Enzo Bianchi
Convivenze difficili
La Repubblica - 28 Febbraio 2023
Un mondo a pezzi! Un’umanità che conosce divisioni e contrapposizioni che sfociano in conflitti violenti. Dalle catene dell’Himalaya, al Caucaso, al Medio Oriente, fino all’Europa della penisola balcanica e dell’Ucraina si registrano guerre da decenni senza che si intravvedano vie di riconciliazione: popoli quasi tutti poveri e oppressi, gente che vorrebbe soltanto vivere in pace. Facciamo finta di non saperlo, ma in Kosovo la situazione non è certo di convivenza pacifica: siamo al preludio di una nuova guerra per uscire dallo stillicidio di ostilità tra le nazioni nate dalla deflagrazione iugoslava. E in questi giorni anche la Moldavia è riemersa come terra contesa, ai confini dell’Ucraina e della Russia già in guerra tra loro.
Quella convergenza che sembrava attestarsi alcuni decenni fa appare ormai lontana ed emerge invece una conflittualità dovuta in radice a una differenza culturale, a una non-contemporaneità delle nazioni della pretesa “Unione” Europea, che si è spinta fino a Est. Così l’Europa è depotenziata, nell’impossibilità di porsi come artefice di pace e queste fratture sono destinate ad allargarsi aumentando la divisione al suo interno, motivata come difesa di valori culturali e morali.
Ma anche le chiese sono a pezzi, e di questo non c’è consapevolezza, sia perché queste interessano sempre meno, essendo fortemente diminuito il senso di appartenenza da parte dei credenti, sia perché le divisioni che emergono e diventano guerre scandalizzano a tal punto che vengono rimosse. Ma le divisioni sono iniziate già da alcuni decenni nella chiesa anglicana sul tema dell’ordinazione delle donne e, più di recente, della possibilità di celebrare le nozze tra omosessuali.
Attualmente nella chiesa cattolica ci si fa guerra su diversi fronti, con scontri che in alcuni casi possono sfociare in scismi e divisioni. Nei confronti dei tradizionalisti, legati alla liturgia preconciliare, si registra una presa di posizione da parte di Papa Francesco, che non intende più tollerare la presenza nella chiesa dei due riti che Papa Benedetto aveva permesso. Si noti che i tradizionalisti non sono un residuo del passato, ma in alcuni paesi rappresentano il 20% dei praticanti e forniscono vocazioni di preti sovente in numero pari a quello delle diocesi. Ma anche altre divisioni tra chiese appaiono all’orizzonte, a seconda della cultura in cui sono immerse. Le chiese del Nord Europa chiedono una revisione della morale sociale, la promozione delle donne ai ministeri ecclesiastici, la libertà nella scelta del celibato: richieste lette come perversioni e tradimenti dalle chiese dell’Est Europa e dalle chiese africane. Non sarà facile, per Papa Francesco, preservare la comunione e impedire che la rete si spezzi!
Si pensi poi al conflitto e alla guerra tra chiese ortodosse: Costantinopoli contro Mosca e viceversa, le quattro chiese in Ucraina, con lo stesso rito ma in conflitto, il contenzioso tra Patriarcato di Alessandria e Patriarcato di Mosca per la missione in Africa e tra quello di Antiochia e quello di Gerusalemme per la missione nella penisola arabica.
(fonte: blog dell'autore)