Grazie Liliana!
Un lungo applauso e una standing ovation hanno salutato l'ingresso della senatrice a vita Liliana Segre nella tensostruttura allestita alla Cittadella della pace di Rondine, ad Arezzo, per ospitare la sua ultima testimonianza pubblica destinata alle scuole italiane e ai giovani del mondo.
Liliana Segre l'ha voluta fare nelle campagne di Arezzo, a Rondine, cittadella della Pace, nel tendone fuori da quella comunità che da 26 anni opera per la pace, ospitando ragazzi di nazioni in guerra, educando alla solidarietà e al rispetto degli altri. Valori che la senatrice a vita testimonia da tutta la vita raccontando nelle scuole una storia che inizia quando nel 1938 vennero emanate le leggi razziali e lei fu espulsa dalla terza elementare della scuola Ruffini di Milano.
"Un giorno di settembre del 1938 sono diventata l'altra. So che quando le mie amiche parlano di me aggiungono sempre la mia amica ebrea. E quel giorno a 8 anni non sono più potuta andare a scuola. Ero a tavola con mio papà e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. Chiesi perché, ricordo gli sguardi dei miei, mi risposero perché siamo ebrei, ci sono delle nuove leggi e gli ebrei non possono fare più una serie di cose. Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini. Molti miei compagni non si accorsero che il mio banco era vuoto".
La senatrice ha ripercorso sempre con toni pacati la sua storia nei dettagli, in collegamento streaming con le scuole di tutta Italia e in diretta su Rai 3.
Prima di iniziare il suo ultimo racconto, "perché ho bisogno di lasciar andare quella ragazzina che ero", Liliana Segre ha tagliato il nastro e inaugurato l'Arena di Janine, che all'interno del parco di Rondine ospiterà eventi legati ai temi della pace, e che è dedicato a quell'amica che venne portata alla camera a gas.
Un episodio che ha descritto come centrale nella sua dolorosa esperienza ad Auschwitz-Birkenau, dove perse suo padre, 43enne: "Eravamo alla selezione, Janine, la mia capo squadra, era bella, aveva una decina d'anni più di me, aveva perso due dita in un macchinario della fabbrica di munizioni dove lavoravamo. L'ufficiale tedesco davanti al quale dovevamo sfilare nude per essere scelte mi fece un cenno del capo e capii che io ero salva. Ma quando passò Janine, sentii che la bloccavano e capii che non l'avrei più vista. Io non mi fermai a guardarla, non la salutai, non la nominai. Ero diventata orribile, non accettavo più distacchi. Da allora, ho raccontato sempre di questa figura perché il suo non diventare donna, madre e vecchia, come oggi sono io, era legato al mio non essere, al mio aver perso ogni dignità, ogni senso di quella persona che io speravo di diventare".
La senatrice ha commosso tutti quando guardando negli occhi i presidente Conte ha ricordato quando venne arrestata con suo padre mentre tentavano la fuga in Svizzera: "Sono stata anche io clandestina, sono stata anche io richiedente asilo. So cosa vuol dire essere arrestati e rispediti indietro nel Paese dal quale si deve scappare per non morire, quando si crede di essere arrivati nel Paese della Libertà".
Alla fine la lunga standing ovation ha chiuso la mattinata di ricordi e di esortazioni ai giovani perché superino l'odio e l'indifferenza: "Non pensate sempre che i genitori siano forti, non lesinate gli abbracci, proteggeteli perché hanno bisogno di voi. E imparate a non sprecare, anche il cibo, perché chi ha provato la fame non può vedere come ogni giorno vengano buttate a Milano tonnellate di pane. Gli adolescenti sono fortissimi, scegliete sempre la vita, un passo davanti all'altro"
"No, non ho perdonato, non è possibile, e non ho mai dimenticato, ma ho imparato a non odiare", ha ripetuto spiegando che questa è una delle domande che le viene fatta più spesso dagli studenti. "Ma quando ebbi la possibilità di prendere la pistola e sparare all'ufficiale tedesco non lo feci. E quello è stato il momento in cui ho capito che non ero come i miei assassini ed è stato lì che sono diventata la donna libera e di pace con cui ho convissuto fino ad oggi".
Prima che iniziasse il commovente racconto di Liliana Segre hanno preso brevemente la parola tre giovani e alcune delle autorità presenti.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Una testimonianza di eventi così tragici ha la funzione di interrogare le coscienze, di sollecitarci a scacciare via l'indifferenza e anche le ambiguità, di sollecitarci ad assumere posizioni chiare e scelte nette. Io offro la garanzia mia personale e dell'intero governo che questa testimonianza non finisce oggi ma si manterrà viva e si rinnoverà in futuro, costantemente. Grazie senatrice Liliana Segre".
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in quarantena dopo che un membro del suo staff è risultato positivo al Covidi, ha inviato un messaggio video: "La presenza di Liliana Segre a Rondine ha un grande valore simbolico perché ai giovani e al valore della relazione e dell'amicizia ha deciso di lasciare il suo grande patrimonio morale" aggiungendo "Il virus dell'antisemitismo è ancora molto presente in Europa".
La presidente del Senato, Elisabetta Casellati. "E' una grande emozione essere oggi in mezzo a voi per vivere un passaggio di testimone morale. Un passaggio che segna una precisa chiamata non solo per i tanti giovani presenti, che saluto affettuosamente, ma anche per tutti noi che ne siamo spettatori privilegiati".
Il presidente della Camera Roberto Fico: "L'Italia è veramente grata a Liliana Segre. Il suo messaggio è racchiuso nella nostra Costituzione. Giurando su quei principi giuriamo di portare avanti la testimonianza di Liliana Segre".
L'incontro si è concluso con la consegna di uno scrigno con i pensieri scritti da bambini e giovani per la senatrice e di una lettera di ringraziamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è stata letta dalla stessa Segre, a cui è stata consegnata dal ministro all'Istruzione, Lucia Azzolina. "La Costituzione è stata scritta avendo davanti agli occhi le tragiche vicende che hanno coinvolto anche Liliana Segre da ragazza ed è stata approvata con la ferma determinazione di non permettere che i mostri del totalitarismo che avevano devastato l'Europa potessero ancora avvelenare l'Italia, il nostro continente. Mai più privazione della libertà, guerre di aggressione, mai più negazione dei diritti umani, mai più razzismo, odio, intolleranza. questa era la comune volontà dei padri costituenti. Merito loro se la nostra Repubblica è fondata su principi di grande valore: democrazia, libertà, uguaglianza, centralità della persona umana, pace e giustizia tra le nazioni".
Il grazie finale a Liliana è stato naturalmente quello del "padrone di casa" Franco Vaccari, fondatore di Rondine, che le ha fatto una sorta "dichiarazione d'amore", facendola anche sorridere, quando l'ha chiamata "ragazza del '30": "Quando 26 anni fa ci siamo conosciuti - chi l'avrebbe mai detto Liliana, a Camaldoli, fu amore a prima vista. Tu hai scelto questo luogo per la tua ultima testimonianza, sei stata un punto di forza e di riferimento in tutti questi anni, il fatto che i giovani possano ascoltarti è da concretezza alla speranza che la memoria continui. Grazie di averci fatto questo dono immenso. Sei un bene comune, e beni comuni non sono di nessun, ma di tutti".
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