La situazione della nostra casa comune:
Laudato si’ - Introduzione e cap. I
Egidio Palumbo e Tindaro Bellinvia
(VIDEO INTEGRALE)
Tindaro Bellinvia e Egidio Palumbo |
Relazione tenuta il 23 ottobre 2019
nell'ambito dei
Mercoledì della Spiritualità 2019
PER AMORE DI NOSTRA MADRE TERRA
- Lettura della Laudato si’ di papa Francesco.
Proposta di una ecologia integrale -
promossi dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
EGIDIO PALUMBO: "... Con l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, per la prima volta il magistero pontificio riflette sul tema dell’ecologia in un modo più convincente e completo. Affronta, infatti, il tema dell’ecologia, certamente onorando il magistero dei papi che l’hanno preceduto, ma nell’orizzonte di una duplice prospettiva: (1) assumere la visione di una ecologia integrale, dove il tema dell’ambiente è strettamente connesso allo sviluppo tecnologico, al sociale, al culturale, al politico (interesse per la polis, per la città), alla condizione degli impoveriti della terra, alla sapienza delle religioni e – lì dove esistono – delle loro rispettive teologie; (2) intraprendere un cammino di conversione ecologica che chiede un cambiamento dei nostri stili di vita.
Inoltre, il papa elabora il testo valorizzando, secondo il criterio della collegialità, i contributi di varie Conferenze episcopali (Stati Uniti, Germania, Brasile, Patagonia-Comahue, Paraguay… ), e nel contempo accoglie le intuizioni e gli studi di scienziati, teologi e pensatori come H.J. Schellnhuber, P. Teilhard de Chardin, R. Guardini, J. C. Scannone, P. Ricoeur, anche di Dante Alighieri e perfino del musulmano sufi Ali al-Khawwas. In dialogo con tutti costoro il papa si propone di comprendere il mondo e la sfida di una ecologia integrale ponendosi dalla parte del “rovescio della storia”, vale a dire dalla parte delle periferie geografiche ed esistenziali, poiché è da una visuale decentrata che si colgono meglio i processi in atto.
Infine, sullo sfondo dell’enciclica vi è la consapevolezza, evidenziata dalla fede biblica, che l’essere umano (adam) è fatto di terra (adamah), è un terroso (Gen 1,26; 2,7; Laudato si’, n. 2): la terra gli appartiene, è dentro il suo corpo, è il suo habitat, è la sua casa, che a sua volta è la “casa comune” che appartiene a tutti, e che dovrebbe essere oggetto della cura di tutti e non del dominio e dell’abuso di alcuni. ..."
TINDARO BELLINVIA: " ... Il parallelismo tra l’enciclica Pace in terris di papa Giovanni XXIII e Laudato si’ di papa Francesco, proposto da Enzo Bianchi nella sua introduzione dell’enciclica sulla cura della casa comune, mi sembra convincente non solo perché l’attuale vescovo di Roma come l’allora pontefice del Concilio si rivolge ad una platea più ampia di quella dei cattolici, ma soprattutto perché effettivamente nel primo caso eravamo sull’orlo di una guerra nucleare mondiale, nel secondo caso ci troviamo sull’orlo del precipizio di una catastrofe ambientale se non si compiono decisi passi verso un’ecologia integrale.
...
il primo capitolo dell’enciclica Laudato si’ invia un messaggio chiaro che pervade tutto il documento pontificio: «oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre più un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri» (n. 49).
Parlare di biodiversità, di preservare i polmoni verdi della Terra, di ricchezza di colture per l’agricoltura contro i rischi delle grandi proprietà di imporre le monoculture, di conservazione e anzi sviluppo di varie tipologie di semi e di frutti contro la conformità delle grandi corporation che tendono a semplificare per rendere i contadini più dipendenti dalle loro produzioni, deve servire appunto a legare la difesa dell’ambiente al superamento della povertà. L’uno ha senso se si lega all’altro.
Anche i promotori delle battaglie civilipromosse in Italia, e in tante parti del pianeta, contro l’eccesso di cementificazione del territorio devono trovare un canale di comunicazione con le fasce sociali più deboli. Preservare il paesaggio come bene comunedeve diventare non un’esigenza da ricchi illuminati, ma un forte imperativo di tutte le fasce sociali, rendendo socialmente conveniente tutelare e preservare il territorio. Chiaramente per fare tutto ciò bisogna rispondere ai bisogni primari di quei ceti sociali impoveriti dalla lunga crisi economica di questi anni. Si deve prospettare sicuramente un’alternativa ad uno sviluppo economico tutto improntato su cementificazione del territorio e proliferazione di industrie inquinanti, ma è evidente che una via verde, anche se basata su un nuovo modo più equilibrato di produrre e consumare, deve sempre far intravedere un miglioramento delle condizioni di vita degli ultimi.
L’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ riteniamo sia utile, fin dal suo primo capitolo, a indirizzare autorevolmente il dibattito pubblico verso una maggiore consapevolezza della questione ambientale legandola in modo indissolubile alla questione sociale e, dunque, all’emancipazione dei poveri.
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