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giovedì 21 settembre 2023

Incontri del Mediterraneo: “La vita è sacra e dobbiamo fare tutto il possibile per salvarla” - “La prima volta di un Papa, ambiente e migranti tra i temi” - L’Europa sia unita di fronte alle sfide nel Mediterraneo


Incontri del Mediterraneo. 

Vescovi sui morti in mare:
“La vita è sacra e dobbiamo fare tutto il possibile per salvarla”

“Quando una persona soffre, è un dovere imprescindibile andargli incontro e aiutarlo. E di conseguenza tutto ciò che va contro questo principio, non è conforme a ciò che riteniamo essere umano e ancor meno conforme al Vangelo”. I vescovi del Mediterraneo uniti a Marsiglia inviano all’Europa un messaggio chiaro e inequivocabile: “Non si può pensare a politiche solamente poliziesche o semplicemente repressive. Non si può pensare di chiudere tutto come non si può solamente pagare altri Paesi perché facciano il lavoro di fermare i migranti. L’Europa deve mettersi a pensare ad una politica positiva verso la migrazione”

(Foto SIR)

“Il Papa ripeterà anche qui a Marsiglia ciò che ha già detto più volte e cioè che la vita è sacra e che dobbiamo fare tutto il possibile per salvare le vite umane, ribadendo che la persona ha il diritto di migrare”. Sono parole chiare e inequivocabili quelle pronunciate dal card. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco), illustrando ieri pomeriggio in conferenza stampa al Palais du Pharo di Marsiglia i temi al centro degli Incontri sul Mediterraneo. Stanno riunendo dal 17 al 24 settembre vescovi e giovani dei Paesi che si affacciano sulle cinque rive del Mare Nostrum, in attesa dell’arrivo venerdì 22 settembre di Papa Francesco. Parlando delle tragedie in mare e del flusso migratorio sui Paesi di primo approdo, il cardinale prosegue: 

“Il Papa non darà delle ricette pratiche per organizzare la migrazione ma ribadirà un principio chiaro: non si può pensare a politiche solamente poliziesche o semplicemente repressive; non si può pensare di chiudere tutto come non si può solamente pagare altri Paesi perché facciano il lavoro di fermare i migranti”.

“L’Europa deve mettersi a pensare ad una politica positiva verso la migrazione, garantendo almeno qualche porta di accesso”. “I giovani marocchini – incalza l’arcivescovo di Rabat – sono prigionieri nel loro Paese. Non possono uscire, non possono andare in Algeria perché la frontiera è chiusa, non possono andare al sud perché c’è il deserto, non possono andare verso sinistra perché c’è il mare. Non possono andare in Europa perché è impossibile per loro ottenere il visto. Occorre pensare almeno ad alcune porte di entrata, altrimenti si genera una situazione ancora peggiore”.


(Foto Sir)

L’incontro di Marsiglia mette sul tavolo delle discussioni vari temi: economia, educazione, lavoro, pace ed ecologia. Sabato, i vescovi e i giovani presenteranno al Papa un documento di 10 pagine.

“Ma non potevamo non discutere di questo fenomeno migratorio che tocca non solamente il Mediterraneo ma tutta l’umanità in tutto il mondo”, confida il card. Lopez.

“Le cause delle partenze sono le guerre, l’ineguaglianza economica, le persecuzioni politiche. Il problema non sono le migrazioni”.

“Il fenomeno migratorio è sempre un tentativo volto a dare una soluzione a problemi irrisolvibili nel Paese di origine”.

A Marsiglia giungono le notizie dei morti in mare, anche di bambini di pochi mesi che hanno perso la vita sfuggendo dalle braccia delle loro mamme. “Non è una situazione sostenibile se le persone muoiono continuamente nel tentativo di attraversare il mare su barconi di fortuna. Cosa possiamo fare in quanto Chiese? Innanzitutto, annunciare il diritto umano, presente anche nella Dichiarazione universale, secondo il quale ogni persona ha il diritto di restare là dove è nato ma ha anche il diritto di migrare. Essere ‘liberi di migrare e liberi di restare’, sviluppando nei Paesi più poveri le condizioni necessarie per permettere ai giovani di restare se lo desiderano”.

(Foto Sir)

Libia, Tunisia, Algeria e Marocco. Mons. Nicolas Lhernould, vescovo di Costantina (Algeria), rappresenta la regione apostolica dell’Africa del Nord. “È vero che il Mediterraneo purtroppo è diventato il più grande cimitero dell’Europa ma, prima di arrivare al mare, questi giovani migranti hanno dovuto affrontare il deserto mettendo a rischio la loro vita. Il Mediterraneo è purtroppo solo l’ultima tappa di un lungo e pericoloso viaggio. Raccogliamo testimonianze che ci parlano di tragedie e morti. Il mare è certamente un luogo che chiama l’attenzione di tutta l’Europa ma occorre volgere lo sguardo anche più a Sud”. Anche il vescovo algerino mette in chiaro il principio del soccorso:

“Quando una persona soffre, è un dovere imprescindibile andargli incontro e aiutarlo. E di conseguenza tutto ciò che va contro questo principio, non è conforme a ciò che riteniamo essere umano e ancor meno conforme al Vangelo”.

“Questa assistenza imprescindibile alla persona nello Spirito del Buon Samaritano è un principio che richiamiamo sempre, non in maniera ingenua di chi non guarda le cause e non conosce le conseguenze ma come una necessità. Quando una persona è in pericolo, occorre sempre fare di tutto perché venga salvata”. Il vescovo parla della sua esperienza in Tunisia e Algeria e fa notare come, soprattutto negli ultimi anni, questi Paesi siano diventati non più Paesi di transito ma di accoglienza. Ma all’Europa lancia un avvertimento: “L’accoglienza non deve essere imposta semplicemente per sbarazzarsi del problema” perché “presto o tardi il problema si amplifica”. Sulla questione è intervenuto anche mons. Rafic Nahara, vicario patriarcale latino per i cattolici di lingua ebraica in Israele. La Chiesa, dice, deve svolgere anche un’azione di “cambiamento di mentalità” perché, “quando ci sono molti migranti che approdano in un Paese, c’è la paura di perdere la propria identità”. Occorre quindi lavorare non solo sul fronte dell’accoglienza per chi arriva ma anche sul fronte culturale per chi accoglie, e far capire che “l’altro non è una minaccia ma una persona che porta con sé una cultura diversa che non può non arricchire i Paesi di approdo”.
(fonte: Sir, articolo di M. Chiara Biagioni 21/09/2023)

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Francesco a Marsiglia: 
“La prima volta di un Papa, ambiente e migranti tra i temi”

Papa Francesco sarà a Marsiglia il 22 e il 23 settembre per intervenire alla sessione finale dei Rencontres Méditerranées. Il programma e i temi del viaggio

(Foto postcardtrip)

“E’ la prima volta che un Papa va a Marsiglia in tempi moderni”. Lo ha sottolineato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, nel briefing odierno (19/09/2023) – in sala stampa vaticana – sul 44mo viaggio apostolico internazionale di Papa Francesco, che venerdì e sabato prossimo, 22 e 23 settembre, per la seconda volta in Francia: dopo Strasburgo, dunque, dove Bergoglio il 25 luglio 2014 ha tenuto un discorso al Parlamento e al Consiglio europeo, il Santo Padre toccherà una seconda città francese per un evento di carattere internazionale.

Marsiglia, la città più grande del Sud della Francia, ricca di una storia che ha visto la presenza, in fasi diverse, di romani, liguri, arabi, saraceni, presenta oggi un’identità variegata che continua ad arricchire la storia francese, con la presenza dell’immigrazione, anche per il ritorno dalle colonie.

Città accogliente fin dalle origini, se come vuole la tradizione ha accolto Marta, Maria e Lazzaro, gli amici di Gesù. Grazie al suo antico porto commerciale, è una base fondamentale del Mediterraneo: lo dimostra l’antica presenza della Madonna della Guardia, Notre dame de- la-garde, la “Bonne mére” a cui si sono sempre rivolti e si rivolgono ancora oggi marinai e i naviganti, così come i missionari che devono partire per le terre lontane. Porto, fede e mare:

“Mediterraneo come mare che unisce e non che divide, come teatro di confronto tra religioni e popoli diversi”.

Sono questi, ha spiegato Bruni, i motivi per cui per i Rencontres Méditerranéenns è stata scelta l’arcidiocesi di Marsiglia, come ha spiegato il cardinale Jean-Marc Aveline nei giorni scorsi. Il solco è quello tracciato a Bari nel 2020 e a Firenze nel 2022, con gli incontri “Mediterraneo frontiera di pace”, nati su iniziativa della Conferenza episcopale italiana e sulla scia dei Colloqui organizzati da Giorgio La Pira a Firenze dal 1958 al 1974. Il riferimento indiretto, ha ricordato il portavoce vaticano, è il precedente incontro di Bari, voluto dal Papa nel luglio 2018, in uno dei momenti più critici della guerra in Siria. Una giornata di dialogo con i rappresentanti di tutta l’area: “già allora si parlava di guerra, di migrazioni e di vicinanza tra le chiese tutte terre affacciate sul Mediterraneo”, con una particolare attenzione al discorso ecumenico e alla fraternità. Temi, questi, che saranno presenti anche a Marsiglia, ha anticipato Bruni scorrendo nel dettaglio la “due giorni” papale.

Novità delle giornate marsigliesi che precederanno l’arrivo di Francesco, il coinvolgimento dei giovani, in numero uguale ai vescovi:

sono loro “i protagonisti del futuro, i decisori del domani e del dopodomani”, le parole di Aveline. Parallelamente alle due giornate di incontri dei vescovi e dei giovani – che cominceranno domani e proseguiranno giovedì – a Marsiglia è stato allestito un Festival con esposizioni, concerti, testimonianze e veglie di preghiera.

I temi del viaggio. La questione dell’ambiente e quella della vita dei migranti. Sono questi i possibili temi del viaggio papale, evocati già dalla parola “sponde” che caratterizza il Mare nostrum. “Il Mediterraneo è il punto caldo in cui si avvertono con forza i cambiamenti recenti legati alla questione ambientale, e le relative tensioni”, ha detto Bruni: quelli di Marsiglia saranno “incontri tra mondi diversi ma vicini, uniti dallo stesso mare, e uniti in questa vicinanza”. 

Al centro, la vita dei migranti, “persone costrette lasciare casa e famiglia alla ricerca di un futuro, di un qualsiasi futuro”, solcando il Mediterraneo che è diventato il più grande cimitero del mondo. Senza contare l’orrore delle rotte sulla terra, denunciato da Francesco a Lampedusa e a Lesbo ed evocato anche nell’Angelus di domenica scorsa. 

Nei quattro discorsi che terrà Francesco a Marsiglia, è inoltre “verosimile” per il portavoce vaticano “che il pensiero vada anche ai molti santi che hanno attraversato la Francia e che da qui hanno un’eco particolare anche per l’Europa”. In questo senso, Marsiglia può rivestire “una missione speciale in Francia e nel Mediterraneo”.

La guerra, in Ucraina ma più in generale, resta infine sullo sfondo del viaggio “per il dolore che provoca al Santo Padre e le conseguenze dolorose per i popoli mediterraneo”.

Il programma. Il 22 settembre l’aereo con a bordo il Papa partirà alle 14.35 dall’aeroporto di Fiumicino, per atterrare a Marsiglia alle 16.15, orario dell’accoglienza ufficiale. Francesco sarà accolto dal primo ministro francese, Élisabeth Borne, che poi si tratterrà con lui per un breve incontro. Alle 16.45 il Il trasferimento alla basilica di Notre-Dame de la Garde con arrivo alle 17.15 per la preghiera mariana con il clero diocesano in un luogo emblematico della città, a sud del Porto Vecchio su un picco calcareo costruito nella seconda metà dell’Ottocento, dal vescovo dell’epoca, nel punto più alto di Marsiglia. Nella parte alta della basilica, Francesco sarà accolto al cardinale Aveline, insieme al rettore, e percorrerà la navata centrale fino all’altare, dove reciterà una preghiera silenziosa davanti alla statua della Vergine, deporrà una candela e pronuncerà un saluto. Alle 17.45 il trasferimento a piedi al Monumento per i marinai e i migranti spariti in mare, dove alle 18 ci sarà il momento e di raccoglimento con i leader religiosi e il l’intervento del Papa, che al termine si reca davanti al Monumento citato per deporre una corona. Dopo il saluto ai leader religiosi, alle 19 il rientro in arcivescovado
La giornata del 23 comincerà con l’incontro privato con alcune persone in situazione di disagio economico: “la sede si sta valutando, era in arcivescovado ma probabilmente si sposterà dalle Suore di Madre Teresa”, ha reso noto Bruni.

Poi Francesco si reca al Palais du Pharo, dove interverrà alle 10 alla sessione conclusiva dei Rencontres Méditerranéenns, alla presenza di circa 900 persone, tra vescovi francesi vescovi del Mediterraneo, giovani e autorità politiche. Il Papa sarà accolto dal presidente francese Emmanuel Macon e dalla moglie Brigitte, che incontrerà alle 11.15. Alle 12 il ritorno in arcivescovado. Nel pomeriggio, alle 15.15 il trasferimento in auto prima chiusa e poi aperta per il Velodrome, per la Messa – in francese, con omelia in italiano – in programma alle 16.15. Alle 17.15 il trasferimento all’aeroporto, dove alle 18.45 si terrà la cerimonia congedo con il presidente della Repubblica. L’aereo papale partirà da Marsiglia alle 19.15, con rientro a Roma Fiumicino previsto per le 20.50.
(fonte: Sir, articolo di M. Michela Nicolais 19/09/2023)


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A colloquio con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin

L’Europa sia unita di fronte alle sfide nel Mediterraneo


È necessario che sul Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo l’Europa trovi un consenso il più presto possibile. È quanto afferma in una intervista ai media vaticani il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, alla vigilia del viaggio apostolico di Papa Francesco a Marsiglia il 22 e 23 settembre in occasione della chiusura dei “Rencontres Méditerranéennes”. Tutti i Paesi europei — sottolinea il porporato — devono assumersi insieme la responsabilità della situazione nel Mediterraneo lontano da slogan e contrapposizioni, avendo presenti più i volti che i numeri di una questione complessa e drammatica.

Eminenza, il Papa sarà a Marsiglia per gli “Incontri Mediterranei”, dove i vescovi cattolici dei 30 Paesi del Mediterraneo, insieme a diversi sindaci e giovani, si incontreranno. Cosa porterà il Papa?