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sabato 13 maggio 2023

A TU PER TU con la pazienza del “SE..” - Chi ama, vive: perché il tempo dell’amore è più lungo del tempo della vita. - VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO A) - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

A TU PER TU con la pazienza del “SE..”
 

Chi ama, vive: 
perché il tempo dell’amore è più lungo del tempo della vita.


I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
 
Gv 14,15-21

per i social

A TU PER TU con la pazienza del “SE..”

Chi ama, vive: perché il tempo dell’amore è più lungo del tempo della vita.

In questo passo del Vangelo di Giovanni, Gesù chiede, per la prima volta, di essere amato. In principio a tutto, pone un legame d'amore.

La sua prima parola è “se”: se mi amate. Un punto di partenza libero, umile, fragile, fiducioso, paziente. Puoi aderire o rifiutare, in totale libertà.
La sua parola finora diceva: amerai Dio e il prossimo, vi amerete gli uni gli altri; ora agli obiettivi dell'amore aggiunge se stesso.

‘Se mi amate’: e seguono parole che grondano unione, vicinanza, intimità, un tu per tu con Dio, in divina monotonia: il Padre vi darà lo Spirito, che rimarrà con voi, che sarà presso di voi, che sarà in voi; io stesso verrò da voi, e se voi sarete in me, io sarò in voi.

Chi ama osserverà il suo comandamento, il nuovo, l'unico: amatevi come io vi ho amato, e farlo diverrà per lui naturale, perché l’amore ti cambia la vita, e se ami non potrai ferire, tradire, rubare, violare, restare indifferente.
Se mi ami, ti trasformerai in un'altra persona, prolungherai i miei gesti e diventerai trasparenza di me.
Sarai eco delle mie parole e del mio vento.
Se mi ami, si spalancherà per te il mare immenso di Dio, e tu ne farai parte.
Gesù cerca spazi aperti e spazi nel cuore, ma amarlo è rischioso. Infatti per sette volte ribadisce il suo sogno: unirsi, abitare in noi: essere-in.
Non soltanto “essere accanto”, presso, vicino, ma “essere-in”. Dentro, immersi, uniti, nella stessa creta, fino a diventare l’uno casa dell’altro.
E lo fa con parole che dicono unione, incontro, intimità, festa umile e sublime nella comunione, in una circolarità infinita.
Ognuno è goccia della sua sorgente, fiamma dell’unico roveto, respiro nel suo vento, riflesso del suo sguardo.
Quindi non temete, mai vi lascerò orfani. Orfano è parola legata all'esperienza della morte e della separazione, ma Gesù afferma: non abbiate paura! Non lo siete ora e non lo sarete mai. Mai orfani, mai separati da me.
La presenza di Cristo in me non è quindi da raggiungere, non è lontana. È già data, è qui, è dentro e indissolubile, oceano immenso che mai verrà meno.

E infine la promessa di Gesù: io vivo e voi vivrete. Lui che vive e fa vivere: cinge un asciugamano e lava i piedi, che spezza il pane, che nel giardino piange nel cuore dell’amica, che sulla spiaggia prepara il pesce per consolare i suoi. Comandamenti che confortano la vita. Vivrete, perché io vivo: il mestiere di Dio è far vivere.
Chi ama, vive: perché il tempo dell’amore è più lungo del tempo della vita, perché forte come la morte è l'amore, e le grandi acque non possono spegnerlo né i fiumi travolgerlo.
Il cristiano è così: un amato che diventa amante.
Un Vangelo da mistici, di fronte al quale si può solo tacere, portando la mano alla bocca. La mistica però è un’esperienza per tutti: “il cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà” (Karl Rahner).

per Avvenire 

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