Nei giorni scorsi siamo stati enormemente colpiti dal messaggio e dalle parole vibranti di Papa Francesco pronunciate contro chi pratica torture in ogni parte del mondo. Il 26 ottobre, si celebra la giornata mondiale promossa dall’ONU contro la tortura. A volte dimentichiamo che nel mondo di oggi, a oltre 30 anni dalla ratifica della convenzione delle Nazioni Unite, esistono ancora, come ci ricorda il Consiglio italiano dei rifugiati, 141 Paesi nei quali questa pratica disumana viene perpetrata e dobbiamo anche ricordare che purtroppo un rifugiato su tre, tra quelli che arrivano in Italia, ha personalmente subito esperienze di tortura. Se ne parla, ma non a sufficienza in quei resoconti giornalistici che spesso si limitano ad elencare dati statistici sugli sbarchi. Può essere importante sapere che fino a questo momento sono sbarcate persone, in numero superiore al 2013, ma è ancora più importante sapere che grazie all’operazione italiana Mare nostrum si sono salvate migliaia e migliaia di vite umane e che esistono nel nostro paese strutture che concretamente operano per ridare una vita ed una dignità a queste persone.
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Leggi tutto: Giornata mondiale contro la tortura: un dramma senza fine ad oltre 30 anni dalla Convenzione ONU
... In un momento politico in cui il dibattito sull'immigrazione è concentrato quasi totalmente sulla cittadinanza, riteniamo doveroso ricordare al governo italiano, al Parlamento, e soprattutto ai cittadini di questo Paese che l'esistenza dei 13 CIE sul nostro territorio nazionale continua a rappresentare una degenerazione dello stato di diritto in una sorta di zona franca in cui il rispetto della dignità umana è subordinato alla volontà dei singoli ed è lasciato completamente al caso. In quanto strutture prodotte da una vera e propria anomalia giuridica e gestite nella quasi totale arbitrarietà e assenza di trasparenza, riteniamo che i CIE non rappresentino un'emergenza solo per i migranti che si trovano nel nostro Paese ma anche per tutti i cittadini che vorrebbero riconoscersi in uno Stato che si definisce democratico.
Non voler tacere oggi significa ricordare che l'articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo (Cedu) recita “nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. Ricordare che i CIE rappresentano una palese violazione di questo articolo è un dovere non solo della cittadinanza e della società civile, ma soprattutto della politica e oggi, come domani e come sempre, non possiamo e non vogliamo stare zitti...
In occasione del 26 giugno, Giornata internazionale per le vittime di tortura, Amnesty International Italia, Antigone e Cittadinanzattiva rivolgono un appello ai presidenti delle commissioni Giustizia della Camera e del Senato perché sia finalmente introdotto il reato di tortura nel codice penale italiano.
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