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venerdì 31 ottobre 2014

Al "Civico Sociale", la trattoria della legalità, con fantasia e voglia di fare un problema è diventato un'opportunità.


Con fantasia e voglia di fare trasformano un problema in una nuova opportunità.

A Cassino in via A. Aligerno è nata la trattoria della legalità che impiega ragazzi disagiati (provenienti da case – famiglia). E crea i suoi piatti con alimenti a km zero coltivati nelle terre confiscate alla mafia. L’idea è della cooperativa sociale I navigantì Onlus:

«Tutto è partito da un’esigenza: abbiamo una casa-famiglia e molti dei ragazzi e delle ragazze che sono con noi non riescono sempre a trovare, raggiunta l’adolescenza o la maggiore età, una famiglia disposta ad adottarli. Lo Stato è lontano, così anche il mondo del lavoro» spiega una delle responsabili dell’iniziativa, Simona Di Mambro, 37enne, assistente sociale di Formia.

È lei a raccontarci quanto sia difficile inserire nella società giovani difficili: «C’erano con noi due ragazzi che avevano frequentato l’istituto alberghiero. Insieme abbiamo girato per molti dei ristoranti della zona per chiedere se potessero dar loro un’opportunità. Ma nessuno ha creduto nelle loro potenzialità».

Eppure sono bravi tanto che Simona e i suoi collaboratori decidono di scommetterci: chiedono un prestito alla banca (50mila euro) e aprono il ristorante dove avrebbero potuto finalmente mostrare il loro talento:
«La trattoria è uno schiaffo a tutti quelli che non hanno creduto nei nostri ragazzi, solo per pregiudizi o per la paura di rischiare di assumerli».

Il locale è aperto da qualche mese. Tutti i prodotti vengono prelevati dalle terre confiscate alla criminalità organizzata con accordi con altre cooperative come Libera Terra e NCO (acronimo di nuovo commercio organizzato) ...