Alex Zanotelli
Non possiamo più tacere
davanti alle politiche di morte della UE e del Governo Meloni
nei confronti dei migranti
Quello che è avvenuto nella notte del 13 giugno nel mar Ionio, a poche miglia dalle coste greche, è una delle più spaventose tragedie di migranti nel Mediterraneo, con oltre 600 morti, dei quali almeno 100 erano bambini rinchiusi nella stiva del peschereccio “Adriana” (proprio come gli antichi schiavi!) Questo, nonostante tutte le segnalazioni di soccorso inviate all’autorità greche, ma anche all’Italia, Malta…
Nessuno si è mosso, anche se le autorità greche erano ben consapevoli che quel peschereccio era sovraffollato e inadeguato, ma non hanno avviato alcune operazioni di salvataggio.
Secondo i superstiti, 104 persone, il 13 sera il peschereccio si è ribaltato e sfasciato, trascinando nella abisso oltre 600 migranti. Dopo Cutro, un altro crimine perpetrato a danno dei disperati della storia, in cerca di una speranza di vita. E’ un dolore lancinante che provo davanti a questa ennesima tragedia. Come abbiamo fatto a diventare delle belve così feroci?
Non ci indigniamo più contro le leggi razziste e criminali della UE e del Governo Meloni, nonché contro i muri e le barriere erette per bloccare i disperati della storia. Infatti, ben 12 paesi hanno chiesto alla UE di finanziare muri anti-migranti: Estonia, Lettonia, Polonia, Grecia, Ungheria, Lituania, Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca e Slovacchia. Sono già stati costruiti in Europa oltre 1000 km di recinzioni. Ma si continua a leggere barriere e a costruire muri: la Grecia vuole ora costruire una nuova barriera marittima alta 110 cm e lunga 2,7 km tra Turchia e l’isola di Lesbo: la Grecia sta perseguendo una feroce politica anti migratoria come si è visto di recente quando, proprio a Lesbo, la Guardia Costiera greca ha sospinto un gommone con 12 migranti e un bimbo di 6 mesi al largo!
Anche la Bulgaria ha deciso di innalzare una barriera di 235 km per bloccare i profughi provenienti dalla Turchia. Altrettanto sta facendo la Slovacchia, lungo il confine con la Croazia. L’Ungheria ha già eretto una barriera di 158 km con la Serbia e 131 km con la Croazia. Anche l’Austria, che ha piazzato una recinzione con la Slovenia, chiede ora due miliardi di euro alla UE per finanziare un muro tra Turchia e Bulgaria. Più a nord la Lituania, che ha già costruito una barriera di 71 km con la Bielorussia, ora la vuole estendere per altri 502 chilometri. La Finlandia invece ha iniziato a costruire un muro lungo 200 km con la Russia. Perfino la Francia ha eretto un muro all’imbocco del tunnel della Manica.
Inoltre, il Consiglio Europeo ora offre sovvenzioni per costruire torrette di guardia, finanziare la presenza di soldati impegnati a sorvegliare le strade che costeggiano le frontiere, collocare telecamere di sorveglianza lungo le recinzioni. Inoltre, mette a disposizione personale specializzato con veicoli e attrezzature.
Le frontiere della UE diventano così un grande mercato per la tecnologia della sorveglianza e per le armi! È chiaro che ormai la UE si sta trasformando in una grande prigione in uno stato di polizia.
Altro che patria dei diritti umani: è il naufragio dell’Europa! “Erigere recinzioni e ostacoli per fermare i migranti o impedire l’arrivo dei migranti, è – ha detto Papa Francesco – un crimine”.
Il 21 giugno ci ritroveremo a Roma in Piazza Santi Apostoli, dalle ore 15, 30 alle 17, 30, per la giornata di digiuno per protesta contro queste politiche di morte nei confronti dei migranti.
Padre Alex Zanotelli a nome del digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti
(fonte: Faro di Roma 19/06/2023)