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domenica 1 ottobre 2023

1° Ottobre Memoria liturgica di S. Teresa di Lisieux - La pioggia di rose di santa Teresa - LA ROSA SFOGLIATA



Foto e documenti inediti sul sito del Carmelo di Lisieux

La pioggia di rose di santa Teresa


Quando dalla tipografia giunsero al Carmelo di Lisieux, freschi di stampa, i duemila volumi della prima edizione della Storia di un’anima, una religiosa, osservando le pile dei libri, esclamò preoccupata: «Come si farà a smaltire tutta questa roba? Rimarrà tutto sulle nostre braccia!». Invece l’autobiografia di Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, pubblicata il 30 settembre 1898, nel primo anniversario della sua morte, andò ben presto a ruba. «Fu come una scintilla che attacca dovunque l’incendio», ricordava la sorella Celina: «Anche volendolo, ci sarebbe stato impossibile arrestarne il progresso». I lettori erano conquistati dalla forza e dalla dolcezza dell’amore testimoniato dalla giovane carmelitana a ogni pagina, con una grazia e uno charme tipicamente francesi, con la purezza e la semplicità dei bambini, con l’ardore e la potenza dei mistici.

Da allora non si è spento il fascino tutto spirituale della giovane che a 15 anni scelse di entrare in clausura, nel silenzio del Volto Santo, risoluta, come scrisse in una poesia, a «nascondersi per amore di Gesù» (Poesie, 9, 3) e a cercare sempre l’ultimo posto. Ma Dio esalta gli umili e «l’uragano di gloria» che riguarda la piccola Teresa, per usare la famosa espressione di Pio XI, continua anche oggi. San Giovanni Paolo II il 19 ottobre 1997 la proclamò dottore della Chiesa dedicandole, per l’occasione, la lettera apostolica Divini amoris scientia. Benedetto XVI incentrò su di lei l’udienza generale del 6 aprile 2011. Papa Francesco l’ha citata molte volte e nutre per lei un particolare affetto.

Col suo amore incandescente per Dio e i fratelli, la giovane santa continua ad attirare al Signore tante persone da tutto il mondo. Per venire incontro a questo costante interesse, le carmelitane di Lisieux hanno messo a disposizione di tutti su internet le inestimabili ricchezze del loro archivio tramite il sito www.archives-carmel-lisieux.fr. Grazie a esso, è possibile conoscere a fondo Teresa, l’ambiente in cui visse, le persone che la circondarono. Preparato con cura in diverse lingue (anche se la sezione più ricca è quella in francese), il sito raccoglie innanzitutto ogni scritto di Teresa, i suoi dipinti, le foto e le immagini che la ritraggono. Contemporaneamente sono presentati tutti i carteggi dei suoi familiari, delle sue consorelle carmelitane, delle persone che entrarono in contatto con lei. Possiamo immergerci nei luoghi in cui lei visse, osservare gli oggetti che lei usò, conoscere i volti e la storia di quanti la circondarono. È perfino possibile ascoltare la voce di sua cugina, Jeanne Guérin La Néele, mentre canta con estrema dolcezza La rosa sfogliata, una struggente poesia di Teresa. Certo, la registrazione, effettuata più di un secolo fa con i primi rudimentali strumenti allora disponibili, presenta qualche fruscio, ma sentirla è comunque emozionante, specie se si tiene presente che Jeanne e Teresa, a detta dei contemporanei, avevano delle voci molto simili.

La vita nel monastero ai tempi della santa è presentata in ogni dettaglio. Con un ricco apparato fotografico e una serie di notizie, sono illustrati gli ambienti, gli orari, l’abbigliamento, gli oggetti di devozione, la maniera di nutrirsi (incluse alcune ricette) e quella molto faticosa di fare il bucato. Soprattutto sono descritte le pratiche spirituali, come i foglietti con brevi meditazioni e propositi che venivano dati alle monache per tenere vivo il fervore. Sono anche pubblicate le circolari con cui si ricordavano le consorelle defunte. Inoltre, grazie alle lettere e ai ricordi delle suore, si viene immersi nella realtà della vita comunitaria di allora.

Particolarmente interessanti le sezioni dedicate ai libri, con l’elenco preciso dei testi di casa Martin e quelli del monastero. Alcuni libri sono anche stati messi integralmente online. Fra gli altri, è possibile leggere il volume con la biografia e le lettere del santo martire Théophane Vénard (1829-1861). Santa Teresina meditò queste pagine proprio durante gli ultimi mesi di vita, attingendovi grande forza per affrontare le sue pesanti sofferenze.

Sul sito si può anche vedere la collezione di immagini che vennero donate alla santa. Ovviamente sono di gusto ottocentesco, ma con dei pensieri spirituali molto incisivi che certo la colpirono. Alcune frasi e concetti, infatti, ritornano nelle sue lettere. In particolare, c’è un foglietto con la raffigurazione di Gesù flagellato e, sotto, una serie di massime sulla virtù del silenzio, specie nei momenti di prova. Evidentemente fu letto e riletto, tanto che ora appare consumato e liso. Guardandolo, tornano alla mente alcuni episodi della vita di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, in cui ella seppe tacere con virtù eroica.

Le fasi della beatificazione e della canonizzazione sono raccontate in ogni particolare. Si può attingere a tutte le deposizioni dei testimoni. Sono anche pubblicate le interpellanze e i dubbi del promotor fidei, il cosiddetto “avvocato del diavolo”. Fotografie d’epoca ci mostrano l’umile convento addobbato a festa e tutto drappeggiato di fiori e piazza San Pietro stipata di persone per la proclamazione della santità del “Piccolo Fiore”.

C’è poi una sezione particolarmente commovente che narra la devozione dei soldati sparsi sui fronti della prima guerra mondiale, le loro preghiere accorate alla giovane carmelitana e l’intercessione potente di Teresina. Riconoscenti, tanti portarono a Lisieux le medaglie ottenute a prezzo di sangue e fatica: consegnandole per sempre alle claustrali, fecero il sacrificio, così sensibile per dei militari, di rinunciare a metterle sulle loro divise durante le parate. Un’immagine di quel periodo mostra santa Teresa di Lisieux — della quale domani 1º ottobre si celebra la memoria liturgica — col braccio teso su un campo di battaglia invocare dal cielo la pace sul mondo sconvolto. Come anche oggi continua a fare, con la sua mistica pioggia di rose.
(fonte: L'Osservatore Romano, articolo di Donatella Coalova 30/09/2020)

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Dall'archivio
La cugina di Thérèse canta La Rose effeuillée

Questo piccolo miracolo è dovuto alle vecchie tecniche di registrazione del cilindro, dal 1877, con le scoperte di Thomas Edison. Questi cilindri sono gli antenati del disco. Dapprima ricoperti di carta stagnola, saranno ricoperti di cera 10 anni dopo come quello della nostra registrazione. Misuravano circa 10 cm., con un diametro di 5 cm., per una durata da 2 a 3 minuti.
Un segnale elettrico dal microfono ha attivato, grazie ad un elettromagnete, uno scalpello che ha inciso il disco ricoperto di cera. All'udienza si sente il cilindro che ruota (non molto piacevole) e bisogna alzare il volume per sentirlo bene.

Jeanne canta la prima strofa di “Une Rose effeuillée”. Usa la partitura che Thérèse ha usato per comporre la sua poesia: Il muschio rosa.
Da 1'11 canta la famosa romanza “Conosci il paese? " preso da Mignon, opera di Ambroise Thomas.
Alla fine Francesco esclama: "Bravo bravo bravo mia mogliettina! Bravissimo, bravo! bis bis!" E Jeanne continua con una variante della canzone per bambini "Pipo, quand'era soldato".

Ascolta Jeanne (Guérin) La Néele cantare!


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LA ROSA SFOGLIATA

Gesù, quando ti vedo, bambino, staccarti dal braccio di tua madre e provar tentennando i primi passi su questa vostra terra, io vorrei sfogliare la più fresca delle rose davanti ai tuoi passi, perché i tuoi piedini dolcemente vi si posassero.

Questa rosa sfogliata, Gesù bambino, è la fedele immagine del cuore che vuole ad ogni istante immolarsi soltanto per te. Signore, molte rose sono liete di splendere sui tuoi altari, ma per il mio cuore, rosa che ti si dona, io sogno di essere un’altra cosa: sfogliarmi…

Bambinello amabile, ogni rosa può abbellire la tua festa col suo splendore. Ma la rosa sfogliate la si dimentica, la si getta coma va il vento…e sfogliandosi la rosa va, senza pretese, donandosi per non essere più. Come lei, felice, io m’abbandono a te, piccolo Gesù!

Senza rimpianto si cammina sulla rosa sfogliata i cui petali non sono che un modesto ornamento senz’arte, io lo so bene…Gesù, per l’amor tuo ho dato la vita e l’avvenire; ad ogni sguardo mortale io, rosa per sempre sfiorita, debbo morire!

Gesù, beltà suprema, per te debbo morire; quale felicità! Voglio provarti, sfogliandomi, che t’amo con tutto il cuore. Voglio viver quaggiù sotto i tuoi passi bambini, nel mistero; ma vorrei anche addolcire, sul Calvario, i tuoi ultimi passi…
19 maggio, 1897

Foto della Santuario del Carmelo a Barcellona Pdg (ME), inviate da fr. Egidio Palumbo

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Vedi anche alcuni dei nostri post precedenti: