"Un cuore che ascolta - lev shomea"
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Per Israele il Tempio è il "Luogo" per eccellenza (ha-Maqom), la Presenza del Signore Dio sulla terra, fonte di gioia, di festa e di comunione, realtà visibile del Dio invisibile, Dimora Santa dove il popolo entra in intimità con Yahweh, il Signore della vita. Ma il tempio è stato trasformato «in una caverna dove ammassare il bottino», luogo di mercanteggio con Dio e tra gli uomini, giustificazione di sacrifici e oppressioni, fino al sacrificio dell'uomo in nome di Dio. Usato come strumento di potere dalla classe sacerdotale, svuotato del suo senso autentico, il tempio lascia il posto al dio effettivo che in esso si adora: il denaro. L'inatteso intervento di Gesù non è volto a purificare il tempio, ma ad abolirlo insieme al suo sistema oppressivo (ne pagherà il prezzo con la vita), perché non è certo questo il vero volto di Dio, un Padre che «non può sopportare delitto e solennità» (cfr .Is 1,10-15). Il gesto profetico messo in atto da Gesù indica chiaramente che è giunto il tempo per un nuovo esodo, il "momento propizio" (il kairòs) di una nuova liberazione per Israele, rivelando finalmente che il Padre non esige alcun sacrificio, tanto meno la vita dei suoi figli, ma offre la Sua per loro. Gesù è il Pastore Buono, il Pastore Legittimo, il solo che può intervenire per salvare la vita delle sue pecorelle portandole fuori dai "sacri recinti", dove sono destinate al macello, per condurle ai pascoli della vita. Il Tempio non ha più ragion d'essere perché è «Gesù il nuovo e definitivo Santuario, il Santo dei Santi, la Tenda di Dio fra gli uomini. Insieme a Lui, anche noi siamo chiamati a diventare la dimora del Dio Altissimo che dimora in noi».