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giovedì 7 novembre 2019

Un Paese che ama la Libertà non brucia libri e non minaccia i testimoni della storia - Sotto scorta Liliana Segre - Attentati a una libreria

Un Paese che ama la Libertà 
non brucia libri e non minaccia i testimoni della storia
Sotto scorta Liliana Segre - Attentati a una libreria


La senatrice a vita Liliana Segre da oggi finisce sotto scorta per le troppe minacce. Testimone vivente sopravvissuta alla Shoah riceve 200 messaggi al giorno di odio razziale.

Guarda il video (TG2000)



CHI AMA LA LIBERTÀ 
NON BRUCIA LIBRI E NON MINACCIA I TESTIMONI DELLA STORIA

Non è un bel Paese quello in cui ci si sveglia apprendendo che Liliana Segre finisce sotto scorta e che una libreria è stata mandata a fuoco per la seconda volta. Ecco perché dobbiamo tutti, ciascuno nel suo piccolo, vigilare


Non è un bel Paese quello in cui ci si sveglia apprendendo che, per la sua sicurezza, dobbiamo comprimere la libertà personale di una donna mite e profondamente libera come Liliana Segre, che della schiavitù ha conosciuto una delle forme recenti e peggiori e, a 89 anni, riceve in cambio della sua libertà di non smettere di testimoniare sequele di insulti e di minacce che ora il prefetto di Milano ha giudicato pericolose al punto di assegnarle una tutela, una guardia del corpo.

Non è un bel Paese quello in cui si manda due volte a fuoco una libreria- caffetteria, La percora Elettrica, nota per il suo antifascismo: la prima volta era stato il 25 aprile. La seconda nella notte tra 5 e il 6 novembre, appena prima della riapertura che era prevista per oggi. Non sappiamo se a dare fastidio siano state le idee o il fatto che si stesse aperti fino a tardi facendo luce su una strada di Centocelle in cui lo spaccio vorrebbe agire indisturbato. Si stanno vagliando entrambe le ipotesi. Ma a ben vedere coglie ugualmente nel segno la poesia in romanesco che ha lasciato accanto alla saracinesca bruciata: Se ‘n’antra vorta ho ripijato foco/nun è pe’ ‘n incidente né pe’ ‘n gioco./È che ce sta ‘na mano criminale/ che me detesta e me vo’ fa’ der male… E ancora: Ma anche se so’ pecora sappiate che co’ ‘ste cose nun me spaventate/ Me riempirò de libri e de cultura/quello che a voi altri fa paura.

Che a bruciare i libri - atto che, volenti o nolenti, rimanda al 10 maggio 1933 a Bebelplatz a Berlino dove i nazisti bruciarono i libri contrari “allo spirito tedesco” - sia stata l’ideologia e o l’interesse delle piazze dello spaccio non cambia molto la sostanza: si tratterebbe in ogni caso di un attentato alla libertà, di chi vuole lavorare diffondendo cultura in un quartiere di periferia e potrebbe rappresentare per il solo fatto di esistere un pericolo tanto per chi ha in ubbia il sapere come antidoto alla riscrittura della storia, quanto per chi abbia interesse a continuare a smerciare nell’ombra sostanze che danno dipendenza, che poi è l’altro nome della schiavitù.

Non è un bel Paese quello che attraverso questi segni prova che una parte del suo popolo sovrano sta perdendo coscienza di quale immenso privilegio sia stato nascere nell’unico angolo di mondo e di storia, l’Europa occidentale, in cui si è vissuti per 74 anni consecutivi in pace e in libertà, senza segregazioni razziali di sorta. Cultura e memoria sono l’unico modo che abbiamo per conservare la coscienza di questo privilegio e per provare a conservarlo prima di finire, inconsapevoli e magari consenzienti, in braccio a qualche nuovo uomo forte. Chi legge i libri non li brucia, chi legge i libri non minaccia i testimoni che portano sul corpo e nell’anima le ferite della storia, ne custodisce e tramanda la memoria. Non per niente alla fine, in uno dei libri più simbolici del Novecento, Farenheit 451, a salvare i libri bruciati dall’oblio, e con essi la libertà, è la memoria di chi, ricordandone pezzi, li può tramandare scongiurando il rischio di un mondo condannato a ripetere gli errori del passato perché prigioniero in un presente ancorato a nulla. Il senso critico, da trasmettere di generazione in generazione, è l’unico strumento che ci può salvare da questi pericoli, lo si costruisce leggendo, studiando, sapendo, ricordando. È una fatica forse, anche se gratificante, ma se teniamo alla nostra libertà dobbiamo farla tutti, ciascuno nel suo piccolo, e indicarla ai figli. Diversamente rischiamo di consegnare loro un Paese peggiore di quello in cui siamo nati.


Dalla bacheca facebook di P. Antonio Spadaro SJ:

Se, a causa delle minacce, a #LilianaSegre è stata assegnata la scorta allora qualcosa si è rotto nel nostro vivere civile. Se una donna sopravvissuta al nazismo oggi deve vivere sotto protezione significa che non può esserci più nessun se o ma nel nostro impegno contro l’#odio

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Liliana Segre a braccetto di due uomini della scorta, che da oggi saranno con lei, nel cuore della sua Milano. È la prima immagine della sua nuova quotidianità dopo la decisione presa mercoledì, in base alla quale a garantire tutela alla senatrice a vita, 89 anni, superstite e testimone della Shoah, saranno i carabinieri del Comando provinciale di Milano (Ansa)



Per l'attentato alla libreria leggi: