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sabato 5 febbraio 2022

NON TEMERE, LA TUA BARCA VA BENE - Che cosa mancava ai quattro in riva al lago? Mancava un sogno. Gesù ha sognato cieli nuovi e terra nuova, e loro lasciano il lago e trovano il mondo. - V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / C - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

NON TEMERE, LA TUA BARCA VA BENE
 

Che cosa mancava ai quattro in riva al lago?  
Mancava un sogno. Gesù ha sognato cieli nuovi e terra nuova, 
e loro lasciano il lago e trovano il mondo.
 

I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. [...]Luca 5,1-11

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NON TEMERE, LA TUA BARCA VA BENE

Che cosa mancava ai quattro in riva al lago?  Mancava un sogno. Gesù ha sognato cieli nuovi e terra nuova, e loro lasciano il lago e trovano il mondo.


La nostra vita avanza, cammina, corre dietro a un desiderio forte che nasce da una assenza o da un vuoto, che ci chiedono di essere colmati.

Tutto comincia con una notte buttata, con le reti vuote, con una fatica inutile. Un gruppetto di pescatori delusi, indifferenti alla folla eccitata e al Maestro.

Che cosa mancava ai quattro in riva al lago, per convincerli poi a lasciare barche e reti, a mettersi in cammino dietro a quello sconosciuto, senza neppure domandarsi dove li avrebbe condotti? Mancava un sogno. Gesù ha sognato cieli nuovi e terra nuova per tutti, e loro lasciano il lago e trovano il mondo.

Gesù entra scalzo nelle loro vite, con delicatezza; semplicemente prega Simone di staccarsi un po' dalla riva. Nel momento del fallimento, quale parola ti dà più speranza? Un comando? Un’imposizione? Un rimprovero? O non invece qualcuno che ti prega?

In quello dei pescatori intravedo i miei fallimenti, le scelte sbagliate, i miei giorni inutili. Eppure Gesù sale sulla mia vita, a volte vuota, sulla mia barca che ho tirato in secca, e mi prega di ripartire, affidandomi ancora e sempre un nuovo grande mare.

“Sulla tua parola getterò le reti”. Cosa spinge Pietro a fidarsi? Non ci sono discorsi sulla barca, solo sguardi, ma per Gesù guardarti e amarti è la stessa cosa.

Pietro in quegli occhi ha visto un amore speciale, ha sentito che la sua vita è al sicuro accanto a Gesù. Ci crede, e si lancia in quest’avventura.

Le reti si riempiono. Davanti a questa potenza e mistero, di fronte a Dio che si è avvicinato, il pescatore prende paura, e lo respinge: «Allontanati da me! Sono solo un peccatore». Come posso stare vicino a Dio, se non sono perfetto?

Ma la reazione di Gesù è bellissima: non dice che non è vero, non assolve Simone, non lo umilia; invece, non ci pensa già più, e lo accarezza con una sola parola: non temere. Il peccato rimane, non viene annullato, ma non può essere il mio alibi per chiudermi al futuro.

Non temere, anche la tua barca va bene. D'ora in avanti resterai peccatore, ma non temere, cercherai uomini, li raccoglierai per la vita, lo farai come se fossero il tuo tesoro.

E abbandonate le barche cariche del loro piccolo tesoro, proprio nel momento in cui avrebbe più senso restare, seguono il Maestro verso un altro mare. Senza neppure chiedersi dove li condurrà. Sono i «futuri di cuore». Vanno dietro a lui e verso l'uomo, nella doppia direzione che sola conduce al cuore della vita.

La nostra missione è la stessa di Pietro: pescare non significa raccogliere per la morte, ma per la vita; mostrare che siamo fatti per un altro sole, un’altra luce, un altro respiro. Allora in questa nostra «epoca delle passioni tristi» molto lavoro è da compiere, sotto il vento dello Spirito, ascoltandolo soffiare sulle nostre piccole vele.

per Avvenire

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