Si è svolta il 27 agosto la conferenza di Enzo Bianchi sul perdono in una basilica gremitissima di fedeli.
Il rischio di un egoismo senza e contro l'altro
Si definisce un ‘amante’ di Celestino V il priore del monastero ecumenico di Bose Enzo Bianchi noto teologo e conferenziere in un’intervista pubblicata sul quindicinale Vola in distribuzione in questi giorni: “Fin da bambino – afferma il priore -ho sempre amato la figura di questo Santo e quando entrai nella Basilica di San Benedetto a Norcia mi colpì la scritta in latino incisa sull'altare dedicato a Celestino V “Non ci fu uno prima di lui, né dopo di lui uguale a lui”. Da ragazzo ricopiai questa frase all'interno di un quaderno che conservo tutt’ oggi. Amo come monaco questo Santo perché offrì una testimonianza monastica straordinaria ed arrivò al Papato con cuore evangelico”.
Agli aquilani, poi, raccomanda di non cedere alla tentazione dell’egoismo dopo una tragedia così grande: “Ritengo che davanti ad una tragedia come quella del 6 aprile molte persone siano tentate da forme di egoismo, che diventa un pensare a se stessi non solo senza gli altri, ma anche contro gli altri. Si scatenano così forme di gelosia, di invidia, di concorrenza e di volere per noi soli ciò che invece appartiene a tutti. Inoltre, la situazione socio - politica attuale è talmente devastata che coloro che soffrono di una tragedia come quella che ha colpito L’Aquila non riescono forse ad avere l’aiuto, la franchezza e la chiarezza per progettare un cammino in cui poter sperare”.
Infine, Enzo Bianchi si sofferma su ciò di cui, secondo lui hanno più bisogno gli aquilani del post-sisma: “Credo che con la presenza, col silenzio e con la vicinanza, più che con le parole, vadano accompagnate le persone che soffrono. In particolare vanno aiutate in modo che possano ritrovare nella speranza, nella comunione e nei rapporti con gli altri la forza di ricominciare a vivere. Per molti infatti si tratta di ricominciare una vita nuova”.
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(Fonte: Arcidiocesi di L'Aquila)