«Scuola chiusa per il Ramadan,
scelta adeguata alla realtà di Pioltello»
Roberto Pagani, responsabile del Servizio diocesano per l’Ecumenismo e Dialogo, sulla vicenda dell’istituto che il 10 aprile sospenderà le lezioni: «È una località in cui risiedono cittadini di oltre 160 nazionalità e quindi il tema interculturale e interreligioso è più avvertito». L'Arcivescovo: «La religione è una delle cose più importanti della vita»
L'Istituto Iqbal Masih di Pioltello (Agenzia Fotogramma)
«Dal punto di vista delle motivazioni, nel particolare contesto di Pioltello, a me sembra una lettura della realtà più che adeguata». Dice così il diacono permanente Roberto Pagani, responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e Dialogo della Diocesi che, pur «senza entrare nel merito tecnico della scelta, che, ovviamente, non compete a noi», esprime con chiarezza la sua posizione sulla controversa vicenda dell’Istituto comprensivo Iqbhal Masih – scuola materna, elementare e media – di sospendere le lezioni il 10 aprile, giorno di chiusura del mese sacro del Ramadan. L’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, non è entrato nel merito della vicenda, ma ha rilevato che «una delle cose più importanti della vita è la religione. Non so come è il regolamento delle scuole, si sospende anche a Carnevale».
La decisione della scuola è arrivata sui giornali ed è subito rimbalzata nella polemica politica, coinvolgendo in primis il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini, che ha paventato una “islamizzazione” del Paese, e il ministro all’Istruzione e Merito Giuseppe Valditara, che ha chiesto «agli uffici competenti di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento». Anche perché, come ha osservato ancora Valditara, «le festività possono essere introdotte esclusivamente dalla Regione o dallo Stato». Ne parliamo con il diacono Pagani.
Perché ritiene adeguata la decisione del preside dell’Istituto, dedicato al dodicenne pakistano ucciso nel 1995 per il suo impegno contro lo sfruttamento del lavoro minorile?
Pioltello è un Comune nel quale risiedono cittadini di oltre 160 nazionalità e, quindi, evidentemente è uno dei luoghi, sul territorio della Diocesi di Milano, dove il tema interculturale e interreligioso è più avvertito. È chiaro che non si registri dovunque la stessa distribuzione etnica, ma, nei contesti della prima cintura attorno a Milano, questo è uno dei temi fondamentali.
In effetti, il 40% dei 1200 allievi del “Masih” è di fede musulmana e, quindi, diverse centinaia di loro quel giorno non avrebbero magari frequentato la scuola…
Ma certo. Oltretutto il preside Alessandro Fanfoni ha spiegato che la decisione è stata discussa nel maggio 2023 in una riunione del Consiglio d’Istituto. Con un numero così significativo di ragazzi che aderiscono alle proprie celebrazioni non è irragionevole usare tali momenti per costruire dei legami, invece che contrapporre mondi e visioni. È sempre meglio fare i conti con la realtà, soprattutto considerando che parliamo di educazione e di una scuola, riconoscendo la composizione della nostra società e la presenza dell’altro, mantenendone la diversità con rispetto e non avendone paura. È un lavoro prospettico nel quale si può immaginare un futuro di convivenza pacifica e civile, e non solo di tolleranza reciproca.
Questo va nel senso di quanto la Chiesa ambrosiana fa, da tempo, per il dialogo interreligioso?
Certamente. Abbiamo tante iniziative in essere attraverso le quali cerchiamo di favorire ponti e legami su cui lavoriamo da anni. Per esempio, siamo presenti per approfondire e far conoscere i temi interreligiosi in scuole elementari nel Comune di Milano. Vogliamo costruire possibilità per tutti, non solo per i musulmani, di entrare in contatto con una delle dimensioni importanti della vita di ogni uomo che è la dimensione religiosa.
(fonte: Chiesa di Milano, articolo di Annamaria Braccini 20/03/2024)
Baturi (Cei): «Rispetto per ogni forma di libertà religiosa»
«La necessità del rispetto del fatto religioso e dell’identità delle comunità religiose, da parte dello Stato, è un fatto positivo, appartiene alla laicità tipica dello Stato italiano». Lo ha detto monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti – durante la conferenza stampa di chiusura del Consiglio episcopale permanente – in merito alla scuola di Pioltello. «La laicità all’italiana – ha ricordato– non sopprime le identità religiose, ma le promuove in un contesto di rispetto vicendevole. Questo, però, deve avvenire dentro un contesto istituzionale di rispetto di norme e di procedure. Non so se nel caso specifico si sia rispettato tutto il percorso amministrativo, ma in generale vale il rispetto per ogni forma di libertà religiosa».
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Scuola di Pioltello, la lettera dei parroci
Al termine della Messa prefestiva di sabato 23 e in tutte le Messe di domenica 24 marzo, nelle chiese di Pioltello viene letta la seguente dichiarazione, firmata da tre parroci della cittadina don Andrea, don Giacomo e don Marco, in merito alla nota vicenda che ha coinvolto l’Istituto Comprensivo Iqbal Masih.
Come sappiamo, in questi giorni Pioltello è stata al centro di un ampio e inaspettato dibattito a seguito della decisione dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih di sospendere le lezioni il giorno 10 aprile per permettere agli studenti di fede islamica di vivere con le loro famiglie il momento di preghiera al termine del Ramadan.
Come parroci delle parrocchie di Pioltello ci sentiamo di dire quanto segue:
La decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città che, come sappiamo, ha una percentuale di presenza di popolazione musulmana molto alta.
Non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica. Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe, vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?
La realtà di Pioltello è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo. Serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme.
Anche il responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi di Milano ha espresso apprezzamento per questa «bella iniziativa di dialogo tra religioni»
Riteniamo che la decisione, presa in modo collegiale, di chiudere la scuola in occasione della fine del Ramadan sia nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persona e per la sua identità. Per questo esprimiamo piena solidarietà al Preside e a tutto il Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih
Siamo sicuri di una cosa: quando le polemiche saranno finite (di solito bastano pochi giorni) a Pioltello resteremo noi, resteranno le persone; uomini, donne e bambini di buona volontà che vogliono vivere insieme, che vogliono una città bella e serena e, anche se costa fatica e non è scontato, ogni giorno si sporcano le mani, costruiscono ponti e inventano iniziative per incontrarsi, accogliersi e aiutarsi.
Don Andrea, don Giacomo e don Marco
(fonte: Chiesa di Milano 24/03/2024)