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mercoledì 11 novembre 2020

QUELLA "STANZA DEGLI ABBRACCI" CHE PERMETTE GLI INCONTRI TRA ANZIANI E CONGIUNTI

QUELLA "STANZA DEGLI ABBRACCI" CHE PERMETTE GLI INCONTRI TRA ANZIANI E CONGIUNTI

Una clinica di Castelfranco Veneto ha inventato una struttura capace di mettere in contatto visitatori e pazienti senza pericolo di contagio. L'effetto è commovente


Guardarsi e parlarsi attraverso pareti di vetro, che sì separano, ma senza costringere a rinunciare a tenersi mano nella mano grazie a dei guanti speciali che in un tocco aprono spazi e accorciano distanze. C’è posto pure per la gioia di un vero abbraccio stavolta attraverso l’utilizzo di uno speciale materiale plastico, trasparente e avvolgente come un velo, che permette agli anziani ospiti e ai loro familiari in visita di avvicinarsi e stringersi tra le braccia in piena sicurezza, senza correre alcun pericolo. Protetti dal rischio del contagio e nel rispetto dei protocolli Covid. Ad aver fatto prendere forma alla speciale “architettura dell’incontro”, per non dover per forza costringere gli anziani a rinunciare alle carezze e agli abbracci dei propri figli e nipoti in visita, è la casa di riposo “Domenico Sartor” di Castelfranco Veneto (Treviso). Se negli scorsi mesi primaverili ed estivi le visite agli anziani ospiti della struttura erano state separate da vetrata oppure si erano tenute all’aperto nell’ex bocciofila, con l’arrivo dell’autunno e con l’inverno alle porte è nata l’idea di rimettere mano allo spazio interno attraverso l’utilizzo di postazioni all’ingresso battezzate “Emozioni dell’abbraccio”.

E’ qui che ospiti e familiari possono parlarsi e toccarsi, pur rimanendo separati, senza correre alcun pericolo di trasmissione del virus. L’ingresso della casa di riposo è stato per questo dotato di diverse postazioni con la costruzione di nuove pareti in vetro che dividono l’area riservata agli ospiti dall’area dei familiari in visita, raddoppiando così il numero di visite giornaliere consentite: “L’abbraccio non unisce solo due corpi ma due cuori e due menti creando e rafforzando le relazioni e l’intimità. Donando amore, calore e protezione”, è la filosofia che ha fatto da faro all’idea. E visto che gli aspetti terapeutici del contatto fisico si riflettono sulla salute del corpo e della mente il progetto ha avuto per questo l’autorizzazione del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 2 di Treviso: “In questi mesi difficili di lotta al Coronavirus siamo riusciti a realizzare oltre mille visite in piena sicurezza, all’aperto e distanziati – ha spiegato la direttrice della casa di riposo, Elisabetta Barbato – Ora però, con l’arrivo della stagione invernale, abbiamo voluto studiare in anticipo una soluzione interna e così abbiamo rivoluzionato il nostro “Salone delle Rose” per poter aumentare il numero di visite giornaliere e soprattutto per poter sperimentare le “emozioni dell’abbraccio”.

Per far prendere il largo a un’atmosfera rilassata al centro della sala è stato inoltre costruito ad uso degli anziani un “cubo sensoriale interattivo” della dimensione di tre metri per tre che proietta video e suoni. Consentirà all’anziano di vivere una realtà virtuale fatta di scenari naturalistici e ambientazioni rilassanti di vario tipo con la riproduzione anche di opere d’arte. Su alcune facciate del cubo è possibile interagire in modo semplice con il touch screen per favorire una stimolazione sia a livello della percezione che delle emozioni. “Negli ultimi decenni c’è stato un fiorire di studi sul rapporto natura e malattia che hanno evidenziato come guardare o sostare di fronte a scenari di bellezza provochi cambiamenti fisiologici e psicologici – mette in evidenza la casa di riposo trevigiana che ha rivoluzionato per questo il proprio salone - Corpo e mente tornano allo stato di equilibrio e contribuiscono allo stato di integrità e di salute. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che l’arte e la bellezza hanno un effetto sia di prevenzione che terapeutico”.