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venerdì 24 marzo 2023

Don Mimmo Battaglia: DISARMIAMO INSIEME, NAPOLI!

Don Mimmo Battaglia

DISARMIAMO INSIEME, NAPOLI!

Lettera aperta di Don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, a Don Enzo, parroco di Francesco Pio, il ragazzo assassinato a Napoli da un suo coetaneo


“Caro don Enzo,

è da ieri sera che le tue parole risuonano forti nel mio animo, turbando il riposo e riempiendo la notte di molte inquietudini. Ti ringrazio per questo, perché esistono dei turbamenti necessari e delle inquietudini benedette: come possiamo, infatti, in questa città dormire sonni tranquilli mentre i suoi figli più giovani vengono assassinati sotto lo sguardo degli amici in un momento di serenità e spensieratezza, in luoghi di grande bellezza che si trasformano in pochi minuti in un teatro di gesti efferati? Come può un adulto riposare in questi giorni senza sentire tutto il dolore della famiglia di Francesco Pio e tutta la preoccupazione per i figli di questa città il cui ritmo, come tu giustamente hai detto, è ormai cadenzato da episodi di violenza, da aggressioni e risse, da feriti e morti innocenti!?

Ti prego, fratello caro, di sentire tutta la mia vicinanza e il mio affetto, comunicandolo alla famiglia di Francesco Pio, ora afflitta da un dolore indicibile, e a tutta la tua comunità attonita dinanzi a una morte senza senso. Facciamo sì, tuttavia, che questa tragedia risvegli le coscienze assopite, smuova le miopie di chi non è capace di vedere oltre il proprio ruolo e il proprio interesse, ridesti la dignità di un intero popolo non più rassegnato al fatto che in questa città la morte sia diventata una compagna di strada delle passeggiate dei nostri ragazzi e la violenza un paesaggio costante come il mare che la bagna.

Disarmiamo insieme Napoli! Deve essere un impegno di tutti! Vanno disarmate le mani di coloro che fanno della violenza e della prepotenza il proprio stile di vita! Vanno disarmate le mani di chi crede che un coltello in tasca e una pistola addosso rendano più forti, fino a sentirsi padroni della vita altrui! Vanno disarmate le mani della criminalità organizzata e di tutti coloro che trafficano, vendono, usano armi!

Ma questo non basta: dobbiamo disarmarci anche noi, adulti sempre pronti a cercare di chi è la colpa senza prima interrogare la nostra coscienza, ormai così individualista, indifferente, assuefatta al male. Sì, dobbiamo disarmarci anche noi, imparare veramente a camminare insieme, a unire le energie, evitando egoismi, burocrazie e iniziative solitarie per generare davvero una comunità educante capace di farsi carico dei suoi figli più giovani. Perché sia chiaro a tutti che educazione e sicurezza non sono soluzioni diverse e opposte ma sono due facce della stessa medaglia, la medaglia della responsabilità.

Caro don Enzo, personalmente mi sono stancato anche del termine ormai così asettico e inflazionato di “società civile”, perché la parola civile designa quasi una qualifica acquisita una volta per tutte, data per scontata. Io, invece, vorrei parlare di società “responsabile”, perché la responsabilità è un movimento continuo, è il desiderio, la volontà, l’impegno concreto con cui si risponde ogni giorno all’appello dell’altro, alle necessità e ai diritti di tutti!

Fratello mio, ti prego di abbracciare da parte mia i genitori e i familiari di Francesco Pio a cui voglio esprimere tutta la mia solidarietà e quella della Chiesa di Napoli: sono in questa terra da pochi anni ma sono invece già tanti, troppi, i dolori incontrati, le sofferenze di genitori, figli, fratelli, sorelle e amici di tante vite spezzate da una violenza indicibile!

Un abbraccio lo rivolgo anche a te e alla tua comunità: ci siamo conosciuti preparando il percorso del Patto Educativo e, nel leggere le tue parole, ho sentito dentro di me il tuo dolore e ho percepito la rabbia che provi dinanzi a questa ingiustizia e che stai cercando con tutto te stesso di incanalare in percorsi nuovi, segnati dall’impegno educativo, dalla giustizia e dalla pace. Abbracciando te, abbraccio tutti quei presbiteri, religiosi, laici impegnati sul fronte dell’educazione e della prevenzione, uomini e donne capaci di trasformare il dolore e la sofferenza mutandolo in passione e amore, in iniziative concrete per migliorare la nostra città e renderla più abitabile e sicura per i suoi figli più piccoli! Costoro sono l’esercito di cui Napoli ha bisogno e il Patto Educativo – lanciato insieme ai miei cari fratelli vescovi Gennaro e Carlo, con cui condivido il desiderio pastorale di fare qualcosa per i figli più piccoli della nostra terra – può e deve essere un processo capace di unire sempre più coloro che sono animati dall’unico interesse di servire i giovani e ridonare così speranza alla nostra città.

E a te, Francesco Pio, il mio abbraccio più grande: non ci conosciamo ma i tuoi sogni spezzati da oggi sono anche i miei e ti prometto che farò, faremo, di tutto affinché i desideri di realizzazione, i progetti di bellezza, gli aneliti più alti e sani dei nostri figli si realizzino in questa città. Anche in tuo nome. Anche per te.

† don Mimmo
(fonte: Chiesa di Napoli 22/03/2023)

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La lettera dell'arcivescovo fa riferimento alle parole del parroco di Pianura Don Enzo Cimarelli, che anche se non celebrerà i funerali perché si trova a Gerusalemme, ha pubblicato sui social un messaggio diventato virale in poche ore, in cui punta il dito contro l’assenza delle istituzioni, soprattutto nei territori di periferia (dove killer e vittima sono nati e cresciuti).

Di seguito il testo integrale del messaggio: 

“Non siamo sconvolti ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale.
Non siamo sconvolti perché ci si sconvolge quando accade qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di impensabile ma l’ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vita spezzate di tanti giovani della nostra città.
Non siamo sconvolti ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa, nel suo quartiere, tra i suoi cari.
Non siamo sconvolti perché queste notizie cadenzano ormai gli anni e segnano tempi e dolori collettivi e per questo siamo stanchi: stanchi dell’assenza delle istituzioni, perse nelle loro burocrazie, conti, tavoli; stanchi dell’omertà di chi fa finta di nulla e dell’indifferenza di chi si gira dall’altra parte, stanchi dell’individualismo di tutti e dell’incapacità di far rete sul serio, fino in fondo, per il bene dei piccoli.
Caro Francesco Pio, non siamo sconvolti da questo mare di dolore a cui ci siamo assuefatti ma siamo certi che dal cielo tu potrai sconvolgere i cuori induriti dal male, gli sguardi offuscati dagli interessi di parte, le menti prese da un’economia che non mette al centro i ragazzi e i giovani. E siamo certi anche che la tua presenza luminosa sosterrà i tuoi genitori, familiari e amici in queso momento di buia sofferenza. E noi, tua comunità parrocchiale, ti facciamo una promessa: lavoreremo senza stancarci, notte e giorno, per continuare la nostra missione educativa, adoperandoci per una Napoli più giusta, equa, sicura, pacifica, una società in cui la morte di un bellissimo ragazzo come te non sia accolta come una cosa ormai normale ma sconvolgente. Francesco Pio aiuta Napoli a sconvolgersi per la morte dei suoi ragazzi, aiuta tutti noi a non abituarci a notizie come queste!”
Il parroco don Enzo Cimarelli