E’ Beato Carlo Acutis, il Santo dei millennial:
“Un esempio per migliaia di giovani”
Papa Francesco dopo la recita dell'angelus domenica 11 ottobre 2020:
"Ieri, ad Assisi, è stato beatificato Carlo Acutis, ragazzo quindicenne, innamorato dell’Eucaristia. Egli non si è adagiato in un comodo immobilismo, ma ha colto i bisogni del suo tempo, perché nei più deboli vedeva il volto di Cristo. La sua testimonianza indica ai giovani di oggi che la vera felicità si trova mettendo Dio al primo posto e servendoLo nei fratelli, specialmente gli ultimi. Un applauso al nuovo giovane Beato!"
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E’ beato Carlo Acutis, una vita luminosa donata agli altri
Ad Assisi, nella terra benedetta dalla vita di san Francesco, la beatificazione del giovane che aveva “con Gesù un rapporto personale, intimo, profondo”, come sottolineato dal cardinale Agostino Vallini, rappresentante del Papa, nell’omelia della Messa celebrata nella Basilica Superiore. Carlo sarà celebrato ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua nascita al Cielo
I riccioli scuri accarezzati dal vento, l’accenno di un sorriso, uno sguardo di pace. Carlo Acutis è raffigurato così nel drappo che viene svelato non appena il cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi, pronuncia la formula di beatificazione. Accanto all’altare la reliquia con il suo cuore; un cuore che palpita ancora in quello di molti e soprattutto in quello dei suoi genitori, Antonia e Andrea, che il cardinale Vallini chiama a sé per salutare. Nel suo abbraccio c’è quello della Chiesa, riconoscente verso questi sposi per aver lasciato libero Carlo di camminare sulla strada indicata da Gesù.
Faro di luce
E proprio la Chiesa da oggi ha un “faro di luce” che qui, nel cuore dell’Umbria, ha attirato al Signore migliaia di persone. Carlo ha sollevato domande, interrogato sul proprio cammino di fede, ha suggerito l’unica “autostrada” da percorrere per il Cielo. Stupisce la sua semplicità. Stupisce il sì al Vangelo detto con convinzione fin da bambino, stupisce la rivoluzione che quella breve risposta compie in lui e in tutti quelli che lo hanno conosciuto, perché una volta che la luce ti investe non puoi più scivolare nel buio.
Reliquiario di Carlo Acutis
Gesù, l’amico
Il cardinale Agostino Vallini ripercorre nella sua omelia i tratti della vita del giovane, stroncato nel 2006 da una leucemia fulminante. Si interroga su quanto aveva di speciale, pur essendo come tutti gli altri ragazzi della sua età, ma in lui spiccava la passione per internet, via “per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”, come sottolineato da Papa Francesco nella Christus Vivit. Grande era l’amore per il Signore, suo “Amico, Maestro e Salvatore”, fonte della sua energia per offrire ancora di più l’amore alle persone e fare loro del bene. “Aveva il dono di attrarre – spiega il porporato - e veniva percepito come un esempio”.
L’immagine della vite e dei tralci è molto eloquente per esprimere quanto sia necessario per il cristiano vivere in comunione con Dio. La sua forza sta proprio qui: avere con Gesù un rapporto personale, intimo, profondo, e fare dell’Eucarestia il momento più alto della sua relazione con Dio.
Toccava il cuore
Infiammato dall’amore di Gesù, Carlo era diventato “annunciatore del Vangelo anzitutto con l’esempio della vita”, portava gli altri a Lui testimoniando quello in cui credeva, “anche a costo – sottolinea il cardinale Vallini - di affrontare incomprensioni, ostacoli e talvolta perfino di essere deriso” spesso per la sua incrollabile difesa della “santità della famiglia “, della “sacralità della vita contro l’aborto e l’eutanasia”.
Carlo sentiva forte il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino e che è bello stare con Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia.
Usava ogni mezzo per comunicare questo bisogno spirituale, convinto che la rete fosse “uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale”. Da qui la nascita della mostra sui miracoli eucaristici, che ha toccato tutti i continenti, la devozione alla Madonna, il catechismo ai bambini, il Rosario, compagno di ogni giorno.
Preghiera e missione dunque: sono questi i due tratti distintivi della fede eroica del Beato Carlo Acutis, che nel corso della sua breve vita lo portò ad affidarsi al Signore in ogni circostanza, specialmente nei momenti più difficili.
Controcorrente
E’ la malattia, lo schiaffo che riceve dalla vita, ma è anche l’occasione per offrire “al Signore, al Papa e alla Chiesa” le sue sofferenze.
Il novello Beato, ancora, rappresenta un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso, consapevole che per rimanere nell’amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo, anche a costo di andare controcorrente.
Farlo voleva dire: occuparsi dei “poveri, degli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva”. Occuparsi così del volto di Cristo.
“Una vita luminosa dunque tutta donata agli altri, come il Pane Eucaristico”
Conquistato da Cristo
La vita di questo quindicenne mostra che percorrere la strada della santità è possibile soprattutto quando si è giovani e determinati “a non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma – sottolinea il cardinale Vallini - nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo, vale a dire: mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi”.
La beatificazione di Carlo Acutis, figlio della terra lombarda, e innamorato della terra di Francesco di Assisi, è una buona notizia, un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio.
Testimone di una fede che ci immerge completamente nella vita, indicandoci il cammino che si può percorrere come ha fatto Carlo perché solo su quella via la nostra vita può “brillare di luce e di speranza”.
Sorrentino: una mensa per i poveri e un premio dedicato a Carlo
Al termine del rito, monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, ha ringraziato per il dono di Carlo alla Chiesa, a quanti si sono impegnati a sostenere il cammino di fede del giovane e a quanti si sono impegnati nell’organizzare la cerimonia di beatificazione. San Francesco e Carlo, ha detto il presule, “sono ormai indissociabili”, “alcuni fili d’oro li uniscono”. “Il programma di vita di Carlo – essere sempre unito a Gesù – il suo amore per l’Eucaristia, la sua devozione per la Vergine Santa, il suo farsi amico dei poveri, tutte cose che lo avvicinano alla spiritualità del Poverello. Entrambi ci invitano a vivere secondo il Vangelo”. Annunciate due iniziative di carità: una mensa per i poveri e il “Premio internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”. “Una piccola risposta all’Enciclica Fratelli tutti – ha concluso il vescovo - che esattamente una settimana fa papa Francesco ha firmato in questo luogo di grazia”.
(fonte: Vatican News, articolo di Benedetta Capelli 10/10/2020)
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Guarda il video della Messa con la cerimonia di Beatificazione di Carlo Acutis
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Carlo Acutis, beatificato ad Assisi il santo dei millennial:
“Un esempio per migliaia di giovani”
Il cardinale Vallini presiede la cerimonia nella cittadina umbra, alla presenza di pellegrini dell’Italia e del mondo. Lunghe code alla tomba nel Santuario della Spogliazione, con il corpo ricostruito con tecniche di conservazione
Con i jeans e le Nike ai piedi, Carlo Acutis entra in Paradiso. Il giovane brianzolo morto nel 2006 a quindici anni per una leucemia fulminante, è stato beatificato ieri pomeriggio (10/10/2020) ad Assisi in una cerimonia che ha visto la partecipazione di oltre tremila persone, sparse per tutta la cittadina umbra, provenienti principalmente dall’Italia ma anche dall’estero. Numeri esigui considerando l’enorme devozione che il giovane raccoglie in ogni parte del mondo, perché contingentati a causa delle restrizioni Covid.
Sono state migliaia, infatti, le richieste di partecipazione respinte dalla Diocesi umbra per garantire i necessari distanziamenti: «Altrimenti qui si sarebbero riversati in milioni», spiegano gli organizzatori. In particolare dal Brasile, dove è avvenuto il primo miracolo per intercessione di Carlo, dalla Gran Bretagna, ma anche dagli Usa, dal Libano, dalla Polonia, dove la Chiesa ha annunciato di voler proclamare Acutis «protettore della gioventù».
Lo hanno ribattezzato il «santo dei millennials», «l’influencer di Dio», «il patrono del web» in virtù della passione e dell’innata competenza per le nuove tecnologie. Carlo, che il Papa ha indicato come «modello» nell’esortazione Christus vivit, maneggiava gli algoritmi come i coetanei le macchinine, creava siti e blog, organizzava eventi web e mostre sui Miracoli Eucaristici, tema che lo aveva rapito sin dalla tenera età. Proprio dal web, da settimane, tra dirette streaming, eventi Facebook e video chat, è partito uno straordinario movimento per accompagnare l’evento di oggi nella terra di San Francesco, scelta come luogo di beatificazione per la profonda devozione che Carlo nutriva per il Poverello.
La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Agostino Vallini, delegato del Papa per le Basiliche papali di Assisi, che alla lettura della Lettera Apostolica, terminato con lo svelamento del ritratto, è stato travolto da un applauso durato oltre quattro minuti. Carlo Acutis sarà celebrato ogni 12 ottobre, «giorno della sua nascita al cielo».
Da settimane Assisi, dove in ogni chiesa, bar, negozio, campeggia un’immagine di Acutis, scapigliato e sorridente nella sua polo rossa, è stata presa d’assalto. Esattamente dal 1° ottobre, giorno in cui è stata scoperchiata la tomba nel Santuario della Spoliazione e il corpo del giovane è stato trovato quasi intatto. Le foto della salma sono divenute virali sui social e dalla blogosfera cattolica qualcuno ha gridato al miracolo: «Il corpo è incorrotto!». La Diocesi di Assisi è intervenuta per spiegare che, al momento dell’esumazione a inizio 2019, il corpo del giovane è stato trovato «nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica». Tuttavia, varie parti del corpo erano ancora «nella loro connessione anatomica»; quindi, in vista dell’esposizione, sono state sottoposte a diverse tecniche di conservazione e integrazione. In particolare il volto, ricostruito con una maschera al silicone.
Il risultato è artificioso ma impressionante. Carlo, con felpa blu e rosario nelle mani, sembra quasi dormire dietro la teca in vetro e oro. In centinaia si sono riversati in questi giorni a visitarlo. Le misure di prevenzione anti-Covid hanno duplicato i tempi e le code: «Tanto la gente è disposta ad aspettare per ore pur di potersi fare anche solo un segno della croce», spiega un frate che fa da servizio d’ordine. Fuori dal Santuario, dal mattino presto, ci sono gruppi di ragazzi e ragazze, boy scout, preti, suore, famiglie. E c’è un papà inglese che si inginocchia con i tre figli biondi e piccolissimi a cui spiega brevemente la storia di Acutis. Insieme recitano un “Padre Nostro”.
Loro come centinaia di altri devoti si sono riversati ore prima dell’inizio della cerimonia nella piazza della Basilica inferiore di San Francesco o in quella di Santa Maria degli Angeli, dove sono allestiti maxi schermi che proiettano filmati di Carlo bambino - in viaggio, a casa, alla prima Comunione o in pellegrinaggio - e oltre settanta file di sedie. Nella piazza della Basilica superiore, luogo della messa, i fedeli sono seduti invece sul grande prato antistante. Tutti i pellegrini, sotto gli ombrelli e rigorosamente in mascherina, previo controllo col termoscanner, ascoltano brani musicali ispirati alle parole che Carlo ha affidato al suo diario personale con la copertina di Harry Potter.
«Non io ma Dio» è l’aforisma più famoso del giovane attraverso il quale cercava di spiegare ai ragazzi della sua età che la santità è un processo di sottrazione: meno se stessi, più spazio al Signore. È stata questa la cifra dei suoi 5.640 giorni di vita, anche quando nel giro di settantadue ore la leucemia l’ha consumato in un letto d’ospedale provocandogli un’emorragia cerebrale. «È morto come un santo. I dottori gli chiedevano “soffri?” e lui rispondeva: “C’è gente che soffre più di me”. Mai un lamento, ma col sorriso fino all’ultimo istante», racconta la mamma Antonia Salzano, donna energica e solare, impegnata in questi anni a tener viva la memoria del figlio e promuovere nei cinque continenti le mostre sui Miracoli Eucaristici. Vestita di nero, a fianco al marito Andrea, imprenditore ed ex manager di Vittoria, Antonia ha portato in processione la reliquia del suo «bambino». Il cuore.
«Siamo particolarmente ammirati e attratti dalla vita e dalla testimonianza di Carlo Acutis», ha detto il cardinale Vallini nell’omelia. «Era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico, amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica, e da autodidatta costruiva programmi per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza». «Suo ardente desiderio - ha detto ancora il porporato - era quello di attrarre quante più persone a Gesù, facendosi annunciatore del Vangelo anzitutto con l’esempio della vita».
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