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mercoledì 20 maggio 2020

“Storia e pratica del silenzio” di Remo Bassetti. Recensione di Aldo Pintor

“Storia e pratica del silenzio” 
di Remo Bassetti
Recensione di Aldo Pintor

Altre volte recentemente mi è capitato di recensire libri sul silenzio. Oggi viviamo in un mondo alienato e sommerso da rumori che spesso disturbano e non comunicano, pertanto questo argomento è diventato molto sentito. Il silenzio infatti sarebbe un elemento da recuperare nelle relazioni odierne non lo dice solo il vostro recensore ma oramai è opinione comune tra i sociologi. In ogni caso dobbiamo conoscere questa assenza di suoni perchè non sempre essa è positiva. Esistono vari tipi di silenzio e mai questo è solo assenza di rumore. Per inquadrare meglio questa realtà che non è fatta solo di assenze ci può aiutare la lettura di: “Storia e pratica del silenzio” Bollati Boringhieri Editore, p. 298, € 16, di Remo Bassetti.

Questo libro ci offre un percorso affascinante che comincia da quel silenzio cosmico che precedette il Big Bang fino alla controversa situazione del silenzio dei nostri giorni dove pur così invocato è sempre più difficile da vivere.

L'opera di Bassetti può benissimo essere definito un manuale per stabilire quando il silenzio può essere utile e quando invece nocivo. Un percorso quindi lungo che attraversa epoche diversissime dove il silenzio ha assunto significati diversi e addiritura contrastanti. Ad esempio come è stato inteso il silenzio di Dio dagli uomini di fede? Da un lato questo silenzio si presenta senza spiegazione davani ai massacri di innocenti e alla crudeltà da cui è costellata la storia del mondo. Ma esso è anche stato inteso come quell'elemento gravido di vita dove la parola di Dio può sorgere. Abbiamo il silenzio sinistro di Auschwitz o dei Gulag dove Dio sembra insensibile al dolore umano, eppure da questo stesso silenzio che pare così mortifero negli stessi luoghi di sofferenza misteriosamente fa sorgere inaspettati gesti di solidarietà. Il silenzio dell'amore può essere il silenzio che racconta un sentimento che non può essere detto con parole ma l'assenza di suoni può anche significare l'assenza di qualunque sentimento. C'è il silenzio dovuto a sordità fisica che talvolta come nel caso di Beethoven fa nascere potenti melodie ma c'è anche il silenzio che è un grido silenzioso verso l'ingiustizia. Così come il silenzio può essere la scelta opportunista di chi preferisce tacere davanti al male del mondo. Ora abbiamo esposto solo alcuni degli aspetti del silenzio raccontateci da Remo Bassetti. Tutti questi comunque ci dicono che il silenzio è un mistero. Tra le tante immagini che ci vengono in mente leggendo il libro mi piace sottolineare quella del linguista Paul Guice ossia che “Se ci sono dieci persone in una stanza bastano anche due a creare un discorso, se si vuole mantenere il silenzio devono essere d'accordo tutti”. Interessante è anche il capitolo finale del libro che si occuppa dell'uso pratico del silenzio, uso per cui propone dieci tesi: Si comuncia col “fare cose con il silenzio” per poi studiare “le resistenze al silenzio” dopo si prende in esame il “silenzio nel segreto” e “quello che viene dopo”.

Poi arriva il “silenzio per toccare” e quello “dell'ascolto” il silenzio “delle età” a quello “del vero”. Infine arrivano il “rumore delle parole” e al “silenzio dell'attesa”
Nell'ultima pagina del libro ci viene data una risposta alle tante domande scaturite dalla lettura del libro ossia “sia il silenzio che le parole dovrebbero dimostrarci che hanno valore le persone”. Ossia il silenzio può essere buono o cattivo a seconda di quanto fa scaturire nelle persone che lo praticano o cui è diretto. Insomma ogni cosa deve essere strumento per costruire un vivere più umano. Anche il silenzio e le parole.