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mercoledì 29 marzo 2023

Card. Matteo Zuppi: sostenere l’accoglienza in Sicilia. “Le lacrime di Maria si confondono con quelle dei migranti, nel mare gelido in cui affogano”

Card. Matteo Zuppi: sostenere l’accoglienza in Sicilia.
“Le lacrime di Maria si confondono con quelle dei migranti, nel mare gelido in cui affogano” 


“La Sicilia è un esempio storico di accoglienza. Lo è nella sua stessa identità. Non può essere lasciata sola, dobbiamo aiutarla”. Sono parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a Siracusa per l’apertura dell’Anno mariano indetto dall’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto. Celebrando nel Santuario della Madonna delle Lacrime, il porporato ha pronunciato un’omelia molto coinvolgente che ha descritto “le lacrime di Maria come il riflesso della compassione di Dio, che è vicino soprattutto a chi soffre”. La Vergine, ha sottolineato Zuppi, “fa sue le lacrime di ogni persona e fa sue le lacrime di Gesù che piange guardando Gerusalemme”.

“Gli occhi pieni di lacrime di Maria – ha osservato il card. Zuppi – ci aiutano a comprendere che abbiamo una Madre che piange e ci insegna a piangere guardando. Le sue lacrime sono quelle dei suoi figli perduti, sono le lacrime di un soldato che muore pensando a sua madre nel freddo di una trincea in Ucraina, sono le lacrime di un anziano solo che non ha chi le asciuga, sono tutte le lacrime che rigano il volto dei poveri, dei profughi: quelle lacrime che si confondono nel mare gelido o che inumidiscono gli occhi dei sopravvissuti, ma sono anche le lacrime di un ricco che si scopre povero e vulnerabile”.

“Ecco perché – ha spiegato il presidente della Cei – abbiamo bisogno di Maria, che ci aiuti a sentire le nostre lacrime che lei fa sue; piange con noi e vedendo le sue lacrime impariamo a piangere di fronte a tanta sofferenza e a scegliere come lei di restare sotto la Croce per vedere la consolazione del beato che piange perché sarà così. Guai a chi ride senza consolare o pensa di poter trovare conforto da solo. All’inferno non è possibile guardarsi in faccia. Ecco, al contrario, Maria ci guarda negli occhi, fa sue le nostre lacrime, che servono per vedere meglio: le lacrime sono davvero un collirio per vedere meglio il nostro prossimo e per scegliere come Maria di essere vicino agli altri. Maria ci mostra il nostro prossimo, ci insegna la vocazione di ognuno di noi e della nostra chiesa di Siracusa in fondo di tutta la chiesa, che è quella di essere una madre che prova compassione e che guarda. Questo è il desiderio di tanti che aspettano consolazione: penso al mondo delle carceri: il rapporto con i detenuti, i loro familiari e con le istituzioni richiede necessariamente una sinergia tra la pastorale penitenziaria e l’impegno della chiesa intera ad aiutare a portare il peso delle responsabilità e il peso delle ferite subite. Così come c’è un altro luogo di questa terra, le sue coste, dove con sofferenza arrivano persone che che sognano legittimamente una vita migliore”.

Per Zuppi i migranti sollecitano “il grande impegno della Caritas nell’assistenza a quanti fuggono dalla guerra non l’ultima da quella dell’Ucraina: ciascuno di questi profughi ritrovi la dignità di essere persona umana E anche di essere figlia e figlio di Dio: questo – ha concluso il cardinale di Bologna – è il Vangelo, che si fa storia” quando “quelle lacrime trovano conforto in una sensibilità materna che si traduce nell’accoglienza e nel riconoscimento della dignità umana”.

Nell’isola in queste ultime ore sono giunti i sette cadaveri di un naufragio avvenuto nella Sar maltese: li hanno recuperati, insieme a una decina di sopravvissuti, la Guardia costiera e le Fiamme gialle italiane. Nella stessa Sar la nave Life Support di Emergency ha salvato 78 persone che navigavano su un gommone di circa 12 metri. Al momento del soccorso, il natante stava già imbarcando acqua. Tra loro 3 donne, di cui una incinta di due mesi, due bambine accompagnate di 8 e 6 anni, 28 minori non accompagnati, tra cui un bambino di 9 anni. Le persone soccorse provengono da Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Conakry, Liberia, Niger, Nigeria, Mali, Sud Sudan, Sudan, Somalia. Si tratta per la maggior parte di Paesi dilaniati da guerre civili e da insicurezza alimentare.

“Le persone soccorse hanno viaggiato per più di 20 ore senza bere né mangiare – riporta Eliza Sabatini, infermiera a bordo della nave Life Support – Da una prima valutazione, risultano tutti debilitati e disidratati. Nelle prossime ore esamineremo i casi individuali”. “Erano le 21 quando abbiamo ricevuto la segnalazione di un’imbarcazione in difficoltà in acque internazionali – afferma Emanuele Nannini, capomissione della nave Life Support – Arrivati sul posto, abbiamo trovato il natante sovraffollato e alla deriva, senza possibilità di usare il motore perché era terminata la benzina. Il gommone riportava già danni strutturali, ovvero aveva i tubolari quasi sgonfi. Abbiamo informato tutte le autorità e iniziato subito le attività di soccorso». «Il natante si trovava in acque internazionali della zona ricerca e soccorso maltese – prosegue Emanuele Nannini – Malta, pur essendo stata informata immediatamente, non ha coordinato le attività di soccorso né offerto un porto di sbarco sicuro”
(fonte: Faro di Roma, articolo di Aurelio Tarquini 27/03/2023)

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