di Alberto Neglia, ocarm
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I Mercoledì della Spiritualità 2013
Incontro integrale del 16 ottobre 2013
"Spazio privilegiato, in cui si coltiva la vita nello Spirito è l’esperienza di preghiera. La preghiera è via alla fede, e molte delle nostre più profonde intuizioni spirituali nascono dallo stare in ascolto e in preghiera davanti a Dio.
Pregare, ovviamente, non è recitare parole per convincere Dio a fare ciò che noi desideriamo.
Quasi tutti veniamo da una cattiva o se non altro ambigua educazione alla preghiera. Purtroppo, fin da piccoli fummo educati a «dire preghiere», meno, molto meno, a «stare davanti a Dio». Educati a dire parole nella preghiera, con il conseguente inganno di pensare che dal numero delle preghiere sia misurata la religiosità di ciascuno di noi. Eppure Gesù aveva detto: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate» (Mt 6, 7-8).
Scrive Anthony Bloom, metropolita della chiesa ortodossa russa:
«Ricordo che una delle prime persone che venne a chiedermi consigli dopo che ero stato ordinato presbitero fu una vecchia signora che disse: “Padre, ho pregato quasi incessantemente per quattordici anni, e non ho mai avvertito la presenza di Dio”. Allora le dissi: “Gli ha dato una chance di proferire anche solo una parola?”. “Oh no” mi disse, “ho parlato io per tutto il tempo, non è forse questa la preghiera?”. Le dissi: “No, non penso che lo sia, e quel che le suggerisco è di mettere da parte quindici minuti ogni giorno, restando seduta a sferruzzare davanti al volto di Dio”.
E così fece. Con quale risultato? Presto venne da me e disse: “È straordinario, quando prego Dio, in altre parole gli parlo, non sento nulla, ma quando mi siedo nella calma, faccia a faccia con lui, allora mi sento avvolta dalla sua presenza”. Non sarai mai in grado di pregare Dio realmente e con tutto il tuo cuore, se non impari a tacere e gioire a causa del miracolo della sua presenza, o se preferisci, del tuo stare faccia a faccia con lui anche se non lo vedi» (La preghiera giorno dopo giorno, Edizioni Qiqajon).
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