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mercoledì 26 febbraio 2020

Come vivere la Quaresima nel tempo del Coronavirus - Le indicazioni della CEI - I messaggi dei Vescovi di Padova e di Cuneo-Fossano - La vignetta di GIOBA

Coronavirus: comunicato della Presidenza CEI


Davanti al diffondersi del Coronavirus, alla notizia dei primi decessi, alla necessità di tutelare la salute pubblica, arginando il più possibile il pericolo del contagio, in questi giorni – e in queste ore – si susseguono richieste relative a linee comuni anche per le nostre comunità ecclesiali.

Come Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana avvertiamo il dovere di una piena collaborazione con le competenti Autorità dello Stato e delle Regioni per contenere il rischio epidemico: la disponibilità, al riguardo, intende essere massima, nella ricezione delle disposizioni emanate.

Nel contempo, come Chiesa che vive in Italia, rinnoviamo quotidianamente la preghiera elevata ieri a Bari, nella celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre a conclusione dell’incontro del Mediterraneo: preghiera di vicinanza a quanti sono colpiti dal virus e ai loro familiari; preghiera per medici e infermieri delle strutture sanitarie, chiamati ad affrontare in frontiera questa fase emergenziale; preghiera per chi ha la responsabilità di adottare misure precauzionali e restrittive.

Ci impegniamo a fare la nostra parte per ridurre smarrimenti e paure, che spingerebbero a una sterile chiusura: questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme questa difficile situazione.

La Presidenza della CEI
Roma, 24 febbraio 2020

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Coronavirus. 
Messe sul web e preghiera personale: 
è la Chiesa che non s'arrende
Celebrazioni «a porte chiuse», inviti alla riflessione, vicinanza ai malati e alle persone impegnate per contrastare il contagio. Da Nord a Sud gli interventi dei vescovi

Le Messe sospese per evitare il contagio da coronavirus, la liturgia del Mercoledì delle ceneri rinviata nella maggior parte delle diocesi del Nord, le attività pastorali e catechistiche congelate fino a nuova disposizione aprono la strada a percorsi di fede meno consueti ma che possono aiutare a riscoprire buone prassi di spiritualità come la preghiera personale e in famiglia, il senso di prossimità e di comunione, il ringraziamento e la lode.

La Chiesa al tempo del coronavirus non chiude le porte per la paura – anche perché tutte le chiese rimangono aperte – ma coglie l’occasione provvidenziale per riattingere dal suo millenario patrimonio tesori di devozione e di pratiche oranti forse un po’ trascurati. Sono gli obiettivi dei vescovi delle diocesi più colpite dal contagio, ma non solo, che in questi giorni invitano i fedeli a momenti di riflessione e di preghiera, anche in assenza di liturgie partecipate.

Leggi tutto dal sito di Avvenire

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Tra i tanti messaggi dei Vescovi alle rispettive diocesi 
ne proponiamo la lettura di due:

  • mons. Claudio Cipolla diocesi di Padova
Messaggio del vescovo Claudio per l’inizio di questa Quaresima “particolare”

Una Quaresima che inizia senza la solenne convocazione della comunità è per lo meno strana. Pone domande, sollecita considerazioni, indebolisce le nostre consolidate tradizioni: è un inizio provocatorio. La sospensione della celebrazione ci induce a ripensare al senso stesso del Mercoledì delle Ceneri e alla sua rilevanza nella vita spirituale. Per molti era una consuetudine che non poneva più interrogativi, per altri era stata trascurata semplicemente per distrazione: ora ritorna all’attenzione!

Questo vuoto, che nella musica si chiama pausa, arricchisce la melodia; nella pittura una piccola macchia di colore in un campo uniforme diventa richiamo, ad esempio un punto bianco su sfondo nero. Queste pause e questi punti attirano l’attenzione. Si tratta di tramutarli in ricami: è un’arte!

Anche questo Mercoledì delle Ceneri e questa prima domenica di Quaresima, vissuti in modo tanto strano, possono essere un’occasione di grazia perché «tutto concorre al bene di coloro che il Signore ama».

L’assenza della comunità convocata. Educati ad una visione troppo individualistica della nostra fede, adesso che viene a mancare l’assemblea convocata percepiamo che senza una comunità si perde qualcosa di importante. È una comunità che celebra l’inizio del tempo che prepara alla Pasqua e Pentecoste; è una comunità che si dà, da secoli, tempi e riti per ritrovarsi e continuare il proprio cammino, rinnovando l’appello a tutti di seguire Gesù e il suo Vangelo; è una comunità che ogni anno desidera far memoria della sua lunga storia di relazione con Dio Padre, della sua identità dovuta all’opera che Gesù ha compiuto proprio per lei, della sua preziosità in un mondo sedotto dalla autoreferenzialità che è sempre chiamato, invece, ad attendere da Dio la sua salvezza; è una comunità che celebrando i sacramenti e facendo memoria del Battesimo, si riconsegna al Signore per essere segno, luce e sale, della sua misericordia e del suo amore.

Non abbiamo voluto noi disposizioni così restrittive, ma vivendole impariamo a sentirci solidali con il nostro territorio e la sua organizzazione civile e sociale di cui vogliamo essere interlocutori responsabili e affidabili, avendo la certezza che il Signore onnipotente arriva ovunque e comunque con la sua grazia. Con questa fiduciosa certezza possiamo straordinariamente privarci con dolore anche delle cose più preziose che possediamo, come i sacramenti e la domenica.

Quella che viviamo è un’occasione per riscoprirci personalmente responsabili del nostro cammino di fede, o meglio della risposta che ciascuno di noi è chiamato a dare al Signore. Egli sempre ci chiama, continuamente ci aspetta anche quando, come il figlio prodigo, siamo lontani dalla sua casa. Ci aspetta rispettando la nostra libertà. La convocazione sarà quest’anno per un incontro con Lui nel nostro cuore. E, se siamo in grado, nella nostra casa, parlandone rispettosamente e autorevolmente con il nostro coniuge , i nostri figli e i nostri cari.

L’inizio della Quaresima può essere solenne ugualmente anche se non secondo le consuetudini, ma secondo lo Spirito, nell’interiorità di ciascuno. Il Signore ci chiama a convergere su di Lui e a rinnovare la nostra fraternità con la sua comunità non a partire da una grande assemblea, ma nel nostro segreto. «E il padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà».

Non perdiamo dunque questa occasione per sentirci provocati personalmente ad accogliere la grazia della Quaresima.

Il punto di colore diventa disegno, la pausa musica.

Perché non tentare di mutare questa mancanza di convocazione comunitaria in ricamo ecclesiale impreziosendo e rifinendo con arte spirituale una situazione imprevista?

+ Claudio Cipolla, vescovo

  • mons. Piero Delbosco diocesi di Cuneo - Fossano
“Contrastare il virus della tristezza”, il messaggio del vescovo per la Quaresima

Insieme al messaggio mons. Delbosco offre sette consigli per contrastare il virus della tristezza e indica sette passi lungo il cammino che porta a Pasqua


L’inizio della Quaresima in questo anno 2020 coincide con una settimana particolare, in cui le nostre comunità sono cariche di apprensione per la diffusione di un virus pericoloso per la salute. Tra le precauzioni adottate ci sono anche quelle che riguardano le celebrazioni pubbliche, con assembramento di persone, che potrebbero favorire la diffusione del contagio. Sono previste, perciò, misure precauzionali che limitano le celebrazioni. Questa circostanza dolorosa può trasformarsi in occasione di conversione. Mette in risalto la nostra estrema vulnerabilità, come afferma il rito delle ceneri: “Ricordati che sei polvere …”.
La Quaresima inizia ugualmente, anche con la difficoltà a celebrarne i riti. Inizia nell’impegno personale di ogni fedele nella vita ordinaria e con la propria famiglia. Ciascuno potrà trovare i modi adatti per dedicare qualche momento apposito alla preghiera in casa, alla lettura della Parola del Vangelo (a partire da Mt 6,1-6.16-18), a momenti di silenzio e riflessione nel segreto dalla propria stanza.
La Quaresima è una quarantena essenziale per la salute dello spirito. Ci aiuta a contrastare i virus spirituali, di cui il più pericoloso è la tristezza. Insieme ad essa vengono tutti gli altri virus che contaminano lo spirito, tolgono forza al cuore, rendono arida la vita quotidiana e ci rendono insensibili a quanti oggi attraversano la passione delle sofferenze e delle ingiustizie.
Buona quarantena a tutti, per ritrovarci un po’ più sani almeno per la Pasqua!

Piero Delbosco, vescovo

Insieme al messaggio per la Quaresima il vescovo offre sette consigli per contrastare il virus della tristezza e indica sette passi lungo il cammino che porta a Pasqua.

Sette consigli per contrastare il virus della tristezza

1) Umiltà e desiderio sincero di lasciarsi cambiare interiormente.
2) Preghiera quotidiana per chiedere l’aiuto di Dio per compiere fino alla fine il cammino intrapreso.
3) Moderarsi nel mangiare, nel bere, nel divertimento, nelle continue attività, nelle parole, nei pettegolezzi, nelle lamentele…
4) Staccare ogni tanto telefono, televisore, pensieri per stare in silenzio, ringraziare Dio, riflettere.
5) Confessarsi, dicendo con sincerità i propri peccati, le proprie paure, la propria miseria.
6) Compiere piccole opere di misericordia nella propria casa e nel proprio ambiente di vita.
7) Staccarsi un po’ dai propri soldi e dai propri beni donando con generosità e senza farsi vedere.

Sette passi nel cammino dalla Quaresima alla Pasqua

Mercoledì 26 febbraio (le ceneri) - Primo passo: «Convertitevi, e credete al Vangelo!». Siamo invitati ad avere fiducia nell’amore misericordioso di Dio, senza avvilirci per il male che c’è dentro di noi e nel nostro mondo.
Domenica 1 marzo - Secondo passo: «Non cedete alle seduzioni di avere tante cose, di far bella figura, di dominare!». Siamo invitati a smascherare gli inganni del diavolo nella vita quotidiana per non lasciarci ingannare da falsità che poi lasciano tristezza.
Domenica 8 marzo - Terzo passo: «Guardate avanti al di là di ogni croce!». Siamo invitati a intravedere già la luce della risurrezione anche nei momenti di buio e di sofferenza!
Domenica 15 marzo - Quarto passo: «Attingete al pozzo della fede!». Siamo invitati a riconoscere e valorizzare i doni che abbiamo per il fatto di essere cristiani, di ascoltare il Vangelo, di partecipare ai Sacramenti, di avere una comunità cristiana.
Domenica 22 marzo - Quinto passo: «Aprite gli occhi!». Siamo invitati a non ostinarci e restare ciechi, chiusi nella tristezza, nella delusione, nella malizia interiore.
Domenica 29 marzo - Sesto passo: «Preparatevi alla risurrezione!». Siamo invitati a superare l’angoscia di fronte alla morte, di fronte alle esperienze che finiscono, di fronte ai fallimenti. Dio ha il potere di risollevarci ogni volta dalla morte del corpo e da quella dello spirito.
Domenica 5 aprile (le Palme) - Settimo passo: «Seguite Cristo nella sua passione per condividere con lui la Risurrezione!». Siamo invitati a seguire il Signore passo dopo passo nella sua sofferenza, lasciandoci condurre fino alla gioia della Risurrezione.
Domenica 12 aprile - «È Pasqua!». In chiesa si canterà: «Alleluia!». E nel nostro cuore diremo anche: «Grazie, Signore, di avermi creato, fatto cristiano, conservato fino ad oggi in questo mondo!».

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E per concludere... l'immancabile vignetta di GIOBA:



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