Nella preghiera ritroviamo la nostra dignità
e impariamo a
vivere da figli in questo mondo
di Alberto Neglia, ocarm
(video)
Estratto dell'incontro del 23 ottobre 2013 -
I Mercoledì della Spiritualità 2013 -
"La spiritualità cristiana: la preghiera"
«Colui che prega deve mettersi all’opera in modo simile. Dispone di una cetra e di un plettro. La cetra è il suo cuore, le corde i suoi sensi interiori. Per far vibrare le corde e suonare la cetra, ha bisogno di un plettro: il ricordo di Dio, il Nome di Gesù, la Parola. Così il suonatore di cetra deve, pieno d’attenzione e di vigilanza, ascoltare il suo cuore e far risuonare le corde con il Nome di Gesù, finché non si aprano i suoi sensi e il suo cuore si desti. Chi senza posa fa vibrare il suo cuore al Nome di Gesù arriva a farlo cantare: una felicità indescrivibile pervade l’anima sua come un fiume, il ricordo di Gesù purifica il suo spirito e lo fa splendere di luce divina» . (A. Louf)
Allora, per pregare bisogna disporre il cuore, con quello che significa, coinvolgere tutta la persona, darsi dei tempi, scegliere un angolo della casa, possibilmente davanti a una icona.
E bisogna lasciarsi toccare dal “plettro”: il ricordo di Dio, reso vivo dalla sua parola.
Dio ci educa a pregare, quindi, attraverso l’ascolto della Parola, è la Parola che ci svela il cuore di Dio (dice Gregorio Magno), è la Parola ascoltata che scrive nel cuore il Volto, il Nome di Gesù.
È l’ascolto che ci mette in preghiera, un ascolto che ci consente di riconsegnare al nostro cuore il volto di Gesù che ci ridesta a vita nuova. Ricordare Gesù, riconsegnare al cuore Gesù!
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