"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Per i farisei - i fedeli custodi della Torah - che per l'ennesima volta tentano Gesù per farlo cadere in trappola, il «Kelal Gadol ba Torah», il comandamento più grande, è l'osservanza dello Shabbat, il riposo sabbatico, «il Comandamento che anche Yahweh - benedetto sia il Suo Nome - osserva» (cfr. Gen 2,1-3). Per il Rabbi di Nazareth, invece, non è così. Gesù risponde ai dottori della Legge che il comandamento più grande, il «compimento di tutta la Torah» (Rm 13,10), è l'amore. E' l'amore che trasforma l'uomo in una creatura a immagine di Dio facendo di lui il vero Tempio della Sua Presenza: «Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è Amore» (1Gv 4,8). Il Comandamento citato nella nostra pericope sembra apparentemente duplice perché richiama due distinti versetti della Torah, ma Gesù li unifica dichiarandoli simili, complementari e fonte di ogni altra norma (cfr. Dt 6,5 ; Lv 19,18). In realtà il comandamento è uno solo perché soltanto amando i fratelli possiamo veramente affermare di amare Dio. L'amore verso Dio e verso l'uomo - ogni uomo - è ciò che caratterizza, qualifica e distingue coloro che credono in Gesù. Infatti «se uno dicesse: io amo Dio, e odiasse il suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il suo fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da Lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1Gv 4,20-21).
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Vangelo: