"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Vangelo:
Convertirsi non significa diventare bravi e buoni, ma prendere coscienza delle nostre infedeltà per aprirsi alla misericordia del Padre, passare dall'auto giustificazione per i nostri meriti all'accoglienza della gratuità della Sua Grazia. L'amore del Padre, infatti, non ci è concesso per i nostri meriti - se mai possiamo vantarne - ma per i nostri bisogni. «Per la Scrittura all'uomo non è possibile salvare se stesso: tutti, infatti, veniamo salvati per l'amore gratuito del Padre. Salvare perciò è un verbo che possiamo coniugare solo al passivo» (cit.). La salvezza è un dono gratuito del Padre, per questa ragione Gesù è sempre in viaggio, per cercare e trovare ogni frammento di umanità perduta per poi presentarla al Padre. La salvezza però è anche lotta che comporta una grande fatica, la fatica della nostra accoglienza e il suo prezzo è l'intera nostra esistenza. Bisogna perciò operare come se ogni cosa dipendesse da noi, essendo però consapevoli che tutto dipende da Dio (Ignazio di Loyola). La salvezza ha una sola porta e questa porta è Gesù, umile servo dei fratelli, ma per entrare da questa porta è necessario essere magri, sgonfiati dalla idropisia del nostro super io(14,1-6), accogliendo di vivere di Grazia e di Misericordia. Nessuno infatti è in grado di salvare se stesso, perché uno solo è l'uomo forte che ci salva: Gesù, nostro fratello e Signore. Per questo «la conversione più grande è riconoscere di essere peccatori: stare all'inferno senza disperare». (Silvano del monte Athos)