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domenica 19 giugno 2016

«Gesù che è con noi ci invita a cambiare vita. A noi spetta spalancare il cuore perché Lui possa guarirci e farci andare avanti» Papa Francesco Udienza Giubilare 18/06/2016 (Foto, testo e video)

 18 giugno 2016 

Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro, per la prima udienza giubilare di giugno (la seconda è in programma sabato 30) poco prima delle dieci. Per prima cosa, ha fatto di buon grado salire a bordo della jeep bianca scoperta quattro bambini, tre femmine e un maschio, "Avete pagato il biglietto?", ha scherzato il Santo Padre dopo aver salutato con un bacio i piccoli ospiti. 

Francesco è apparso come al solito sorridente e rilassato, e salutando i 30mila fedeli presenti oggi in piazza ha fatto più volte il gesto dell'”ok” con la mano. In questa soleggiata giornata romana, molti i cappellini colorati e anche qualche ombrello per ripararsi dal sole. Non mancano gli striscioni fantasiosi, come quello dal taglio molto artigianale con la scritta: “Grazie di esistere”. Tra le presenze in piazza, anche un migliaio di appartenenti alla Federazione ciclistica italiana e 300 membri dell’Associazione dei panificatori, oltre a 120 arbitri di Pescara. Da Hong Kong, sono arrivati a Roma una quindicina di membri dell’associazione “Fede e luce”. Poco prima di compiere l’ultimo tratto del percorso a piedi, fino alla sua postazione al centro del sagrato, il Papa ha fatto scendere dalla “papamobile” i suoi piccoli ospiti. Poi si è affermato ad abbracciare un ragazzo down, che gli ha porto un dono molto ben confezionato.
Prima di salire sul palco, una banda lo ha accolto con la versione strumentale di «Na gita a li castelli», canzone popolare del 1926 che descrive le bellezze dei colli attorno a Roma. 
Papa Francesco, al termine dell'udienza generale, ha salutato i pellegrini arrivati da Firenze. Tra loro anche don Massimiliano Gabbricci, assistente spirituale della Fiorentina e della Nazionale di calcio, impegnata in questi giorni agli Europei. Il Papa ha assicurato la sua benedizione agli azzurri, poi è tornato indietro e ha detto a don Massimiliano: "adesso però che non tornino sconfitti". "Ho telefonato agli Azzurri e ho detto loro che sarei venuto a Roma dal Papa, e oggi ho portato al pontefice i loro saluti" riferisce all'ANSA il cappellano della Nazionale, don Massimiliano Gabbricci. "Papa Francesco ha ricambiato i saluti, ha assicurato le sue benedizioni e ha fatto qualche battuta" dice il sacerdote riferendosi all'augurio che non tornino in Italia perdenti.





Guarda il video del saluto ai fedeli

Misericordia e conversione (cfr. Lc 24,45-48)

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Dopo la sua risurrezione, Gesù apparve diverse volte ai discepoli, prima di ascendere alla gloria del Padre. Il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato (Lc 24,45-48) narra una di queste apparizioni, nella quale il Signore indica il contenuto fondamentale della predicazione che gli apostoli dovranno offrire al mondo. Possiamo sintetizzarla con due parole: “conversione” e “perdono dei peccati”. Sono due aspetti qualificanti della misericordia di Dio che, con amore, ha cura di noi. Oggi prendiamo in considerazione la conversione.

Cos’è la conversione? Essa è presente in tutta la Bibbia, e in modo particolare nella predicazione dei profeti, che invitano continuamente il popolo a “ritornare al Signore” chiedendogli perdono e cambiando stile di vita. Convertirsi, secondo i profeti, significa cambiare direzione di marcia e rivolgersi di nuovo al Signore, basandosi sulla certezza che Egli ci ama e il suo amore è sempre fedele. Tornare al Signore.

Gesù ha fatto della conversione la prima parola della sua predicazione: «Convertitevi e credete nel vangelo» (Mc 1,15). È con questo annuncio che Egli si presenta al popolo, chiedendo di accogliere la sua parola come l’ultima e definitiva che il Padre rivolge all’umanità (cfr Mc 12,1-11). Rispetto alla predicazione dei profeti, Gesù insiste ancora di più sulla dimensione interiore della conversione. In essa, infatti, tutta la persona è coinvolta, cuore e mente, per diventare una creatura nuova, una persona nuova. Cambia il cuore e uno si rinnova.

Quando Gesù chiama alla conversione non si erge a giudice delle persone, ma lo fa a partire dalla vicinanza, dalla condivisione della condizione umana, e quindi della strada, della casa, della mensa... La misericordia verso quanti avevano bisogno di cambiare vita avveniva con la sua presenza amabile, per coinvolgere ciascuno nella sua storia di salvezza. Gesù persuadeva la gente con l’amabilità, con l’amore, e con questo suo comportamento Gesù toccava nel profondo il cuore delle persone ed esse si sentivano attratte dall’amore di Dio e spinte a cambiare vita. Ad esempio, le conversioni di Matteo (cfr Mt 9,9-13) e di Zaccheo (cfr Lc 19,1-10) sono avvenute proprio in questo modo, perché hanno sentito di essere amati da Gesù e, attraverso di Lui, dal Padre. La vera conversione avviene quando accogliamo il dono della grazia; e un chiaro segno della sua autenticità è che ci accorgiamo delle necessità dei fratelli e siamo pronti ad andare loro incontro.

Cari fratelli e sorelle, quante volte anche noi sentiamo l’esigenza di un cambiamento che coinvolga tutta la nostra persona! Quante volte ci diciamo: “Devo cambiare, non posso continuare così… La mia vita, per questa strada, non darà frutto, sarà una vita inutile e io non sarò felice”. Quante volte vengono questi pensieri, quante volte!... E Gesù, accanto a noi, con la mano tesa ci dice: “Vieni, vieni da me. Il lavoro lo faccio io: io ti cambierò il cuore, io ti cambierò la vita, io ti farò felice”. Ma noi, crediamo in questo o no? Crediamo o no? Cosa pensate voi: credete in questo o no? Meno applauso e più voce: credete o non credete? [la gente: “Sì!”] È così. Gesù che è con noi ci invita a cambiare vita. È Lui, con lo Spirito Santo, che semina in noi questa inquietudine per cambiare vita ed essere un po’ migliori. Seguiamo dunque questo invito del Signore e non poniamo resistenze, perché solo se ci apriamo alla sua misericordia, noi troviamo la vera vita e la vera gioia. Dobbiamo soltanto spalancare la porta, e Lui fa tutto il resto. Lui fa tutto, ma a noi spetta spalancare il cuore perché Lui possa guarirci e farci andare avanti. Vi assicuro che saremo più felici. Grazie.

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Saluti:

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Un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana!

Sono lieto di accogliere; i volontari del Cottolengo di Torino e i Panificatori dell’Associazione Confesercenti, e li ringrazio per il pane distribuito ai pellegrini venuti per il Giubileo nel corso di questa settimana. Grazie! Dare il pane, spezzare il pane è una delle cose più belle della vita. Grazie!
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Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Sabato prossimo si celebrerà la memoria di San Guglielmo abate. Cari giovani, la sua radicalità evangelica vi spinga a scelte coraggiose per il bene; cari ammalati, la sua mitezza vi sostenga nel portare la croce in spirituale unione con il cuore di Cristo; cari sposi novelli, il suo legame con Cristo Salvatore vi aiuti ad unire con l’amore la vostra famiglia. Grazie.
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