Riflessione del Card. Gianfranco Ravasi
13 ottobre 2013
Il Card. Ravasi inizia la sua riflessione presentando la figura di Cristo con le parole di uno scrittore ateo, ma particolarmente tormentato dalle grandi domande, uno scrittore francese di cui celebriamo quest'anno il centenario della nascita, Albert Camus, che definiscono la figura di Cristo come egli la intuiva:
"Cristo è venuto a risolvere due problemi principali, il male e la morte, che sono appunto i problemi degli uomini in rivolta. La sua soluzione è consistita innanzi tutto nell'assumerli in sé. Anche il dio uomo soffre, con pazienza. Né male né morte gli sono più assolutamente imputabili, poiché è straziato e muore. La notte del Golgotha ha tanta importanza nella storia degli uomini soltanto perché in quelle tenebre la divinità, abbandonando ostensibilmente i suoi privilegi tradizionali, ha vissuto fino in fondo, disperazione compresa, l'angoscia della morte. Si spiega così il e il dubbio tremendo di Cristo in agonia. L'agonia sarebbe lieve se fosse sostenuta dall'eterna speranza. Per essere uomo, il dio deve disperare."
"Cristo è venuto a risolvere due problemi principali, il male e la morte, che sono appunto i problemi degli uomini in rivolta. La sua soluzione è consistita innanzi tutto nell'assumerli in sé. Anche il dio uomo soffre, con pazienza. Né male né morte gli sono più assolutamente imputabili, poiché è straziato e muore. La notte del Golgotha ha tanta importanza nella storia degli uomini soltanto perché in quelle tenebre la divinità, abbandonando ostensibilmente i suoi privilegi tradizionali, ha vissuto fino in fondo, disperazione compresa, l'angoscia della morte. Si spiega così il e il dubbio tremendo di Cristo in agonia. L'agonia sarebbe lieve se fosse sostenuta dall'eterna speranza. Per essere uomo, il dio deve disperare."
Queste parole, abbastanze dure, rappresentano con intensità il Dio veramente uomo.
E questo Dio-uomo noi lo vediamo ....
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