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sabato 11 giugno 2022

LA VEDETTA SULLA PRUA - La festa della Trinità mi rivela il senso ultimo dell'universo. E capisco che l'essenza di Dio è la comunione. - SANTISSIMA TRINITA' / C - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

LA VEDETTA SULLA PRUA
 

La festa della Trinità mi rivela il senso ultimo dell'universo.
E capisco che l'essenza di Dio è la comunione.


I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Gv 16,12-15

per i social

LA VEDETTA SULLA PRUA 

La festa della Trinità mi rivela il senso ultimo dell'universo.
Le sto davanti, mi sento piccolo e tuttavia abbracciato dal mistero, dentro un vento in cui naviga l'intero creato.
E capisco che l'essenza di Dio è la comunione.

Il dogma della Trinità non cerca di far coincidere il Tre e l'Uno, ma è sorgente di sapienza del vivere.
Quando in principio il Creatore fece l'uomo, Adamo non fu fatto a immagine di Dio; non a immagine dello Spirito che si librava sulle acque degli abissi, non a immagine del Verbo che era da principio presso Dio.
Molto di più, Adamo ed Eva sono immagine della Trinità, sono somiglianza della comunione e del loro legame d'amore, della condivisione. E’ la nostra identità più profonda.
In principio a tutto, è posta la relazione.

Solitudine è il primo male, perfino nel cielo: «neanche Dio può stare solo» (Turoldo), e la Trinità è la vittoria essenziale sulla solitudine. Così deve essere l'uomo, così la Chiesa, così noi: questa è la direzione della storia.
Un dogma che non è astrazione ma indicazione esistenziale, stella polare, ago che punta dritto verso nord.

Lo Spirito, come vedetta sulla prua della mia nave, mi annuncia terre che ancora non vedo. Lo ascolto e punto verso di esse il timone, e posso agire certo che ciò che tarda verrà, posso vivere come se il Regno fosse già qui.
E questo contrasta con i modelli del mondo, dove i capitali accumulati sottraggono vita ad altri. Dove languono intelligenze cui non è permesso fiorire, dove linee tracciate sulle mappe sono insulti all’uomo libero, e ne consegue che sia di qua che di là, per motivi diversi, si soffre. Come nella chiesa che, se si chiude in sé, si ammala (papa Francesco).
Tutto circola nell'universo, tutto canta con quella soavità propria di ciascuno, inconfondibile e ammaliante: pianeti e astri, sangue, fiumi, vento e uccelli migratori. Vita, che si ammala e si spegne, se si ferma.
E noi vorremmo distinguere ciò che non va distinto, separare ciò che, per natura, circola in continuazione, in continuo movimento alla ricerca dell’altro, nella natura e nella gente.
Ma Gesù ha grande fiducia in noi: «Ho ancora molte cose da dirvi, ora non potete portarne il peso».
Se ne va senza aver risolto tutto, sarà lo Spirito a guidarci alla Verità. Mi consola sapere, dalla bocca di Gesù, che in Dio scoprirò nuovi mari, e che nel Vangelo troverò ancora tesori inesplorati, per me.
La Verità di cui parla Gesù è la semplice e antica sapienza del vivere: una sapienza sulla nascita, la vita, la morte, l'amore, su me e sugli altri, per cui può dire dire: «io sono la verità» e insegnarci, con lo Spirito, il segreto della vita autentica.
Riprendiamo il senso antico dell'accoglienza, smettiamo di offendere la vita riportando attenzione alla reciprocità, anche piccola, anche semplice, e ovunque fiorirà il buono.

per Avvenire

La Trinità è sorgente di sapienza del vivere (...)

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