"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
La figura del lebbroso è il simbolo per eccellenza dell'emarginazione. Ritenuto, a causa della sua condizione, un peccatore insalvabile, reietto da Dio e dagli uomini, era escluso da ogni consesso civile e religioso, e la lebbra considerata «la figlia primogenita della morte» (Gb 18,13), una vera e propria maledizione. Chi ne era affetto aveva l'obbligo, pena la morte, di vivere in luoghi deserti, fuori dai centri abitati, e qualora si fosse imbattuto in qualche persona, rimanendo a debita distanza aveva l'obbligo di gridare: «Immondo! Immondo!», in modo tale che nessuno, incontrandolo, gli si potesse accostare. Gesù, invece, viola apertamente questa disposizione della Legge di Dio abbattendo anche questo muro di divisione, ciò che distingue il puro dall'impuro, il sacro dal profano, il giusto dal peccatore. Gli si fa accanto, lo tocca e lo purifica, perché anche il lebbroso è un suo fratello, figlio dello stesso Padre. Gli emarginati, gli esclusi, i reietti, quanti sono ritenuti dagli uomini lontani da Dio, sono invece i prediletti di Gesù perché «Dio ha scelto ciò che nel mondo è disprezzato e ignobile, le cose che non sono, per distruggere quelle che sono» (1Cor 1,28). Proprio il lebbroso, il morto che cammina, il simbolo dei condannati dalla società civile e religiosa, è diventato il primo evangelizzatore, il primo a «proclamare molto e a diffondere la Parola» (Mc 1,45): il Vangelo del Regno. Sarà, invece, Gesù che prenderà il suo posto, costretto a non poter più entrare in una città, a rimanere «fuori, in luogo deserto» (Mc 1,45) perché divenuto immondo per averlo toccato, come uno «disprezzato e reietto dagli uomini» (Is 53,3).
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Vangelo: