato, di Francesco dopo aver ascoltato le testimonianze dei due giovani imprenditori, che hanno parlato abbracciati e che alla fine sono stati salutati da una standing ovation, e dopo gli appelli rivoltogli in alcuni video da donne e mamme ebree e palestinesi.

Prima di questo toccante momento che ha unito il dolore di due popoli vittime della guerra, il Papa ha risposto ad alcune domande che hanno ripreso le riflessioni emerse dai cinque tavoli tematici — migrazioni, ambiente/creato, lavoro ed economia, disarmo, democrazie e diritti — sui quali si sono incentrati gli incontri di preparazione a questo evento, l’ultimo dei quali ieri alla Fiera di Verona.

Un appuntamento particolarmente atteso, questo con il Papa — il terzo della mattinata — che al suo arrivo nell’anfiteatro scaligero, finalmente illuminato da un caldo sole estivo dopo alcuni giorni di pioggia intensa, è stato accolto da un’ovazione che ha costretto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, a interrompere il suo intervento, ripreso quando il Papa ha raggiunto il palco, affiancato dal vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili, e da padre Alex Zanotelli.

A condurre l’incontro — introdotto da un breve video con un brano dell’intervento tenuto da don Tonino Bello all’“Arena di pace 1989” — il presentatore televisivo Amadeus, che ha introdotto i vari interventi e gli intermezzi musicali: un brano tratto dal Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, eseguito da Cecilia Gasdia, soprintendente della Fondazione Arena di Verona, che al pianoforte ha accompagnato tre cantanti lirici, e un brano del cantautore Luciano Ligabue.

Tra i vari momenti, la recita del salmo 85 — dal quale è stato tratto il tema dell’“Arena di pace” e della visita “Giustizia e pace si baceranno” — letto dall’attore veronese Matteo Martari, accompagnato da una coreografia e da un brano eseguito al piano e cantato dalla Gasdia.

L'ultimo atto è stato un gesto: dopo il suo intervento finale, il Papa ha firmato la copia dell'appello delle mamme palestinesi e israeliane portatagli da Maoz e Aziz.

Prima e dopo il momento con la presenza del Pontefice, la mattinata ha visto alternarsi testimonianze e riflessioni a intermezzi più leggeri, grazie alle esibizioni di artisti di livello internazionale.

“Arena di pace 2024” non è un evento isolato, ma un percorso iniziato a giugno 2023, promosso dalla diocesi e da alcune riviste cattoliche italiane, che riprende l’esperienza delle “Arene di pace” degli anni Ottanta e Novanta, grazie anche alla spinta delle congregazioni missionarie che qui a Verona sono molte e di antica tradizione. Una iniziativa poi interrotta e che rinasce dalla presa d’atto di quella “terza guerra mondiale a pezzi” di cui ha parlato più volte proprio Papa Francesco e dall’urgenza di interrogarsi su come può essere intesa la pace nel contesto odierno e su quali processi si possono intraprendere per costruirla.

E da oggi alle riflessioni emerse grazie a esperti e attivisti si aggiungono quelle di Francesco che, con le sue risposte, ha delineato ulteriormente la strada da seguire, sottolineando la sfida di «risvegliare nei giovani la passione per la partecipazione».
(fonte: L'Osservatore Romano, articolo di Gaetano Vallini 18/05/2024)


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Da Verona l’appello del Papa a non essere spettatori della guerra 
ma seminatori di speranza e di pace

Il coraggio di abbracciarsi



Dinanzi a Francesco la toccante testimonianza di fraternità 
di un palestinese e di un israeliano

Il coraggio di abbracciarsi: coinvolto in un toccante gesto di fraternità da due uomini, uno palestinese e uno israeliano, che pur avendo entrambi perso famigliari a causa del conflitto in Terra Santa hanno voluto testimoniare le attese di pace dei rispettivi popoli, Papa Francesco lascia proprio la consegna del “coraggio di abbracciarsi” come primo messaggio dell’intensa mattinata vissuta sabato 18 maggio a Verona. La partecipazione all’incontro “Arena di pace” è il momento culminante di una serie di appuntamenti iniziati con il clero e i consacrati nella basilica di San Zeno, proseguiti con i bambini e con i giovani nell’omonimo piazzale antistante e conclusisi, dopo l’intenso e appassionato dialogo nell’Arena simbolo della città scaligera, nel carcere di Montorio. Pronunciato proprio nel penitenziario il quarto e ultimo discorso della mattina, nel pomeriggio Francesco celebra nello stadio Bentegodi la messa con cui si conclude la sua giornata in terra veronese.

La Chiesa ha bisogno di perdono per portare a tutti la carezza di Dio, ha detto al clero, alle consacrate e ai consacrati poco dopo l’arrivo in elicottero nella diocesi veneta, per la seconda volta in questa regione nel giro di tre settimane, dopo la visita a Venezia lo scorso 28 aprile. Conversando quindi con il coloratissimo e festante “esercito” delle nuove generazioni, Papa Bergoglio ha spiegato come essere segno di pace in un mondo in guerra. Lungo ed articolato il dialogo intessuto in seguito nell’anfiteatro romano con i partecipanti all’“Arena di pace” avente per tema «Giustizia e pace si baceranno». Da ultimo Francesco ha pranzato con i detenuti della casa circondariale esortandoli a «non cedere allo sconforto» perché «la speranza è un diritto» per tutti.

Leggi anche:
(fonte: L'Osservatore Romano 18/05/2024)

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