LA CURA
Dove tu finisci, cominciano le mie mani.
Tu vali non perché produci o hai successo, ma perché esisti, gratuitamente come i passeri, debole e breve come i capelli,
al sicuro nelle mie mani.
I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
- il primo per gli amici dei social
- il secondo pubblicato su Avvenire
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Matteo 10,26-33
per i social
LA CURA
Dove tu finisci, cominciano le mie mani. Tu vali non perché produci o hai successo, ma perché esisti, gratuitamente come i passeri, debole e breve come i capelli, al sicuro nelle mie mani.
Non temete, non abbiate paura, non abbiate timore. Per tre volte Gesù si oppone alla paura che mangia la vita. Noi non siamo eroi, noi siamo credenti, e ci opponiamo alla paura non tanto con il coraggio, quanto con la fede. E Gesù oggi inanella per noi bellissime immagini di fiducia: neppure un passero cadrà a terra senza il volere del Padre.
È forse Dio che spezza il volo delle sue creature, che tronca il cammino sulla terra di mia madre o di mio figlio? Il Vangelo non dice questo, dice altro: neppure un uccellino cadrà “senza il Padre”, al di fuori della presenza di Dio. Nessuno cade senza che egli ne sia coinvolto. Al punto che in ogni fratello crocifisso è Cristo a essere ancora inchiodato alla stessa croce.
E allora il dramma non è solo nostro, esso è anche di Dio (Turoldo). Che è presente, partecipa, si china su di me, intreccia la sua speranza con la mia.
Dio non si colloca tra salute e malattia, ma tra disperazione e fiducia. Suo paese e sua carne non sono le cellule del corpo, ma le ombre della paura, dove si annida quella che i salmi chiamano la bestia del canneto.
Allora lo Spirito intreccia il suo respiro con il nostro; e quando un uomo non può respirare perché un altro gli preme il ginocchio sul collo, è lo Spirito, il respiro di Dio, che non riesce a respirare. Dio non spezza ali, le guarisce e le rafforza.
E noi vorremmo non cadere mai, vorremmo voli lunghissimi e sicuri. Ecco allora la buona notizia: non abbiate paura, voi valete più! Il vostro nido è nelle mani di Dio. Per Dio io valgo molto più di quanto osavo sperare.
E’ finita la paura di non contare per gli altri, di dover sempre dimostrare qualcosa. Non temere, tu vali di più. E poi seguono immagini delicate come carezze, che raccontano quel Dio che fa per me ciò che nessuno ha mai fatto, che nessuno farà mai: ti conta tutti i capelli in capo. Il niente dei capelli: ma chi mai si perde, chi mai passerà la vita a contarmi i capelli?
Sì, è vero i passeri e i capelli contati hanno da attraversare la morte. Ma nulla andrà perduto. Gesù mi assicura che mi sarà restituito fino all'ultimo capello di quel corpo che ha sofferto e testimoniato vita e bellezza, umane e perciò divine.
Questa bella notizia voi gridatela sulle terrazze, al lavoro, nella scuola, negli incontri di ogni giorno. Annunciate che Dio si prende cura di ognuno, che nulla vi è di veramente umano che non trovi eco nel cuore di Dio.
Signore, ho combinato poco nella mia vita, e adesso non riesco più a combinare niente. E lui mi risponde: “tu vali di più, non perché produci, ti affermi o hai successo, ma perché esisti, gratuitamente come i passeri, debole e breve come i capelli, al sicuro nelle mie mani, e io, come dice la canzone: “avrò cura di te, perché sei un essere speciale”.
La sua cura su di te: dove tu finisci, cominciano le sue mani.
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