A due giorni dallo storico incontro di preghiera nei Giardini Vaticani si susseguono, a livello internazionale, le analisi e i commenti sul significato e il valore dell’iniziativa di Papa Francesco per la pace in Medio Oriente.
Le riflessioni di tre personalità di fedi diverse impegnate nel dialogo: Shahrzad Houshmand, teologa musulmana iraniana; Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei, l’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio.
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... "È stato senz'altro un avvenimento fuori dal comune, che dà un minimo di speranza che il processo di pace possa in qualche modo riprendere. In un periodo in cui gli europei e gli americani, dopo il fallimento del segretario di Stato Usa John Kerry, hanno deciso di tirare i remi in barca e di aspettare che siano gli israeliani ed i palestinesi a rivolgersi a loro dopo che avranno trovato un accordo, l'iniziativa del Papa, per quanto non più che dichiarativa, è consolante. Francesco è una persona molto intelligente, ha influenza ed è riuscito a ricavarsi uno spazio in cui poter agire. Ma in Israele questo evento non ha avuto molta risonanza: Haaretz , il giornale politicamente più rilevante, vi ha dedicato appena quattro righe..."...
Spes contra spem, avrebbe detto Giorgio La Pira. Quel passo della Lettera ai Romani di Paolo di Tarso era diventato per lui il motto della profezia che genera politica, della fede religiosa che si incarna nelle contraddizioni del presente, della storia che Dio ha deciso di condividere con la libertà degli uomini. La speranza contro la speranza. Ovvero, la forza di osare ciò che appare impossibile. C’era questo azzardo, questo sguardo oltre l’orizzonte, questo desiderio rivoluzionario e in apparenza irragionevole, nell’incontro di preghiera per la pace che Papa Francesco ha voluto organizzare con Simon Peres e Abu Mazen nella «sua casa», ieri all’imbrunire. ...
Ieri Roma ha vissuto un giorno di profezia. E di speranza. In mattinata Papa Francesco, commentando il vangelo della Pentecoste, aveva detto che la Chiesa deve sorprendere e scompigliare, altrimenti va «ricoverata nel reparto di rianimazione». Quando promosse una giornata mondiale di preghiera – a cui pure aderirono comunità di diverse fedi religiose – per scongiurare l’escalation di guerra in Siria, quella preghiera venne ascoltata. Molti erano gli scettici anche allora. Papa Francesco ottenne però da Stati Uniti e Francia la rinuncia a un intervento militare che avrebbe fatto esplodere la polveriera. Certo, non si può dire che la pace ha prevalso. Ma le preghiere a volte possono entrare nella storia e lasciare un segno.,,
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