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giovedì 8 febbraio 2024

Sanremo 2024 - Giovanni Allevi, «voce dei tanti guerrieri che affrontano la malattia», commuove tutti: «Non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con la mia anima» – Il video

Sanremo 2024
Giovanni Allevi, 
«voce dei tanti guerrieri che affrontano la malattia», 
commuove tutti: 
«Non potendo più contare sul mio corpo, 
suonerò con la mia anima»


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ALLEVI A SANREMO:
«SARÒ LA VOCE DEI TANTI GUERRIERI CHE AFFRONTANO LA MALATTIA»

Il maestro Giovanni Allevi è ospite della seconda serata del festival della canzone italiana, dopo essere stato lontano dalle scene due anni per curarsi da un mieloma multiplo. Con lui anche John Travolta, 70 anni il 18 febbraio


Era il 18 giugno 2022 quando Giovanni Allevi annunciò sui social la scoperta della malattia: un mieloma, «una neoplasia dal suono dolce, ma non per questo meno insidiosa» disse, che da allora lo ha tenuto lontano dalle scene, ha piegato il suo fisico ma non la sua voglia di vivere e condividere con i fan i momenti difficoltà, ma anche la gioia dei piccoli, grandi progressi quotidiani.

Ora il compositore è pronto per tornare a suonare il pianoforte dal vivo, davanti al suo pubblico: lo farà sul palco dell'Ariston, ospite speciale della seconda serata del festival di Sanremo. «Sarà testimonial della sua battaglia» spiega Amadeus, «portavoce di coloro che si trovano nella sua situazione». A questo, infatti, si sta preparando Allevi come scrive il suo staff in un post di qualche giorno fa dalla sua pagina Facebook “Giovanni in questi giorni è concentrato e silenzioso, per preparare il suo impegnativo monologo sulla malattia, da quella che forse è diventata una delle platee televisive più vaste e importanti del mondo. Sarà una grande emozione ascoltare le sue parole e vederlo di nuovo suonare la sua musica al pianoforte”.

Collegato con il Tg1 a fine novembre, il giorno in cui Amadeus ha annunciato la sua presenza al festival, t-shirt e berretto nero, il maestro aveva salutato con un bacio le tantissime persone che hanno seguito con apprensione e caloroso affetto il suo travagliato percorso. «Sono profondamente grato per questo invito a Sanremo. Chissà che emozione sarà suonare di nuovo il pianoforte davanti al pubblico. Avrò anche la grande responsabilità di lasciarvi una riflessione nel mezzo di una battaglia contro la malattia, non ancora del tutto vinta. Sarò la voce dei tanti guerrieri che affrontano la sofferenza portando in fondo al cuore un forte attaccamento alla vita. Grazie Amadeus! Ci vediamo a Sanremo!».

Il musicista, in questi lunghi mesi, ha raccontato sui social i "draghi interiori", lo sforzo della meditazione per combattere i momenti più duri, l'impegno a trasformare la malattia in melodia, il ringraziamento sincero agli operatori sanitari che lo hanno sostenuto nel percorso. In un post di fine dicembre scriveva: "Ciò che davvero conta è creare una scintilla dal buio dell’anima, in totale solitudine. Possiamo trasformare la nostra solitudine in un momento di riflessione che ci porta a creare qualcosa di magnifico”. Forza Giovanni!
(fonte: Famiglia Cristiana 07/02/2024)

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Sanremo 2024, Giovanni Allevi commuove tutti: 
«Non potendo più contare sul mio corpo, suonerò con la mia anima»

Un caldo, lungo applauso ha accolto il musicista all’Ariston dopo due anni di assenza e di battaglia contro la malattia
«All’improvviso mi è crollato tutto». Inizia così il monologo di Giovanni Allevi, tornato sul palco dell’Ariston del Festival di Sanremo dopo quasi due anni lontano dalle scene per via della malattia. «Nell’ultimo concerto a Vienna il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello e non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi: pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo. Ho perso molto, il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezze. Ma non la speranza e la voglia di immaginare», racconta il musicista visibilmente emozionato. «Era come se il dolore mi porgesse anche degli inaspettati doni. Quali? Vi faccio un esempio – continua -. Non molto tempo fa durante un concerto in un teatro pieno ho notato una poltrona vuota. Mi sono sentito mancare. Eppure quando ero agli inizi ho fatto concerti davanti a 20 o 30 persone ed ero felicissimo. Oggi dopo la malattia non so cosa darei per suonare davanti a 15 persone», sottolinea Allevi, confidando inoltre – nel suo lungo intervento sul palco prima di tornare a suonare – che «i numeri non contano. Sembra paradossale detto da qui, perché ogni individuo è unico, irripetibile, nel suo modo infinito. Un altro dono: la gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti visti da quelle stanze d’ospedale. Il rosso dell’alba è diverso dal rosso del tramonto e se ci sono le nuvolette intorno è ancora più bello». E poi ancora una altro dono «la gratitudine e la riconoscenza per il lavoro dei medici, degli infermieri, di tutto il personale ospedaliero. La riconoscenza per la ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarne. Per il sostengo che ricevo dalla mia famiglia. L’affetto, la forza e l’esempio che ricevo dagli altri pazienti. Un altro dono: quando tutto crolla il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più: io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo», afferma Allevi prima di mettersi al pianoforte e suonare per il pubblico in sala e i telespettatori il brano Tomorrow. «Non potendo contare più sul mio corpo, suonerò con la mia anima», conclude.

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