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sabato 13 maggio 2023

Il Papa e Zelensky, 40 minuti di colloquio: urgenti "gesti di umanità" per gli innocenti

Il Papa e Zelensky, 40 minuti di colloquio:
urgenti "gesti di umanità" per gli innocenti

Il capo della nazione afflitta dalla guerra giunto questa mattina, 13 maggio, a Roma. Incontro con il presidente Mattarella e la premier Meloni; nel pomeriggio da Francesco nell'Auletta dell'Aula Paolo VI. Colloquio privato sulla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina: il Papa ha assicurato la sua preghiera costante ed entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Incontro subito dopo con monsignor Gallagher


“È un grande onore per me essere qui...”. “La ringrazio per questa visita”. Poche parole, dette di persona, per la prima volta dall'inizio del conflitto. Una stretta di mano, l'inchino accennato con il capo del presidente. Volodymyr Zelensky è in Vaticano per incontrare Papa Francesco. È arrivato poco dopo le 16, in auto blindata, nel cortile dell’Aula Paolo VI: pantalone grigio, felpa nera militare, ha salutato i giornalisti presenti prima con un cenno della testa e poi con la mano. Il Papa lo ha accolto all'ingresso dell'Auletta, dove si svolge l'udienza (non nel Palazzo Apostolico). Insieme si sono diretti poi verso lo studio in legno. Seduti l'uno di fronte all'altro del tavolo con sopra un crocifisso e sulla destra una immagine della Madonna di Luján, hanno iniziato il loro colloquio a porte chiuse durato circa 40 minuti, come riferito dalla Sala Stampa vaticana, su temi "riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso".

"Il Papa - informa la nota vaticana - ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di 'gesti di umanità' nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto".

Un interprete francescano ucraino

Tutto il colloquio si è svolto alla presenza di un interprete. Si tratta di un francescano, fra Marko Gonkalo, nato a Zhytomyr, in Ucraina, che nel marzo 2022, mentre faceva lo speaker in polacco all'udienza generale il Papa aveva salutato e ringraziato per la sua testimonianza: "I suoi genitori sono in questo momento nei rifugi sottoterra, per difendersi dalle bombe, in un posto vicino a Kyiv. E lui continua a fare il suo dovere qui, con noi. Accompagnando lui accompagniamo tutto il popolo che sta soffrendo dei bombardamenti...".

Papa Francesco a colloquio con Zelensky

I doni

Era uno dei primi appelli pubblici del Papa per la popolazione ucraina "martoriata". Parole di vicinanza mai interrotte in questi oltre quindici mesi di aggressione. Vicinanza, dolore e anche speranza in una pace invocata a più riprese e oggi tradotta nel dono che il Pontefice ha consegnato a Zelensky: un’opera in bronzo raffigurante un ramoscello d’olivo, simbolo di pace. Insieme a questo il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2023, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della LEV, il volume “Un’Enciclica sulla pace in Ucraina” che raccoglie la maggior parte degli interventi pubblici del Pontefice sulla guerra in Ucraina. Significativi i doni consegnati da Zelensky: un’opera d’arte ricavata da una piastra antiproiettile e un quadro sull’uccisione dei bambini durante il conflitto intitolato Perdita 2022-58, dove 58 rappresenta il cinquantottesimo giorno dall'inizio dell'invasione della Russia che, fino a quel momento, aveva provocato la morte di 243 bambini. "Una perdita per il futuro e per l'intera umanità", si legge nella spiegazione dell'opera.

Lo scambio dei doni

Per la seconda volta in Vaticano

È la seconda volta che Zelensky arriva in Vaticano; la prima - come detto - era avvenuta l'8 febbraio 2020, quando in Europa iniziava ad aleggiare la minaccia della pandemia di Covid-19 e la guerra sembrava un fantasma segregato solo nella zona Est dell’Ucraina. Un anno e mezzo dopo il primo bombardamento russo a Kyiv, in mezzo a telefonate, lettere, appelli, contatti pubblici e privati, Zelensky – non più isolato come nei primi mesi del conflitto – è tornato a viaggiare e, in un itinerario che tocca diverse capitali europee, fa tappa a Roma dove torna dal Papa che non ha fatto mai mancare il suo sostegno spirituale, la sua vicinanza e anche l’aiuto concreto e diplomatico per il Paese est-europeo.

Incontri con Mattarella e Meloni

A Roma Volodymir Zelensky è giunto a Roma questa mattina, accolto dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Ha annunciato il suo arrivo su Twitter taggando gli account del Papa @Pontifex e quello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando pure il presidente Sergio Mattarella: “Una visita importante per avvicinarsi alla vittoria dell'Ucraina!”, ha scritto. Meloni lo ha accolto con un abbraccio e ha assicurato un “sostegno a 360°” dell’Italia all’Ucraina, in particolare per le iniziative dell’export del grano. Stesso sostegno ribadito da Mattarella che ha definito ignobile il rapimento di centinaia di bimbi ucraini in Russia. Circa 19.393 bambini sottratti dal loro Paese, ha detto lo stesso Zelensky: "Il numero reale può essere decisamente più grande". “La nostra vittoria è la pace”, ha affermato poi il presidente a Mattarella. Parole ripetute anche nella successiva conferenza stampa, durante la quale Giorgia Meloni ha espresso pure l’apprezzamento per “l’impegno del Papa e della Santa Sede” per arrivare alla pace tra Ucraina e Russia. “Roma si conferma capitale della pace”, ha detto la premier.

Il saluto con monsignor Gallagher

Roma blindata

Pochi minuti dopo le 16 Zelensky ha lasciato quindi Palazzo Chigi per dirigersi con il corteo, in mezzo ad una Roma già da ieri blindata, verso la Basilica di San Pietro. Le macchine hanno attraversato la piazza per poi dirigersi davanti all’Aula Paolo VI. Ad accogliere il presidente ucraino, monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Casa Pontificia. Nel seguito l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, e il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak.
Il colloquio con monsignor Gallagher

Dopo il colloquio privato con Francesco, il presidente ucraino ha avuto un incontro con il segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Gallagher. Assente il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, da ieri a Fatima per celebrare nel Santuario di Cova de Iria la festa della Beata Vergine Maria. Il colloquio con Gallagher è durato circa mezz'ora. Come informa un comunicato vaticano, “ci si è soffermati anzitutto sull’attuale guerra in Ucraina e sulle urgenze collegate ad essa, in particolare quelle di natura umanitaria, nonché sulla necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace”. “L’occasione - prosegue la nota - è stata propizia anche per trattare alcune questioni bilaterali, relative soprattutto alla vita della Chiesa cattolica nel Paese”.

Dopo 70 minuti dal suo arrivo, Zelensky ha lasciato quindi il Vaticano.
(fonte: Vatican News, articolo di Salvatore Cernuzio 13/05/2023)