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sabato 25 agosto 2018

Diciotti, i vescovi siciliani: "Pronti allo sciopero della fame" - don Mazzi scrive a Bassetti: 'Serve una bella disobbedienza civile'


Diciotti, i vescovi siciliani: "Pronti allo sciopero della fame"

Il delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale dell'Isola: "Occorre mobilitarsi"

"I vescovi di Sicilia si stanno interrogando sulla necessità di passare dalla riflessione ai fatti, meno proclami - pur importanti per risvegliare le coscienze - e più azioni fattive per liberare questi nostri fratelli. Dopo le belle riflessioni, occorre subito mobilitarsi: magari salendo sulla Diciotti e fare con loro lo sciopero della fame? O qualche altra iniziativa di solidarietà che manifesti il volto popolare di una Chiesa impegnata fattivamente su questo problema?". A dirlo è il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, delegato della Conferenza episcopale siciliana per le migrazioni, intervendo sulla situazione della nave della Guardia costiera attraccata da lunedì sera al porto di Catania, con a bordo 150 migranti, in attesa di essere sbarcati. Oggi a Catania è in programma un sit-in.



Una "provocazione" quella del vescovo di Noto, perché "si ridesti in noi l'umanità bella e buona del Vangelo". Il presule invita a una responsabile presa di coscienza. "L'umanità 'buona e vera' che Gesù ha introdotto nel mondo e che il cristianesimo ha portato in Europa (umanità che dentro processi magmatici ha costruito l'Europa e la sua unità culturale) - dice - ha come segno distintivo l'accoglienza, il prendersi cura, la condivisione del dolore di altri, l'immedesimazione (Edith Stein) che produce 'simpatia' ed 'empatia'".

"Questa umanità è l'anima dell'Europa e dell'Italia. L'Italia, che per mantenere la linea dura nei confronti dell'Europa insensibile e anestetizzata, nemmeno si commuove per lo sciopero della fame di 150 persone umane, nostri fratelli e amici, resterà ancora 'bella', ma ormai 'senz'animà. La perdita dell'anima sta già deturpando la bellezza del suo volto, costringendo milioni di cittadini a vergognarsi di appartenere alla nazione. Quale bellezza salverà l'Italia? Non c'è altra via che quella della solidarietà, 'nuovo nome della pace'"


La dichiarazione di monsignor Staglianò, per i vescovi siciliani: per le migrazioni occorre risvegliare le coscienze.
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Nave Diciotti, don Mazzi scrive alla Cei
Lettera a Bassetti: 'Serve una bella disobbedienza civile'

"Oggi, un'altra bella disobbedienza civile, qualificherebbe la Chiesa di Francesco. Telefona a tutti i vescovi, sappi che noi ci siamo, e poi vai davanti alla barca e costituisciti. Poi, allarga le braccia e fatti 'legare'". Così il presidente della Fondazione Exodus, don Antonio Mazzi, ha deciso di rivolgersi in una lettera al presidente della Cei Gualtiero Bassetti, parlando della situazione dei migranti da giorni a bordo della nave Diciotti, ormeggiata nel porto di Catania. 
"Credo sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti - scrive don Mazzi -. Le 150 persone che sono nella Diciotti da giorni, non possiamo accontentarci di farle sopravvivere, tra gli stenti più dolorosi". "Mi rifiuto di pensare - ha proseguito - che l'Italia possa essere svenduta a questi politici, fino a ieri arruffapopoli ed oggi capi bastione, sepolti tra gente che ha confuso l'Africa, il dolore, la tirannia, la fame, lo spavento, quasi fossero giochi da cortile e chiacchiere da osteria".