Liliana Segre:
'Combattiamo l'odio con le parole, insieme'
Liliana Segre
Intervista di Paolo Colonnello per La Stampa del 24 giugno 2022
L'anima sbarazzina della ragazza sopravvissuta in lei come al solito le fa rompere gli schemi anche nel corso di un momento ufficiale come la presentazione dei risultati della Commissione da lei fortissimamente voluta sulla diffusone dei discorsi d'odio. «Avevo un testo scritto ma poi ho preferito parlare a braccio». Ride divertita Liliana Segre che, con i suoi 91 anni, si scopre ancora una volta molto più vicina ai giovani di quanto non avrebbe mai immaginato. Tra i temi della maturità dedicati al libro scritto con Gherardo Colombo e i risultati della Commissione parlamentare, esiste un collegamento preciso: la memoria e la condivisione. «È così. Sono stata molto meravigliata di ritrovarmi tra i temi della maturità e anche molto contenta. In fondo sono più di trent'anni che giro per le scuole e il fatto che alla fine il 18 per cento dei maturandi abbia scelto il nostro libro, "La sola colpa di essere nati", è un segnale importante. Non tutto è perduto. L'ho trovato consolante, il coronamento di una lunga fatica e una combinazione importante con i risultati della Commissione, raggiunti all'unanimità. Cosa niente affatto scontata. È un po' come se fossero maturati tutti quanti: studenti e parlamentari».
Perché? «Beh perché nel corso delle audizioni e dei temi da affrontare non è che fossero sempre tutti d'accordo. Ma alla fine una parola di pace si è trovata ed è stato molto bello arrivare all'unanimità. Devo dire che per il 99 per cento è stato merito del senatore Verducci, vicepresidente e relatore».
Su che cosa tutti si sono trovati d'accordo? «Sul fatto che il problema dell'odio diffuso è un problema reale e che sono i social e il web i principali diffusori dei discorsi razzisti o discriminatori. E che spesso gli scambi di opinione su questi mezzi fomentano l'odio, non lo placano. Cose risapute forse, ma un conto è immaginarsele, un conto è averle analizzate approfonditamente».
Lei stessa ha voluto parlare di un odio che sente tatuato sulla pelle. .. «E come si sa, non è solo una metafora. Da piccola mi dicevano "muori", mi ritrovai espulsa dalla scuola a 8 anni, nonostante tutto il mio amore per la maestra e la scuola diventando una bambina invisibile. Perché i crimini di odio nascono proprio con le parole. Mi è stato chiesto perché ho voluto la Commissione: questa è la risposta, perché io l'odio l'ho vissuto e tutt'ora ne sono bersaglio, tanto che alla mia età mi tocca girare ancora con la mia adorabile scorta».
Lei è anche un monumento di speranza vivente. «Io come tipo, come carattere, come donna, sono sempre stata molto realista e con i piedi per terra. Se devo vedere il bicchiere di solito lo vedo mezzo vuoto e non mezzo pieno. Ma cerco di correggermi continuamente e lo farò fino alla fine».
Le piacerebbe leggere uno dei temi della maturità? «Tantissimo, ma credo sia impossibile. Penso che scegliendomi i giovani abbiano scelto anche una connessione con la mia storia e ne sono orgogliosa».
Un viatico per loro? «La forza di credere in se stessi. Ed è inutile paragonare la marcia della morte a quella della vita. Sono due cose distinte e se parli con me devi accettare che nella marcia della vita non ci si può appoggiare a nessuno ma bisogna essere forti da soli. Guardare avanti senza paura. Questo dico ai ragazzi».
(fonte: Informazione Corretta, 24 giugno 2022)
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