perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Traccia di riflessione sul Vangelo della domenica
a cura di Santino Coppolino
VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO A)
Vangelo:
Gv 14,15-21
Dio Padre, nel suo Figlio Gesù, rimane fedele alle sue promesse amando gli uomini di un amore eterno e amandoli «sino alla fine» (13,1); adesso Gesù domanda ai suoi di amare il Padre in Lui. Amare Gesù, il Signore, è il centro della fede cristiana, il pieno compimento dello Shemà (cfr. Dt 6,5), il "Kelal Gadol", il comandamento più grande della Torah. L'amore per Gesù però non si traduce solo in un pio sentimento, amare il Signore significa necessariamente amare i fratelli, essere responsabili della loro vita, vuol dire vivere la Parola nell'accoglienza e nel servizio agli altri. «Amare significa decentrarsi, uscire da sé, desiderare la felicità degli altri. Amare: voce del verbo morire.» (T.Bello). Solo l'amore vissuto nel servizio vicendevole ci spalanca le porte per entrare "nella nuova ed eterna alleanza". Se veramente ci amiamo non saremo più soli, perché lo Spirito Santo Con-solatore prenderà la sua dimora in noi trasformando la nostra esistenza nel Tempio Santo della sua Dimora. E' lo Spirito di Verità / Fedeltà che, coloro che vivono secondo le logiche del mondo, non possono conoscere perché posseduti da un altro spirito, quello della menzogna che conduce alla morte. Innestati allora in Gesù , come tralci alla vite , siamo resi degni mediante lo Spirito di vivere l'amore del padre che ci fa figli amati e amanti , veri fratelli fra noi.