"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
di Santino Coppolino
di Santino Coppolino
FESTIVITÀ DELL'EPIFANIA
Mt 2,1-12
Mentre l'evangelista Luca ha nei pastori i destinatari dell'annuncio della nascita di Gesù, Matteo presenta la figura dei Magi o, per essere esatti, Maghi. Entrambe le categorie erano fra le più odiate e disprezzate dai pii Israeliti che si guardavano bene dal frequentarle.
I pastori perché erano persone rozze, ignoranti, al limite dell'animalesco, ritenute persone irrimediabilmente insalvabili, tanto che "Se salvi un pastore caduto in un fosso tu salvi un idolatra", come è scritto nello Zohar, importante testo della tradizione ebraica.
I Maghi perché la loro attività era severamente proibita, condannata dalla Bibbia e punita con la pena di morte,e per di più erano pagani.
Questa è la novità che gli evangelisti ci presentano, la novità portata da Gesù, che la misericordia e l'amore di Dio non sono esclusiva di pochi eletti né di un solo popolo ma sono per tutti, a partire dai più esclusi, dai più emarginati, perché nessuno deve sentirsi più escluso dall'amore e dalla misericordia di Dio.
E proprio i doni che i Maghi offrono sono il simbolo che la Buona Notizia di Dio è per tutti.
L'oro, simbolo di regalità, significa che il Regno di Dio non è più esclusiva di Israele ma viene esteso a tutti i popoli anche se pagani.
L'incenso, privilegio dell'offerta dei sacerdoti del tempio - Israele si riteneva l'unico popolo sacerdotale - ora può essere offerto da tutti i popoli perché l'umanità intera diviene popolo sacerdotale.
La mirra, infine, è il profumo della sposa - come recita il Cantico dei Cantici - e Israele riteneva se stesso come il popolo "Sposa di Dio", un popolo cioè che viveva come una sposa "in intimità" col suo Sposo e Signore. Anche questo privilegio non è più esclusivo di Israele ma ora è concesso a tutta l'umanità.
Questo è il significato della festa dell'Epifania: la manifestazione dell'amore di Dio per ogni "lingua, popolo e nazione", nessuno escluso.