A proposito delle polemiche sorte con l'Ucraina dopo le parole di Papa Francesco all'Udienza di mercoledì scorso
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Le parole di Papa Francesco nell'appello pronunciato al termine dell'udienza di mercoledì scorso (24/08/2022) hanno provocato la protesta dell’ambasciata ucraina che non ha gradito il riferimento a Darya Dugina nel gruppo delle vittime innocenti.
"L'Ucraina è profondamente delusa dalle parole del Pontefice, che confrontano ingiustamente l'aggressore e la vittima.
Allo stesso tempo, la decisione di Papa Francesco di menzionare nel contesto della guerra russo-ucraina la morte di una cittadina russa sul territorio della Russia, con la quale l'Ucraina non c'entra niente".
È quanto ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al Nunzio a Kiev, mons. Visvaldas Kulbokas.
Anche se la lettura del testo si potrebbe prestare a questa interpretazione, questo non è che un passaggio del discorso e le frasi precedenti e successive collocano la riflessione del Papa in uno scenario molto più ampio.
Di seguito ne riportiamo il testo integrale:
"Rinnovo l’invito a implorare dal Signore la pace per l’amato popolo ucraino che da sei mesi - oggi - patisce l’orrore della guerra. Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia. Porto nel cuore i prigionieri, soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili, e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione. Penso ai bambini, tanti morti, poi tanti rifugiati - qui in Italia ce ne sono tanti - tanti feriti, tanti bambini ucraini e bambini russi che sono diventati orfani e l’orfanità non ha nazionalità, hanno perso il papà o la mamma, siano russi siano ucraini. Penso a tanta crudeltà, a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia e nessuno in guerra può dire: “No, io non sono pazzo”. La pazzia della guerra.
Penso a quella povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca.
Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti! Pensiamo a questa realtà e diciamoci l’un l’altro: la guerra è una pazzia. E coloro che guadagnano con la guerra e con il commercio delle armi sono dei delinquenti che ammazzano l’umanità. E noi pensiamo ad altri Paesi che sono in guerra da tempo: più di 10 anni la Siria, pensiamo la guerra nello Yemen, dove tanti bambini patiscono la fame, pensiamo ai Rohingya che girano il mondo per l’ingiustizia di essere cacciati dalla loro terra. Ma oggi in modo speciale, a sei mesi dall’inizio della guerra, pensiamo all’Ucraina e alla Russia, ambedue i Paesi ho consacrato all’Immacolato Cuore di Maria, che Lei, come Madre, volga lo sguardo su questi due Paesi amati: veda l’Ucraina, veda la Russia e ci porti la pace! Abbiamo bisogno di pace!"
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Tornielli: “Papa mai stato ‘equidistante’, ha condannato con parole nette l’aggressione russa”.
È “equivicino” alle vittime.
“Durante questi mesi, dobbiamo ricordarlo, il Papa non è mai stato ‘equidistante’: ha condannato con parole nette l’aggressione perpetrata dalla Russia. È stato piuttosto ‘equivicino’, cioè vicino a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra, in primo luogo la popolazione innocente dell’Ucraina che muore sotto le bombe russe”. Così, in una dichiarazione rilasciata all’edizione ucraina di Vatican News, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, ha commentato per il popolo ucraino le parole di Papa Francesco, pronunciate durante l’udienza generale del 24 agosto. Il video è stato rilanciato questa mattina in Ucraina dal sito della Chiesa cattolica latina. “Papa Francesco è intervenuto numerosissime volte in favore del popolo ucraino vittima di un’ingiusta aggressione”, ricorda il direttore del Dicastero vaticano. “Ieri (mercoledì 24 agosto, n.d.r.), nel giorno in cui sono ricorrevano i sei mesi dall’inizio di questa guerra, proprio nel giorno in cui l’Ucraina celebrava l’anniversario della sua indipendenza, ha pronunciato parole fortissime per chiedere la fine dei combattimenti e un impegno vero per la pace da parte dei responsabili delle nazioni”. “Francesco – prosegue Tornielli – ha parlato della ‘pazzia’ della guerra. Nell’enciclica ‘Fratelli tutti’ aveva già spiegato che non ci sono più ragioni per parlare di ‘guerra giusta’. Nessuna guerra oggi è ‘giusta’. E proprio riferendosi alla pazzia della guerra, che crea insicurezza per tutti, ha ricordato anche l’ultimo episodio di cronaca accaduto, l’attentato in cui è rimasta uccisa Darya Dugina. Ha parlato di lei definendola ‘povera ragazza’, per riferirsi alle circostanze drammatiche della sua morte, per ribadire che nulla può mai giustificare l’uccisione di un essere umano. Il Papa ha parlato con il cuore del pastore, non del politico. Voleva esprimere la pietà cristiana per i morti, per tutti i morti, e non certo ferire i sentimenti della popolazione ucraina, che sperimenta l’orrore della guerra e continua ad avere tante vittime innocenti, tra cui molti bambini. Bambini per i quali il Papa ha pregato tante volte e continua a pregare”.
(fonte: Sir 26/08/2022)
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Badilla: A proposito dell'"equivicino"
... imparare da un grande pastore: Giacomo Lercaro
In merito all'insostenibile teoria della Chiesa "equivicina", vanno ricordati gli insegnamenti dell'Arcivescovo di Bologna, card. Giacomo Lercaro, che parlò della guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam. Quanto disse allora il porporato si deve ribadire anche oggi nel caso dell'aggressione russa contro l'Ucraina. Questa è la dottrina cattolica. Tutto il resto sono opinioni personali.
La Chiesa è sempre vicina a tutte le persone e a tutti i popoli. Nell'amore al genere umano non fa distinzioni. Però sa distinguere fra giustizia e ingiustizia, fra aggressore e aggredito, fra bene e male.
Negli insegnamenti della Chiesa non ha senso parlare di "equivicino". La vicinanza non è un dosaggio calcolato per l'occasione. La vicinanza a tutti è sempre un mandato evangelico senza condizioni.
Ecco le parole del card. Lercaro:
“La Chiesa non può essere neutrale di fronte al male da qualunque parte venga”.
Le 14 parole del porporato condannavano chiaramente e apertamente i bombardamenti degli Stati Uniti contro le popolazioni del nord del Vietnam. Il Capo della Casa Bianca era allora Lyndon B. Johnson (1908–1973).
La fonte di quest'omelia è don Giuseppe Dossetti, sacerdote, che prima di entrare nella vita religiosa fu un importante politico del secondo dopo-guerra. Il suo illustre nome è nell'elenco dei Deputati costituenti. Don Giuseppe, per volere del card. Lercaro, si prese la responsabilità di stilare una versione scritta dell'omelia che il porporato pronunciò a braccio (e della quale qualche anno fa è stata scoperta una registrazione.
Papa Francesco ricordò e citò queste famose parole davanti al mondo universitario di Bologna il 1° ottobre 2017
(fonte: "Il sismografo" articolo di Luis Badilla 26/08/2022)
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