Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 6,51-58
L'evangelista ci presenta la conclusione del lungo discorso tenuto da Gesù nella sinagoga di Cafarnao, tutto incentrato sull'Eucaristia. Pur non essendo presente nel suo Vangelo il racconto della Cena Eucaristica, tuttavia Giovanni è l'evangelista che più ne indaga il senso autentico, che preferisce far comprendere a fondo il suo mistero, esplicitando meglio ciò che i sinottici lasciano implicito. "Masticare la carne e bere sangue" è "Parola dura"; mangiare e bere del Figlio dell'uomo significa assimilarlo fino a vivere di lui, aderire a lui, alle sue esigenze d'amore e amarlo come lui, l'Amato e l'Amante del Padre, ama noi.
Significa accogliere la rivelazione di Dio nella presenza, fragile e debole, della "carne del Figlio dell'uomo", perché la vita di Dio non si dà al di fuori della realtà umana concreta.
E' Gesù, nella sua umanità, il cibo e la bevanda del nuovo esodo, il viatico che ci accompagna e ci introduce nella terra promessa. In lui celebriamo la nuova ed eterna alleanza fra cielo e terra, mangiando e bevendo di lui, vero cibo e vera bevanda, veniamo a lui assimilati, in lui trasformati e resi capaci di amare dello stesso amore con cui siamo amati.
E' la festa dell'ottavo giorno, la gioia dei figli riscattati dal male e dal dolore, le nozze fra Dio e il suo popolo, lo Shabbat dell'uno nell'altro, lo stupore senza fine, il dono di sé che Dio fa ad ogni carne nella carne del Figlio dell'uomo.
Significa accogliere la rivelazione di Dio nella presenza, fragile e debole, della "carne del Figlio dell'uomo", perché la vita di Dio non si dà al di fuori della realtà umana concreta.
E' Gesù, nella sua umanità, il cibo e la bevanda del nuovo esodo, il viatico che ci accompagna e ci introduce nella terra promessa. In lui celebriamo la nuova ed eterna alleanza fra cielo e terra, mangiando e bevendo di lui, vero cibo e vera bevanda, veniamo a lui assimilati, in lui trasformati e resi capaci di amare dello stesso amore con cui siamo amati.
E' la festa dell'ottavo giorno, la gioia dei figli riscattati dal male e dal dolore, le nozze fra Dio e il suo popolo, lo Shabbat dell'uno nell'altro, lo stupore senza fine, il dono di sé che Dio fa ad ogni carne nella carne del Figlio dell'uomo.