Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



giovedì 29 settembre 2022

Furio Colombo Immigrazione, se i bambini muoiono in mare La lezione dei naufragi è chiara.

Furio Colombo
Immigrazione, se i bambini muoiono in mare

Il blocco navale che vuole Giorgia Meloni, nel Mediterraneo vuoto di soccorsi, significa una fine per sete


Credo che Giorgia Meloni possa dichiararsi soddisfatta della sua grande vittoria. La civiltà mediterranea ha già accolto il suo progetto - che a prima vista sembrava campato in aria - di blocco navale. Non c'è più bisogno di perdere tempo con qualche perdigiorno che predica solidarietà in Parlamento.

La lezione di questi giorni è chiara ed efficace. Se provi ad attraversare (fosse anche per sfuggire con i tuoi bambini la guerra in Siria, in Iraq, in Afghanistan, in Yemen, nel Darfour, in Libano) un mare troppo grande e del tutto vuoto di soccorsi, con barche troppo piccole perché nessuno presta un passaggio più umano (compresi i mercantili che tirano dritto), il blocco navale, voluto con crudele sincerità dalla aspirante nuova leader donna dell'Italia, e dal silenzio di tutti, è la morte per sete.

S'intende che la morte per sete, in mezzo a un mare bollente e senza il problema di penose testimonianze, è la parte atroce e finale di una lunga agonia predisposta per ragioni di buon senso. "Gli emigranti esagerano. Adesso basta. La natura del cielo, del mare, del sole provvede. L'importante è che non ci caschi addosso la cronaca dei fatti mentre avvengono". E qui si inserisce una tremenda fiaba italiana. Una fiaba preparata e diffusa proprio per far sapere che queste cose accadono (abbandonare in mare uomini, donne e bambini in fuga da eventi insopportabili), ma ci sono ben altri colpevoli. Come tutte le fiabe, è basata su spunti di verità.

Una verità è che i governi del Mediterraneo si sono accordati, chi in silenzio, chi con grandi esibizioni di potere (Orbán, Salvini, Morawiecki) per essere certi che non vi siano vie di fuga legali. I profughi disperatamente affollati su barconi troppo piccoli e pronti a rompersi, qualunque sia la causa della loro ricerca di salvezza, sono i clandestini. Dunque non li conosci e non li vedi, non possono passare nessuna frontiera, e se un impatto inevitabile ti obbliga, li consegni ai libici, che hanno strumenti per provvedere.

Ma questo espediente della illegalità totale e permanente di certi esseri umani da abbandonare in acqua (un ministro italiano, Salvini, lo ha fatto persino bloccando navi della marina militare italiana) era stato violato coraggiosamente dalle cosiddette Ong (navi di organizzazioni non governative con equipaggi e comandanti normali) che volontariamente, a loro spese (con l'aiuto di altri normali esseri umani) hanno salvato e portato a terra migliaia di adulti e bambini che non erano clandestini, erano in fuga. La storia di questi anni ricorderà Medici senza Frontiere, Sea Watch, Sos Méditerranée, Aquarius, Open Arms, Mission Lifeline.

Ma è accaduta una cosa strana. Alcuni giudici, mentre la gente moriva in mare, e il Papa ha gettato in acqua, per loro, una corona di fiori, hanno aperto strane inchieste giudiziarie, le prime dal 1945, che accusano di reati gravissimi i salvatori di esseri umani mentre sono in pericolo estremo. È importante confrontare le accuse (associazione a delinquere, favoreggiamento all'immigrazione clandestina) insieme con la crescente legittimazione della Guardia costiera libica.

L'indagine sul lavoro svolto in mare dalle Ong (Procura di Catania) non ha mai portato a nulla. Benché avesse sollevato sospetti su come le Ong potessero sopportare costi così elevati "senza un rientro economico" e su chi forniva le informazioni relative alle richieste di soccorso in mare.

Tutto ciò, privo com'era di rapporto con la realtà (nessuna delle accuse è diventata incriminazione o processo) e animato da un forte spirito di antagonismo contro il dovere, ma anche l'impulso umano e naturale del salvataggio estremo, ha però avuto una conseguenza vasta e grave: ha sgombrato il mare.

E così quasi ogni telegiornale ci dà notizie di barche che stanno affondando in mare aperto, prive di comunicazioni e senza traccia di soccorsi. E ci elenca numero ed età dei bambini dai 2 ai 12 anni che sono morti di sete e di fame, mentre il mondo mediterraneo (cominciando dall'Italia) che avrebbe dovuto salvarli e accoglierli non ha mai risposto alle chiamate disperate e ha lasciato morire di quella morte che il sindaco-medico di Pozzallo ha paragonato alla morte nazista.

Sarà importante ricordare, quando si farà l'inventario di queste morti disperate alle porte di casa nostra, che il mare era vuoto di ogni tipo di presenza e soccorso per volontà di certa politica, e per uno strano travolgimento della realtà nella visione di alcuni magistrati. La prova è arrivata adesso.
(fonte: La Repubblica 27/09/2022)